Ha condannato l’uccisione del collega e chiamato il Governo di transizione ad aprire un’inchiesta l’Unione nazionale dei giornalisti somali (Nusoj) all’indomani dei funerali di Hassan Osman Abdi, sopranominato ‘Fantastic’, il noto direttore dell’emittente indipendente ‘Radio Shabelle’.
Misna - In centinaia hanno assistito ieri a Mogadiscio alla cerimonia funebre del giovane professionista ucciso sabato pomeriggio da due uomini armati mentre rientrava a casa nel distretto di Wadajir, sotto il controllo delle autorità governative. Nelle ultime ore un locale capo della sicurezza, Hussein Omar Sabriye, ha annunciato che cinque persone sono state arrestate, sospettate di essere direttamente coinvolte nell’uccisione del giornalista, condannata dal presidente somalo Sharif Ahmed. “E’ da tempo in atto una strategia di gruppi come Shabaab per colpire personalità di primo piano della nostra società con l’obiettivo di alimentare paura e panico. Non ci faremo intimidire o impaurire da azioni così odiose” ha detto il capo di Stato.
Il sito di ‘Radio Shabelle’ ricorda che Abdi, 29 anni, padre di tre figli, era da tre anni alla direzione della radiotelevisione della capitale, perla dell’informazione indipendente nel caos del conflitto somalo: “Un direttore coraggioso, una persone flessibile che era anche produttore di un programma” hanno scritto di lui i colleghi. Prima di Abdi altri due direttori dell’emittente, fondata nel 2002 e con al’attivo oltre un’ottantina di giornalisti, hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione: Mukhtar Mohamed Hirabe, assassinato nel 2009, e Bashir or Gedi nel 2007.
“Siamo spesso colpiti per la nostra linea politica mai censurata ma non ci faremmo intimidire. Siamo determinati a portare avanti la lotta per il giornalismo indipendente e per il rispetto dei diritti umani” dichiarò Ali Abdi, durante la consegna del premio internazionale della ‘Libertà di stampa’ a Parigi, conferito a ‘Radio Shabelle’ nel 2010. Secondo l’organizzazione internazionale ‘Reporters senza frontiere ‘ (Rsf), dal 2007 almeno 25 giornalisti sono stati uccisi in Somalia, uno dei paesi più pericolosi al mondo per gli operatori dell’informazione.
Misna - In centinaia hanno assistito ieri a Mogadiscio alla cerimonia funebre del giovane professionista ucciso sabato pomeriggio da due uomini armati mentre rientrava a casa nel distretto di Wadajir, sotto il controllo delle autorità governative. Nelle ultime ore un locale capo della sicurezza, Hussein Omar Sabriye, ha annunciato che cinque persone sono state arrestate, sospettate di essere direttamente coinvolte nell’uccisione del giornalista, condannata dal presidente somalo Sharif Ahmed. “E’ da tempo in atto una strategia di gruppi come Shabaab per colpire personalità di primo piano della nostra società con l’obiettivo di alimentare paura e panico. Non ci faremo intimidire o impaurire da azioni così odiose” ha detto il capo di Stato.
Il sito di ‘Radio Shabelle’ ricorda che Abdi, 29 anni, padre di tre figli, era da tre anni alla direzione della radiotelevisione della capitale, perla dell’informazione indipendente nel caos del conflitto somalo: “Un direttore coraggioso, una persone flessibile che era anche produttore di un programma” hanno scritto di lui i colleghi. Prima di Abdi altri due direttori dell’emittente, fondata nel 2002 e con al’attivo oltre un’ottantina di giornalisti, hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione: Mukhtar Mohamed Hirabe, assassinato nel 2009, e Bashir or Gedi nel 2007.
“Siamo spesso colpiti per la nostra linea politica mai censurata ma non ci faremmo intimidire. Siamo determinati a portare avanti la lotta per il giornalismo indipendente e per il rispetto dei diritti umani” dichiarò Ali Abdi, durante la consegna del premio internazionale della ‘Libertà di stampa’ a Parigi, conferito a ‘Radio Shabelle’ nel 2010. Secondo l’organizzazione internazionale ‘Reporters senza frontiere ‘ (Rsf), dal 2007 almeno 25 giornalisti sono stati uccisi in Somalia, uno dei paesi più pericolosi al mondo per gli operatori dell’informazione.
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