Riflessioni sulle festività che stanno trascorrendo
Ci siamo lasciati alle spalle un altro anno e siamo entrati in quello nuovo, in questo 2012 così intriso di incertezze e di paure per il futuro che sta dietro l’angolo. Ci domandiamo cosa ci riserverà e se sapremo affrontare e vincere le sfide che ci saranno proposte. Avvertiamo quella diffusa sensazione di precarietà che scende nelle nostre anime senza fare rumore ma pur così potente. Ci siamo rifugiati temporaneamente in queste giornate di festa cercando di allontanare quel senso di impotenza che aleggia sulla nostra società e che conduce inevitabilmente al rimpianto d’altri tempi, di altri Natali in cui tutto appariva facile e gioiosamente colmo di promesse. Ora non più.
E’ forse adesso che ci sentiamo più vulnerabili ed esposti ai venti traversi dell’esistenza che avvertiamo prorompente il bisogno di Qualcuno che ci sappia consolare ed indicare la via, e che, Buon Pastore, ci conduca ancora all’ovile mostrandoci la speranza. Questo Bambinello che abbiamo amorosamente posto nella greppia del presepio, così indifeso e piccolo, sa certamente che abbiamo più che mai bisogno della Sua guida ed eccolo allora farsi grande nei nostri cuori, tenderci nuovamente quella mano che ferimmo con i chiodi e chiamarci, nonostante tutto, suoi fratelli. Quale amore più grande?
Egli sa cancellare la tristezza, colmare quel vuoto che hanno lasciato attorno a noi quegli sguardi che non sono più accanto a noi a condividere la gioia della Sua venuta. Confidiamo in Lui e saremo consolati. Crediamo nella salvezza che ci offre quotidianamente, anche se forse noi non ce ne accorgiamo nemmeno: Lui è sempre con noi. Queste festività sono qui a ricordarcelo e a noi il compito di non scordarcelo quando riporremo le statuine del presepio nell’attesa di un altro Natale.
Che grande dono ci ha lasciato San Francesco regalandoci il Presepio con la sua potenza evocativa della nascita di Gesù!
Ci siamo lasciati alle spalle un altro anno e siamo entrati in quello nuovo, in questo 2012 così intriso di incertezze e di paure per il futuro che sta dietro l’angolo. Ci domandiamo cosa ci riserverà e se sapremo affrontare e vincere le sfide che ci saranno proposte. Avvertiamo quella diffusa sensazione di precarietà che scende nelle nostre anime senza fare rumore ma pur così potente. Ci siamo rifugiati temporaneamente in queste giornate di festa cercando di allontanare quel senso di impotenza che aleggia sulla nostra società e che conduce inevitabilmente al rimpianto d’altri tempi, di altri Natali in cui tutto appariva facile e gioiosamente colmo di promesse. Ora non più.
E’ forse adesso che ci sentiamo più vulnerabili ed esposti ai venti traversi dell’esistenza che avvertiamo prorompente il bisogno di Qualcuno che ci sappia consolare ed indicare la via, e che, Buon Pastore, ci conduca ancora all’ovile mostrandoci la speranza. Questo Bambinello che abbiamo amorosamente posto nella greppia del presepio, così indifeso e piccolo, sa certamente che abbiamo più che mai bisogno della Sua guida ed eccolo allora farsi grande nei nostri cuori, tenderci nuovamente quella mano che ferimmo con i chiodi e chiamarci, nonostante tutto, suoi fratelli. Quale amore più grande?
Egli sa cancellare la tristezza, colmare quel vuoto che hanno lasciato attorno a noi quegli sguardi che non sono più accanto a noi a condividere la gioia della Sua venuta. Confidiamo in Lui e saremo consolati. Crediamo nella salvezza che ci offre quotidianamente, anche se forse noi non ce ne accorgiamo nemmeno: Lui è sempre con noi. Queste festività sono qui a ricordarcelo e a noi il compito di non scordarcelo quando riporremo le statuine del presepio nell’attesa di un altro Natale.
Che grande dono ci ha lasciato San Francesco regalandoci il Presepio con la sua potenza evocativa della nascita di Gesù!
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