L’hanno vista aggirarsi in città, l’altra notte. Guardava insospettita, quasi intimidita, i passanti, che ricambiavano con sguardi attoniti...
Si è fermata in un negozio ad acquistare dei regali, e l’hanno tacciata di incostituzionalità, gridandole: “La dignità non si riacquista con un regalo a Natale!”. Spaesata e impaurita, si è allontanata. Alla farmacia, la farmacista in servizio l’ha osservata, le ha consegnato i farmaci e, comunicandole il corrispettivo da pagare, le ha detto: “E’ necessario salvaguardare la distanza fra farmacia e farmacia! Altrimenti si ammazza la concorrenza! Se ci troviamo in questa Italia è anche colpa vostra!”. Uscendo dalla farmacia, si è imbattuta in una fitta conversazione fra due uomini in giacca e cravatta, di un’eleganza mai vista, che fumavano una grande pipa e confabulavano: “Dobbiamo indebolire a tal punto i politici da condurli a morte naturale. Dopodiché dimostrare ai cittadini di perseguire gli interessi del paese. In realtà faremo i nostri, di interessi. Esattamente come facevano loro prima!”. Indispettita dalla discussione, si è avviata a testa bassa verso casa. E, non accorgendosi di un’anziana signora che in quel momento stava attraversando la strada, l’ha urtata fino a farla cadere. Si era scusata. Niente. La pensionata era imbufalita: “Non ci avete mai difeso.E ora ci hanno anche tagliato le pensioni! Vergogna!”. Un industriale ha dato manforte alla donna: “Anche noi imprese stiamo risentendo della crisi. Lo stato ci paga in ritardo, noi siamo costretti a mandare i lavoratori in cassa integrazione, e alla fine falliamo e dobbiamo chiudere”. L’industriale e la donna, presi da un raptus di rabbia, l’hanno poi picchiata fino ad ucciderla.
Questa è la triste storia della politica italiana, nell’anno 2011. Ella morì per emorragia cerebrale, cagionata dalle forti percosse di due cittadini comuni. I quali, spazientiti da lunghi anni di inettitudine, non ebbero altro mezzo che la violenza per condannare il suo egoismo cieco e la sua ingordigia smisurata. Il decorso patologico della Nostra era iniziato ormai da lungo tempo: da quando, secondo un piano ben studiato, pochi falsi profeti decisero il suo decesso, costringendola ad una lunga e perversa eutanasia. Volevano spodestarla, e ci sono riusciti. Dicevano che avrebbero fatto il bene di ogni cittadino; che avrebbero risollevato la nostra economia e la nostra reputazione internazionale. Infine, che avrebbero resuscitato la nostra patria. In realtà i falsi profeti portano soltanto false promesse.
Aspettiamo con fiducia che torni la buona politica. E che questa riesca a soddisfare l’anziana signora e l’industriale in carriera. Dobbiamo tornare a credere in noi stessi. Soltanto così torneremo a credere nell’Italia.
Si è fermata in un negozio ad acquistare dei regali, e l’hanno tacciata di incostituzionalità, gridandole: “La dignità non si riacquista con un regalo a Natale!”. Spaesata e impaurita, si è allontanata. Alla farmacia, la farmacista in servizio l’ha osservata, le ha consegnato i farmaci e, comunicandole il corrispettivo da pagare, le ha detto: “E’ necessario salvaguardare la distanza fra farmacia e farmacia! Altrimenti si ammazza la concorrenza! Se ci troviamo in questa Italia è anche colpa vostra!”. Uscendo dalla farmacia, si è imbattuta in una fitta conversazione fra due uomini in giacca e cravatta, di un’eleganza mai vista, che fumavano una grande pipa e confabulavano: “Dobbiamo indebolire a tal punto i politici da condurli a morte naturale. Dopodiché dimostrare ai cittadini di perseguire gli interessi del paese. In realtà faremo i nostri, di interessi. Esattamente come facevano loro prima!”. Indispettita dalla discussione, si è avviata a testa bassa verso casa. E, non accorgendosi di un’anziana signora che in quel momento stava attraversando la strada, l’ha urtata fino a farla cadere. Si era scusata. Niente. La pensionata era imbufalita: “Non ci avete mai difeso.E ora ci hanno anche tagliato le pensioni! Vergogna!”. Un industriale ha dato manforte alla donna: “Anche noi imprese stiamo risentendo della crisi. Lo stato ci paga in ritardo, noi siamo costretti a mandare i lavoratori in cassa integrazione, e alla fine falliamo e dobbiamo chiudere”. L’industriale e la donna, presi da un raptus di rabbia, l’hanno poi picchiata fino ad ucciderla.
Questa è la triste storia della politica italiana, nell’anno 2011. Ella morì per emorragia cerebrale, cagionata dalle forti percosse di due cittadini comuni. I quali, spazientiti da lunghi anni di inettitudine, non ebbero altro mezzo che la violenza per condannare il suo egoismo cieco e la sua ingordigia smisurata. Il decorso patologico della Nostra era iniziato ormai da lungo tempo: da quando, secondo un piano ben studiato, pochi falsi profeti decisero il suo decesso, costringendola ad una lunga e perversa eutanasia. Volevano spodestarla, e ci sono riusciti. Dicevano che avrebbero fatto il bene di ogni cittadino; che avrebbero risollevato la nostra economia e la nostra reputazione internazionale. Infine, che avrebbero resuscitato la nostra patria. In realtà i falsi profeti portano soltanto false promesse.
Aspettiamo con fiducia che torni la buona politica. E che questa riesca a soddisfare l’anziana signora e l’industriale in carriera. Dobbiamo tornare a credere in noi stessi. Soltanto così torneremo a credere nell’Italia.
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