Superare “l’angosciante polarizzazione” tenendo conto che “la massima priorità deve essere la riconciliazione tra i venezuelani”: così si sono espressi i vescovi della Conferenza Episcopale Venezuelana (Cev) in una nota emessa al termine della loro assemblea plenaria
Agenzia Misna - “Il desiderio e la necessità della riconciliazione implicano il ristabilimento della convivenza, a partire dal rispetto e dall’apprezzamento reciproci, dall’effettivo riconoscimento del pluralismo politico, ideologico, culturale e religioso e la corrispettiva tolleranza verso gli altri” ha detto il presidente della Cev, monsignor Diego Padrón, dando lettura del documento.
Per superare la polarizzazione, è necessario “un progetto comune condiviso” ha aggiunto monsignor Padrón, respingendo “l’imposizione di un determinato progetto di paese che porti all’esclusione politica di coloro che non lo accettano”. Aperti critici del presidente Hugo Chávez, i vescovi in questa occasione non lo hanno menzionato. Hanno però chiesto la liberazione di almeno una decina di “prigionieri politici” di cui il governo nega l’esistenza.
La Cev si è detta anche preoccupata per l’aumento della criminalità e dell’impunità, chiedendo che vengano affrontate “le cause strutturali del problema”. Secondo dati dell’organizzazione non governativa ‘Observatorio Venezolano de Violencia’ (Ovv) nel 2011 sono stati contati in Venezuela 19.336 omicidi, il 10% rispetto ai 17.600 del 2010. Sempre secondo la stessa fonte, tra il 1998 e il 2010, nell’arco del mandato di Chávez, il tasso di morti violente si è triplicato passando da 19 a 57 omicidi ogni 100.000 abitanti; il ministro degli Interni, Tareck El Aissami, ha parlato invece di 48 omicidi ogni 100.000 abitanti.
Agenzia Misna - “Il desiderio e la necessità della riconciliazione implicano il ristabilimento della convivenza, a partire dal rispetto e dall’apprezzamento reciproci, dall’effettivo riconoscimento del pluralismo politico, ideologico, culturale e religioso e la corrispettiva tolleranza verso gli altri” ha detto il presidente della Cev, monsignor Diego Padrón, dando lettura del documento.
Per superare la polarizzazione, è necessario “un progetto comune condiviso” ha aggiunto monsignor Padrón, respingendo “l’imposizione di un determinato progetto di paese che porti all’esclusione politica di coloro che non lo accettano”. Aperti critici del presidente Hugo Chávez, i vescovi in questa occasione non lo hanno menzionato. Hanno però chiesto la liberazione di almeno una decina di “prigionieri politici” di cui il governo nega l’esistenza.
La Cev si è detta anche preoccupata per l’aumento della criminalità e dell’impunità, chiedendo che vengano affrontate “le cause strutturali del problema”. Secondo dati dell’organizzazione non governativa ‘Observatorio Venezolano de Violencia’ (Ovv) nel 2011 sono stati contati in Venezuela 19.336 omicidi, il 10% rispetto ai 17.600 del 2010. Sempre secondo la stessa fonte, tra il 1998 e il 2010, nell’arco del mandato di Chávez, il tasso di morti violente si è triplicato passando da 19 a 57 omicidi ogni 100.000 abitanti; il ministro degli Interni, Tareck El Aissami, ha parlato invece di 48 omicidi ogni 100.000 abitanti.
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