Secondo alcune fonti, ci sarebbero 3 mila vittime
Radio Vaticana - Almeno 3 mila vittime in Sud Sudan per scontri interetnici avvenuti in questi giorni nella zona del governatorato di Jonglei, che si trova nella parte orientale del Paese. A denunciarlo un capo dell’amministrazione locale che ha riferito di omicidi e rapimenti di massa soprattutto nei confronti di donne. Nessuna conferma del bilancio delle vittime da parte delle Nazioni Unite e dell’esercito regolare. Tuttavia, lo scorso 2 gennaio, l’Onu aveva riferito di almeno 50 mila persone in fuga dall’area proprio a causa delle violenze. All’origine degli scontri, scoppiati la settimana scorsa, ci sarebbero disordini tra due tribù locali che spesso si affrontano per il controllo dell’acqua o dei pascoli. In particolare bande armate appartenenti al gruppo dei Lu Ner avrebbero attaccato diversi villaggi dell’etnia dei Murle, accusandoli di aver rubato capi di bestiame. Nelle scorse ore, l’esercito regolare sarebbe intervenuto a difesa della città di Pibor dove numerosi bambini risultano dispersi. Si parla di capanne date alle fiamme e di un ospedale di "Medici Senza Frontiere" saccheggiato.
Radio Vaticana - Almeno 3 mila vittime in Sud Sudan per scontri interetnici avvenuti in questi giorni nella zona del governatorato di Jonglei, che si trova nella parte orientale del Paese. A denunciarlo un capo dell’amministrazione locale che ha riferito di omicidi e rapimenti di massa soprattutto nei confronti di donne. Nessuna conferma del bilancio delle vittime da parte delle Nazioni Unite e dell’esercito regolare. Tuttavia, lo scorso 2 gennaio, l’Onu aveva riferito di almeno 50 mila persone in fuga dall’area proprio a causa delle violenze. All’origine degli scontri, scoppiati la settimana scorsa, ci sarebbero disordini tra due tribù locali che spesso si affrontano per il controllo dell’acqua o dei pascoli. In particolare bande armate appartenenti al gruppo dei Lu Ner avrebbero attaccato diversi villaggi dell’etnia dei Murle, accusandoli di aver rubato capi di bestiame. Nelle scorse ore, l’esercito regolare sarebbe intervenuto a difesa della città di Pibor dove numerosi bambini risultano dispersi. Si parla di capanne date alle fiamme e di un ospedale di "Medici Senza Frontiere" saccheggiato.
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