sabato, gennaio 14, 2012
In occasione della Giornata Mondiale dell'Emigrazione, pubblichiamo un appello dei missionari scalabriniani (il 2012 è l'anno vocazionale per i missionari scalabriniani)

Scusami, se mi permetto di prendere un po’ del tuo tempo, della tua libertà, ma è per pensare insieme all’avvenire che ti attende e all’avvenire del mondo in cui viviamo. Tu sei intelligente, forte, sensibile, desideroso di camminare nella vita, di andare avanti, lontano... chissà dove. Sei ansioso, giustamente, di vivere da protagonista e stai facendo i tuoi studi. La tua vita è già, probabilmente, un progetto chiaro o forse no... Ti domandi, ti senti incerto se rimanere nei tuoi confini, nel tuo mondo di interessi e di relazioni, costruito da te pezzo per pezzo. Ma prova a riflettere. Non avresti, veramente, mai pensato che altri orizzonti, ben più vasti, potrebbero attenderti? E questo per dare un senso vero, vivo e impegnato alla tua vita... Forse, Dio stesso, come per Abramo, ti invita misteriosamente e ti chiede di aprire porte e finestre della tua casa, del tuo Paese, di te stesso, per darti agli altri e fare della tua vita un dono a tanti.

Sì, la vita di un giovane è fuoco. Un fuoco che brucia, consuma, fa meraviglie, sorprende e incanta chi sta attorno per l’entusiasmo e le sue infinite energie. Ma potrebbe essere di più: un fuoco che riscalda e illumina, una presenza confortante che sa rendersi utile... Forse, la tua vita potrebbe essere questo.

Hai conosciuto, probabilmente, una ragazza. Hai capito quanto è dolce un rapporto a due, in
cui l’altro ti scopre e ti apprezza, ti ama e ti ripete con una fiducia senza misura: Tu sei un tesoro per me! Hai, forse, vissuto l’ebbrezza dell’amore, di qualcuno che ti ha conquistato il cuore, il corpo e l’anima e ti ha fatto come toccare il paradiso, in due... Ma, pensa, se queste parole te le dicesse proprio Dio: “Tu sei unico per me, tu sei veramente prezioso ai miei occhi” (cfr. Is 43,4)?!

E se ti chiedesse, in nome suo, di ripeterlo ad altri? A chi vive una vita di rifiuto, di emarginazione. A chi vive il dramma di essere sradicato dalla sua terra, dalla sua cultura, dalla sua storia come lo è un migrante, un rifugiato, un rifiutato dagli altri. Sì, tu potresti essere segno dell’amore di Dio in mezzo a questo popolo di migranti. E sono milioni e milioni che si muovono, oggi, nel mondo, con nazionalità e culture le più differenti.

Attendono un pastore, come segno di presenza e di coraggio da parte di Dio. Attendono te.
Potrai, così, vivere con loro una virtù immensa: la compassione. Conoscerai e proverai la
sofferenza che accompagna chi ha lasciato la propria terra, perché, come una giovane pianta,
ne è stato sradicato dalla miseria, dal bisogno o dalla persecuzione. E cammina nelle nostre
ricche società, ferito fino in fondo all’anima dall’ingiustizia, dal disprezzo o dall’esclusione.

Ma quanto sarebbe felice se sulla strada della propria sventura incontrasse te come un buon
samaritano che si prenda cura di lui. Potrebbe diventare questa la tua passione, la tua missione: accompagnare comunità cristiane di tutte le culture nella loro instancabile ricerca di pane e di dignità. Imparerai altre lingue, potrai essere un leader con loro e per loro e, in questo, mettere tutte le tue forze, la tua intelligenza, il tuo cuore e il tuo senso di giustizia. In fondo, se vuoi essere grande, sii intero.

Condurrai, così, un popolo che ha fatto sua patria il mondo e sarà per loro come un nuovo
cammino di Emmaus... Potrai riscaldare il loro cuore, rileggere insieme la loro storia fatta di
sofferenza, di speranza e di coraggio immensi. Saprai accompagnare la loro ricerca, spezzare
il pane della loro cultura e della loro avventura per condividerlo con coloro che li hanno accolti. Il cammino dei migranti, infatti, è vita e morte intrecciate fra di loro: cammino pasquale che trasforma. Così, imparerai tu stesso a spezzare la tua vita, le tue idee, la tua stessa cultura per far vivere altri, ricordandoti che come per ogni discepolo del Signore è perdendoti che ti ritroverai, è donandoti che potrai vivere.

Sì, oggi viviamo tutti in una società globalizzata. Dappertutto uomini e culture lontanissimi, che forse un tempo si scontravano, convivono e si ritrovano insieme. Preparare gli animi e le mentalità all’incontro, conoscere e far apprezzare culture, religioni, uomini tanto diversi, guarirli dalla diffidenza, dal disprezzo o dalla paura dell’altro: ecco un compito attualissimo, indispensabile, il tuo!

Insegnerai che cosa vuol dire accogliere. Cioè, comprendere quanto sono preziosi uomini o donne che provengono da orizzonti lontani e differenti, perché non faranno che arricchire la nostra stessa umanità. Costruirai insieme con loro quell’unità fatta della comunione delle nostre differenze, non frutto dell’omogeneità, e ciò esalta l’originalità di ognuno in nome dello Spirito di Dio, che sempre sa costruire il miracolo dell’unità. Farai scoprire, in fondo, a tutti la terra promessa da Dio: la fratellanza e la solidarietà fra gli uomini.

Ti lascio, giovane carissimo, questo invito. Fa’ della tua vita qualcosa di molto più grande di quello che avresti mai pensato. Avanza su acque profonde e non avere paura! Se sentirai la voce di Dio e quella di milioni di uomini che camminano... va’, cammina umilmente insieme a loro!

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