C’è un problema ‘gas’ per l’Italia, dopo la decisione russa di tagliare il 30 percento delle forniture annunciata e resa operativa da fine settimana scorsa.
E-ilmensile - Le parole di prudenza e rassicurazione espresse dal governo – ‘la situazione è monitorata’ – trovano accento diverso nelle parole dell’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, che in una intervista a Radio 24 ha dichiarato: «Attendiamo un’altra ondata di freddo in Russia e non sappiamo che comportamento avrà Gazprom giovedì e venerdì. Ci stiamo preparando a momenti ancora difficili. Per questa ragione c’è la riunione domani al ministero dello Sviluppo, per prepararci a un’ulteriore emergenza. Nella peggiore delle ipotesi dovremo intervenire sugli interrompibili». Gli «interrompibili», sono secondo le parole dello stesso Scaropni «quelle aziende che hanno dei contratti in base ai quali si può interrompere il flusso del gas e mettere in atto tutte quelle misure che il ministero ha già preparato da tempo per far fronte a un’emergenza come questa».
Al di là della situazione critica e alcune volte drammatica di diverse località italiane in cui si registrano cittadine e paesi completamente isolati, con penuria di viveri, nessuna somministrazione di elettricità e mancanza d’acqua, ci sono già le prime stime sui danni causati dalla gelata per l’agricoltura. Secondo Coldiretti il taglio delle forniture di verdure e altri prodotti deperibili sarà pari al 30 percento.
Fino ad oggi, scrive Coldiretti, «decine di migliaia di chilometri di strade nelle campagne ed anche nei centri urbani sono state pulite grazie all’utilizzo trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime adattati per la distribuzione del sale contro il gelo, ma la situazione resta difficile ed l’impegno continua». «Il danno per la filiera agroalimentare ammonta già – afferma la Coldiretti – a cento milioni di euro, non solo per le difficoltà nei trasporti che hanno impedito la consegna di oltre centomila tonnellate di frutta, verdura, uova, latte fresco ed altri prodotti deperibili, ma anche perchè le piante cedono sotto il peso della neve mentre si registra una impennata nei costi di riscaldamento delle serre»
E-ilmensile - Le parole di prudenza e rassicurazione espresse dal governo – ‘la situazione è monitorata’ – trovano accento diverso nelle parole dell’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, che in una intervista a Radio 24 ha dichiarato: «Attendiamo un’altra ondata di freddo in Russia e non sappiamo che comportamento avrà Gazprom giovedì e venerdì. Ci stiamo preparando a momenti ancora difficili. Per questa ragione c’è la riunione domani al ministero dello Sviluppo, per prepararci a un’ulteriore emergenza. Nella peggiore delle ipotesi dovremo intervenire sugli interrompibili». Gli «interrompibili», sono secondo le parole dello stesso Scaropni «quelle aziende che hanno dei contratti in base ai quali si può interrompere il flusso del gas e mettere in atto tutte quelle misure che il ministero ha già preparato da tempo per far fronte a un’emergenza come questa».
Al di là della situazione critica e alcune volte drammatica di diverse località italiane in cui si registrano cittadine e paesi completamente isolati, con penuria di viveri, nessuna somministrazione di elettricità e mancanza d’acqua, ci sono già le prime stime sui danni causati dalla gelata per l’agricoltura. Secondo Coldiretti il taglio delle forniture di verdure e altri prodotti deperibili sarà pari al 30 percento.
Fino ad oggi, scrive Coldiretti, «decine di migliaia di chilometri di strade nelle campagne ed anche nei centri urbani sono state pulite grazie all’utilizzo trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime adattati per la distribuzione del sale contro il gelo, ma la situazione resta difficile ed l’impegno continua». «Il danno per la filiera agroalimentare ammonta già – afferma la Coldiretti – a cento milioni di euro, non solo per le difficoltà nei trasporti che hanno impedito la consegna di oltre centomila tonnellate di frutta, verdura, uova, latte fresco ed altri prodotti deperibili, ma anche perchè le piante cedono sotto il peso della neve mentre si registra una impennata nei costi di riscaldamento delle serre»
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