Amazon, il colosso del mercato su internet, è stato accusato di sostenere la caccia commerciale ai cetacei perché beccata a vendere anche prodotti ricavati da balene, delfini e focene.
GreenReport - Il rapporto "Amazon Unpalatable Profits" di Environmental investigation agency (Eia) ed Humane society International (Hsi) ha rivelato che Amazon Japan, la società giapponese interamente controllata da Amazon Inc, vendeva centinaia di prodotti alimentari ricavati da cetacei. Eia spiega che «Nel dicembre del 2011, 147 prodotti di balena sono stati trovati in vendita su Amazon Japan. I prodotti elencati includono balenottera comune, balenottera boreale, balenottera minore e balenottera di Bryde, tutte protette dalla moratoria dell'International whaling commission sulla caccia commerciale alle balene e dalla Convention on international trade in endangered species (Cites), che ne vieta il commercio internazionale. Nonostante questo, diverse aziende vendevano balenottera comune in via di estinzione importata dall'Islanda».
Amazon Japan aveva in vendita anche carne di globicefalo e di altre specie di balena o di delfini derivanti dalla famigerata mattanza di Taiji, documentata dal film premio Oscar "The Cove".
Amazon è sta messa sotto pressione da Eia ed Hsi con una campagna di raccolte di firme ed un video (che pubblichiamo) che invitano i consumatori a dire al capo di Amazon, Jeff Bezos, di smetterla di vendere carne di balena. Lanciando la campagna Clare Perry, di Eia, aveva detto: «Amazon sta vendendo specie di cetacei minacciate e in pericolo che sono protette da due trattati internazionali. Consentendo ai produttori di vendere i prodotti di balena sui suoi siti, sta effettivamente contribuendo a sostenere un traffico insostenibile che avrebbero dovuto essere consegnato ai libri di storia molto tempo fa».
Attivisti delle due organizzazioni nel 2011 hanno comprato su Amazon Japan 8 prodotti ricavati da balene, compresa carne di balena in scatola, pezzi di balena, pancetta di balena e stufato di balena. Le analisi effettuate sui prodotti hanno rivelato che 6 campioni avevano livelli di mercurio oltre il limite nazionale giapponese nel pesce di 0,4 parti per milione (ppm) e uno aveva un livello di mercurio impressionante: 20 ppm, circa 50 volte il limite di sicurezza. Perry sottolinea: «Amazon dice che "siamo costantemente alla ricerca di modi per ridurre ulteriormente l'impatto ambientale"m , vietare questi prodotti nocivi è un modo semplice per Amazon ad assumere un impegno vero e proprio su questo principio, tutelando al contempo i propri clienti». Invece su un terzo dei 147 prodotti a base di cetacei venduti on-line non erano indicati il nome della specie, contrariamente alle leggi giapponesi sull'etichettatura. Eia spiega che «Dal momento che molti di questi prodotti provengono da Taiji, dove vengono uccisi 10 volte più delfini che balene, è probabile che Amazon Japan venda prodotti di delfini definiti erroneamente come "balena".
Secondo Mark Jones, direttore esecutivo di Hsi, «Non esiste un modo umano di uccidere le balene, perciò le creature macellate per produrre i prodotti alimentari venduti da Amazon hanno subito una morte cruenta e dolorosa. Uccidere questi grandi giganti del mare per fini di lucro è condannato dalla maggioranza delle nazioni del mondo. Come marchio globale, Amazon deve ora agire per proteggere i consumatori dai prodotti inquinati ed irrispettosi dell'ambiente ed i cetacei dallo sfruttamento crudele della caccia commerciale alle balene».
Sono bastate 24 ore di campagna per far ritirare ad Amazon la carne di balene e delfini dalla vendita, Eia ed Hsi esultano ma evidenziano che anche se la carne di cetacei è stata tolta dagli scaffali virtuali, Amazon non ha ancora detto che cambierà la sua politica commerciale sulla carne di balena, delfini e focene, quindi la campagna di pressione continuerà fono a quando Amazon Inc,non si impegnerà formalmente a vietare la vendita di parti di mammiferi marini che proverrebbero anche dal Southern Ocean Whale Sanctuary.
«Dato che Amazon.com Inc. trae profitti dalla vendita su Amazon.jp di prodotti di balena - dicono le due Ong - è responsabile non solo di agevolare la vendita di prodotti provenienti da specie minacciate e protette, ma anche di consentire la vendita di prodotti alimentari contaminati che rappresentano una minaccia potenziale per la salute le persone che li consumano».
Il Giappone, insieme ad Islanda e Norvegia, continua a cacciare le balene. Islanda e Norvegia giustificano la cosa anche con la "tradizione", mentre il Giappone dice che la sua caccia alla balena è per scopi scientifici, ma gli ambientalisti denunciano da tempo che quella carne "scientifica" in realtà finisce sugli scaffali dei supermercati o viene commerciata via internet.
Amazon sembra proprio nei guai con i sui consumatori americani ed europei: balenottera comune (Balaenoptera physalus) e balenottera borale (borealis Balaenoptera), sono definite a rischio estinzione dalla Lista Rossa Iucn; per la balenottera di Byrde di (Balaenoptera edeni) i dati sono addirittura carenti e le balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata) e a rischio di estinzione minimo.
Un rappresentante di Amazon.com ha detto laconicamente che «Le voci a cui si fa riferimento non sono disponibili per la vendita», la Perry ha risposto: "Accogliamo con favore l'iniziativa di Amazon di rimuovere i prodotti di balena dal suo sito giapponese, ma esortiamo Amazon a confermare che emanerà un divieto a livello di company per vendita di tutti i prodotti derivati da balene, delfini e focene».
