lunedì, gennaio 02, 2012
India e Pakistan si sono scambiati le liste dei loro rispettivi impianti nucleari, come previsto dall'"Agreement on the Prohibition of Attack against Nuclear Installations and Facilities", firmato il 31 dicembre 1988, che prevede che le due potenze nucleari si scambino i dati ogni primo gennaio. Uno scambio che però è iniziato esattamente 20 anni fa: nel 1992.

GreenReport - Il ministero degli esteri indiano ha annunciato che il primo gennaio India e Pakistan «Si sono scambiati, per via diplomatica, contemporaneamente a New Delhi e Islamabad, l'elenco degli impianti nucleari e degli impianti oggetto dell'accordo sul divieto di attacco contro impianti nucleari». India e Pakistan, a confermare quanto il confine nucleare tra i due Paesi sia pericolosissimo, si sono scambiati anche gli elenchi dei prigionieri nelle carceri in entrambi i Paesi, i prigionieri di una guerra non dichiarata ma concretissima nel Kashmir occupato dagli indiani e nella guerra sporca dei servizi segreti della due potenze asiatiche nate dal disfacimento dell'impero britannico. Gli elenchi dei prigionieri pakistani in India e di quelli indiani in Pakistan vengono scambiati due volte all'anno.

Lo scambio delle liste arriva una settimana dopo che gli esperti delle due parti si sono incontrati per discutere di Confidence building measures (Cbm) per le armi convenzionali e nucleari».

Gli arsenali nucleari dell'India e del Pakistan sono una crescente preoccupazione per la comunità internazionale, soprattutto dopo che Islamabad ha mostrato di volersi allontanare dalla sfera di influenza Usa e il suo avvicinamento, in campo militare e del nucleare "civile" (indistinguibile in Pakistan da quello militare): L'india, nella riunione del Cbd tenutasi a Islamabad il 26 e 27 dicembre 2011, aveva chiesto al Pakistan di «Enunciare la sua dottrina nucleare» e di unirsi gli sforzi globali per concludere il Fissile Material Cut-off Treaty (Fmct).

Ma il governo di New Delhi ha respinto la proposta del Pakistan di cooperazione bilaterale sulla sicurezza nucleare e per l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, dicendo che «E' necessario attendere finché non vi sarà un'adeguata fiducia e confidenza tra i due Paesi».

Intanto sale la tensione tra Islamabad e gli Usa e il Pakistan ha riconosciuto che le sue relazioni con gli statunitensi sono ai più bassi livelli a causa dei raid unilaterali degli Usa per uccidere Osama bin Laden e dell'attacco lanciato a dicembre dalla Nato su posti di frontiera pakistani dove sono rimasti uccisi 24 soldati di Islamabad. Il portavoce del ministero degli esteri pakistano, Abdul Basit, ha detto che anche l'epidosio delle due persone uccise a Lahore dall'ufficiale statunitense Raymond Davis, ha contribuito negativamente alle relazioni bilaterali.

Davis, che i giornali Pakistani avevano indicato come agente della Cia sotto copertura, è stato liberato in seguito ad un accordo sull'indennizzo delle famiglie delle due vittime.
Basit ha però negate che tra Usa e Pakistan si sia interrotto qualsiasi rapporto: «Stiamo negoziando con gli Stati Uniti e speriamo di rimettere in piedi le nostre relazioni. Il Comitato parlamentare sulla sicurezza nazionale esaminerà le relazioni tra i due Paesi ed il primo ministro Gilani ha dichiarato che le sue raccomandazioni saranno presentate nella sessione comune del Parlamento per l'approvazione finale sul dossier di riesame delle relazioni con gli Stati Uniti. Il Pakistan vuole intrattenere buone relazioni con gli Usa, basate sul reciproco rispetto e la dignità. Non ci saranno compromessi sull'integrità e la sovranità nazionale».

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