Ecco il nostro consueto appuntamento col teatrino della politica e della società italiana
di Silvio Foini
Il 17 novembre 2010 entrò in vigore l'atteso Regolamento istitutivo delle Liste di Robinson, vale a dire il registro pubblico degli abbonati che si oppongono all'utilizzo del proprio numero di telefono per vendite e promozioni commerciali la cui adozione era stata prevista dall'art. 130, comma 3 bis, del D. Lgs. 196/2003 (meglio noto come Codice privacy). Evidentemente qualcuno fa finta di essersene dimenticato, oppure fa lo gnorri pro domo sua. Quel “qualcuno”, in particolare i gestori delle linee telefoniche, seguitano imperterriti dai loro call center a disturbare la pace degli sfortunati utenti, si siano essi opposti o meno a essere tediati da fastidiose voci che magnificano aulicamente i servizi che ti offrono. “.... Noi costiamo molto meno di quella che ha lei - che ne sanno poi di quale utenza mi serve - In più non paga il canone Telecom... Con noi avrà la possibilità di chiamare tutti al costo di uno scatto...”. Solo che lo scatto poi viene a te, e non mandi la sconosciuta interlocutrice a quel paese solo perché sei moderatamente educato.
Non è possibile che le sgradite telefonate ti colpiscano mentre stai seduto al desco serale e fai quattro chiacchiere con moglie e figli: levi di bocca quel che stai gustando, dato che sei bene educato e sai che non si risponde masticando, sollevi il ricevitore e senti melodiare una vocetta lontana, ormai spesso di un’extracomunitaria che ti chiede se per caso sei tu il titolare dell’utenza. Ma mi prendi in giro?! Se hai composto il mio numero telefonico di rete fissa sai benissimo chi io sia! Poi inizia la manfrina di cui sopra.
Se per caso riagganci, un attimo dopo risquilla il telefono: “...Scusi sono ancora quella della... deve essersi interrotta la comunicazione...”. “No, non si è interrotta: ho riagganciato il telefono io. Non mi chiami più per favore. Almeno per stasera. Dovrei mangiare!”. Ti senti rispondere che lei in fondo fa solo il suo lavoro e che tu non hai il diritto di sbattergli in faccia la cornetta e altre lamentazioni sul diritto al lavoro e via discorrendo.
Che devi fare? Intanto quel che hai nel piatto si raffredda e tua moglie sbuffa facendoti segno di riattaccare. Ti vien voglia di alzare gli occhi al cielo e domandare al Padre Celeste: “Che ho fatto oggi di male?”. Basta per favore!
di Silvio Foini
Il 17 novembre 2010 entrò in vigore l'atteso Regolamento istitutivo delle Liste di Robinson, vale a dire il registro pubblico degli abbonati che si oppongono all'utilizzo del proprio numero di telefono per vendite e promozioni commerciali la cui adozione era stata prevista dall'art. 130, comma 3 bis, del D. Lgs. 196/2003 (meglio noto come Codice privacy). Evidentemente qualcuno fa finta di essersene dimenticato, oppure fa lo gnorri pro domo sua. Quel “qualcuno”, in particolare i gestori delle linee telefoniche, seguitano imperterriti dai loro call center a disturbare la pace degli sfortunati utenti, si siano essi opposti o meno a essere tediati da fastidiose voci che magnificano aulicamente i servizi che ti offrono. “.... Noi costiamo molto meno di quella che ha lei - che ne sanno poi di quale utenza mi serve - In più non paga il canone Telecom... Con noi avrà la possibilità di chiamare tutti al costo di uno scatto...”. Solo che lo scatto poi viene a te, e non mandi la sconosciuta interlocutrice a quel paese solo perché sei moderatamente educato.
Non è possibile che le sgradite telefonate ti colpiscano mentre stai seduto al desco serale e fai quattro chiacchiere con moglie e figli: levi di bocca quel che stai gustando, dato che sei bene educato e sai che non si risponde masticando, sollevi il ricevitore e senti melodiare una vocetta lontana, ormai spesso di un’extracomunitaria che ti chiede se per caso sei tu il titolare dell’utenza. Ma mi prendi in giro?! Se hai composto il mio numero telefonico di rete fissa sai benissimo chi io sia! Poi inizia la manfrina di cui sopra.
Se per caso riagganci, un attimo dopo risquilla il telefono: “...Scusi sono ancora quella della... deve essersi interrotta la comunicazione...”. “No, non si è interrotta: ho riagganciato il telefono io. Non mi chiami più per favore. Almeno per stasera. Dovrei mangiare!”. Ti senti rispondere che lei in fondo fa solo il suo lavoro e che tu non hai il diritto di sbattergli in faccia la cornetta e altre lamentazioni sul diritto al lavoro e via discorrendo.
Che devi fare? Intanto quel che hai nel piatto si raffredda e tua moglie sbuffa facendoti segno di riattaccare. Ti vien voglia di alzare gli occhi al cielo e domandare al Padre Celeste: “Che ho fatto oggi di male?”. Basta per favore!
Tweet |
Sono presenti 5 commenti
Con questo simpatico articolo hai posto mano ad un vero problema di stolking: non se ne può più.
Ad ogni ora e non solo di sera disturbano. Non puoi fare un sonnellino postprandiale che suona il telefono e un idiota ti dice che sarebbe bene cambiare compagnia telefonica. Non si può farli smettere una volta per tutte?
Certo. Trattarli a pesci in faccia
Quando vengo interpellata in orari scomodi penso: e se fosse mio figlio all'altro capo del telefono che si adatta a fare questo lavoro per racimolare due soldi? Questo pensiero mi trattiene dall'essere scortese.
Questa é una buona ragione.
Perchè non fanno volantinaggio invece di telefonare? Chi é interessato poi telefona lui no?
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.