lunedì, febbraio 20, 2012
L’Egitto ha richiamato ieri il suo ambasciatore in Siria, ufficialmente per “consultazioni”.

Misna - A dare la comunicazione è stato lo stesso ministro degli Esteri egiziano Mohammed Amr secondo cui “l’ambasciatore resterà al Cairo fino a ulteriore comunicazione”. La decisione dell’Egitto segue analoghe prese di posizione di diversi altri paesi arabi e occidentali che stanno aumentando le pressioni sul governo di Damasco dopo il veto opposto da Cina e Russia a una risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza dell’Onu due settimane fa.

In Siria, il regime del presidente Bashar Al Assad prosegue la sua doppia politica: da una parte tesse la sua tela diplomatica e fa affidamento al sostegno finora garantito da Russia e Cina oltre che da un alleato di vecchia data come l’Iran che ha inviato due navi da guerra a Tartous; dall’altra parte prosegue la sua offensiva militare contro i centri della protesta dove si è continuato a combattere anche ieri.

Sabato scorso, Assad ha incontrato a Damasco il vice-ministro degli Esteri cinese Zhai Jun. A darne notizia è stata l’agenzia di stampa siriana ‘Sana’: Assad ha espresso apprezzamento per la posizione assunta dai cinesi e sostenuto che in Siria è in corso un tentativo di rompere l’unità del paese “per limitarne peso geopolitico e ruolo storico nella regione”. Fonti vicine all’opposizione hanno invece riferito di vittime delle forze di sicurezza in particolare a Idlib, nel nord del paese.

Secondo ‘Sana’ sarebbero intanto in corso i preparativi per il referendum sulla nuova Costituzione in programma il 26 febbraio. Il ministero degli Interni ha riferito che sono 14 milioni e 600.000 i cittadini aventi diritto a votare e che per l’occasione saranno allestiti 13.835 seggi per votare.

[GB]

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