martedì, febbraio 21, 2012
L’Ue salverà la Grecia dalla bancarotta. Questa è la conclusione della maratona negoziale di questa notte.

E-ilmensile - Tredici ore di trattative al termine delle quali, nonostante le resistenze olandesi, i ministri delle Finanze dell’Eurozona hanno approvato lo stanziamento di 130 miliardi di euro a favore di Atene, per impedire che il Paese dichiari il crack. Il tempo stringeva: la Grecia avrebbe rischiava di dichiarare il fallimento addirittura il 20 marzo. I soldi arriveranno ma a un prezzo molto alto. Atene infatti si è dovuta impegnare a ridurre il proprio debito pubblico, attualmente al 160 per cento del Pil, al 120,5 per cento nel giro di otto anni.

Ma non è tutto. La clausola più punitiva è quella che concerne la “presenza aumentata e permanente” di osservatori Ue nelle stanze del potere di Atene, per verificare che, soprattutto nei prossimi due mesi, parlamento e governo adottino una serie di leggi che diano al ripianamento del debito la priorità sul finanziamento dei servizi governativi. L’accordo è stato commentato con grande soddisfazione dal Primo ministro greco Lucas Papademos, che si è detto “molto felice” ma anche da Jean Claude Junker, premier lussemburghese, a capo del gruppo che riunisce i ministri delle Finanze dell’Eurozona, e da Christine Lagarde, numero uno del Fondo monetario internazionale, presente durante il negoziato notturno, secondo la quale la Grecia potrà tornare a essere competitiva. Per Atene quindi si prospetta una cura draconiana sulla cui utilità non sono pochi ad esprimere dubbi: i 110 miliardi stanziati da Ue e Fmi nel 2010 non hanno impedito che la malattia greca peggiorasse. Inoltre, una cura così pesante richia di dare un colpo definitivo alla debolissima economia greca.

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