GreenReport - Il rapporto "Amazon Unpalatable Profits" di Environmental investigation agency (Eia) ed Humane society International (Hsi) ha rivelato che Amazon Japan, la società giapponese interamente controllata da Amazon Inc, vendeva centinaia di prodotti alimentari ricavati da cetacei. Eia spiega che «Nel dicembre del 2011, 147 prodotti di balena sono stati trovati in vendita su Amazon Japan. I prodotti elencati includono balenottera comune, balenottera boreale, balenottera minore e balenottera di Bryde, tutte protette dalla moratoria dell'International whaling commission sulla caccia commerciale alle balene e dalla Convention on international trade in endangered species (Cites), che ne vieta il commercio internazionale. Nonostante questo, diverse aziende vendevano balenottera comune in via di estinzione importata dall'Islanda».
Amazon Japan aveva in vendita anche carne di globicefalo e di altre specie di balena o di delfini derivanti dalla famigerata mattanza di Taiji, documentata dal film premio Oscar "The Cove".
Amazon è sta messa sotto pressione da Eia ed Hsi con una campagna di raccolte di firme ed un video (che pubblichiamo) che invitano i consumatori a dire al capo di Amazon, Jeff Bezos, di smetterla di vendere carne di balena. Lanciando la campagna Clare Perry, di Eia, aveva detto: «Amazon sta vendendo specie di cetacei minacciate e in pericolo che sono protette da due trattati internazionali. Consentendo ai produttori di vendere i prodotti di balena sui suoi siti, sta effettivamente contribuendo a sostenere un traffico insostenibile che avrebbero dovuto essere consegnato ai libri di storia molto tempo fa».
Attivisti delle due organizzazioni nel 2011 hanno comprato su Amazon Japan 8 prodotti ricavati da balene, compresa carne di balena in scatola, pezzi di balena, pancetta di balena e stufato di balena. Le analisi effettuate sui prodotti hanno rivelato che 6 campioni avevano livelli di mercurio oltre il limite nazionale giapponese nel pesce di 0,4 parti per milione (ppm) e uno aveva un livello di mercurio impressionante: 20 ppm, circa 50 volte il limite di sicurezza. Perry sottolinea: «Amazon dice che "siamo costantemente alla ricerca di modi per ridurre ulteriormente l'impatto ambientale"m , vietare questi prodotti nocivi è un modo semplice per Amazon ad assumere un impegno vero e proprio su questo principio, tutelando al contempo i propri clienti». Invece su un terzo dei 147 prodotti a base di cetacei venduti on-line non erano indicati il nome della specie, contrariamente alle leggi giapponesi sull'etichettatura. Eia spiega che «Dal momento che molti di questi prodotti provengono da Taiji, dove vengono uccisi 10 volte più delfini che balene, è probabile che Amazon Japan venda prodotti di delfini definiti erroneamente come "balena".
Secondo Mark Jones, direttore esecutivo di Hsi, «Non esiste un modo umano di uccidere le balene, perciò le creature macellate per produrre i prodotti alimentari venduti da Amazon hanno subito una morte cruenta e dolorosa. Uccidere questi grandi giganti del mare per fini di lucro è condannato dalla maggioranza delle nazioni del mondo. Come marchio globale, Amazon deve ora agire per proteggere i consumatori dai prodotti inquinati ed irrispettosi dell'ambiente ed i cetacei dallo sfruttamento crudele della caccia commerciale alle balene».
Sono bastate 24 ore di campagna per far ritirare ad Amazon la carne di balene e delfini dalla vendita, Eia ed Hsi esultano ma evidenziano che anche se la carne di cetacei è stata tolta dagli scaffali virtuali, Amazon non ha ancora detto che cambierà la sua politica commerciale sulla carne di balena, delfini e focene, quindi la campagna di pressione continuerà fono a quando Amazon Inc,non si impegnerà formalmente a vietare la vendita di parti di mammiferi marini che proverrebbero anche dal Southern Ocean Whale Sanctuary.
«Dato che Amazon.com Inc. trae profitti dalla vendita su Amazon.jp di prodotti di balena - dicono le due Ong - è responsabile non solo di agevolare la vendita di prodotti provenienti da specie minacciate e protette, ma anche di consentire la vendita di prodotti alimentari contaminati che rappresentano una minaccia potenziale per la salute le persone che li consumano».
Il Giappone, insieme ad Islanda e Norvegia, continua a cacciare le balene. Islanda e Norvegia giustificano la cosa anche con la "tradizione", mentre il Giappone dice che la sua caccia alla balena è per scopi scientifici, ma gli ambientalisti denunciano da tempo che quella carne "scientifica" in realtà finisce sugli scaffali dei supermercati o viene commerciata via internet.
Amazon sembra proprio nei guai con i sui consumatori americani ed europei: balenottera comune (Balaenoptera physalus) e balenottera borale (borealis Balaenoptera), sono definite a rischio estinzione dalla Lista Rossa Iucn; per la balenottera di Byrde di (Balaenoptera edeni) i dati sono addirittura carenti e le balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata) e a rischio di estinzione minimo.
Un rappresentante di Amazon.com ha detto laconicamente che «Le voci a cui si fa riferimento non sono disponibili per la vendita», la Perry ha risposto: "Accogliamo con favore l'iniziativa di Amazon di rimuovere i prodotti di balena dal suo sito giapponese, ma esortiamo Amazon a confermare che emanerà un divieto a livello di company per vendita di tutti i prodotti derivati da balene, delfini e focene».
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.