martedì, febbraio 28, 2012
Le potature del verde pubblico potranno nuovamente essere impiegate nelle centrali di teleriscaldamento a biomassa legnosa vergine. Con la conversione in legge del decreto legge 25 gennaio 2012, n.2 e le modifiche apportate finisce un'anomalia che comportava uno spreco per i Comuni e che penalizzava il settore delle biomasse.

Qualenergia - Potature e ramaglia dalla manutenzione del verde pubblico potranno nuovamente essere impiegate a fini energetici e in particolare per la produzione di calore dalle centrali di teleriscaldamento a biomassa legnosa vergine. Con la conversione in legge del decreto legge 25 gennaio 2012, n.2 e le modifiche apportate finisce quella un'anomalia che comportava uno spreco e penalizzava il settore delle biomasse. Da Natale 2010 per la legge, infatti, le potature del verde pubblico non erano più considerate “sottoprodotti” ma “rifiuti” e come tali devono essere smaltite, con tutte le complicazioni del caso, una stranezza introdotta lo scorso 25 dicembre, con l'entrata in vigore del D.Lgs. 3 dicembre 2010. Gli effetti pratici di questo ce li avevano raccontati Marino Berton, il presidente Aiel e Walter righini di Fiper alcuni mesi fa (Qualenergia.it, Quel verde urbano che viene considerato rifiuto): le ramaglie e gli altri scarti del verde non potevano più andare ad alimentare gli impianti a biomassa "normali" (a biomassa legnosa vergine) ma dovevano fine negli inceneritori o in discarica.

“Tutti gli accordi e le convenzioni stipulate tra le pubbliche amministrazioni (che attraverso le aziende municipalizzate locali si impegnavano nella fasi di ritiro e selezione della biomassa, ndr) e i gestori degli impianti autorizzati ad essere alimentati a biomasse vegetali per la produzione di energia, sono di fatto annullati”, ci aveva spiegato Berton. Oltre a questo, aggiunge Righini di Fiper, c'è stato “un aumento di prezzo degli altri combustibili legnosi provocando gravi e pesanti ripercussioni per chi si era attrezzato all’utilizzo di detto materiale".

E' la rottura di “un circolo virtuoso”, lamentava il presidente di Fiper: “si trasformava di fatto, in particolare per l’ente pubblico, un costo di smaltimento in una sinergia a favore della collettività. L’effetto di questa misura comporta esclusivamente un ulteriore costo di smaltimento per la collettività e l’impossibilità di mettere a punto per le imprese nuove filiere virtuose di approvvigionamento di biomassa legnosa, confermando il solito negativo sistema italiano di non dare alcuna certezza temporale agli operatori del settore nell’adozione delle norme appena approvate”. “Assurdo – lamentava Berton - inviare in discarica delle biomasse vegetali che possono essere un ottimo combustibile, obbligando poi le amministrazioni pubbliche ad accollarsi il costo di smaltimento (in alcuni casi superiore ai 60 euro ton).”

Ora finalmente la situazione è risolta, anche se ancora manca la pubblicazione del nuovo testo in Gazzetta. All’art. 1 punto B la modifica all’art.185 del Testo Unico Ambientale relativo all’impiego delle potature di verde pubblico e privato ne autorizza infatti espressamente l'uso a fini energetici .

Fiper aveva già manifestato l’apprezzamento per l’emendamento approvato alla Camera il 14 febbraio riguardo l’impiego delle potature del verde privato e pubblico, ratificato dalla Legge appena approvata. Il presidente Righini ribadisce l’importanza di questo provvedimento nell’ottica di promuovere la diversificazione delle filiere di approvvigionamento e la manutenzione degli alberi presenti sul territorio.

Righini si sofferma su questo ultimo punto: “nelle trascorse settimane caratterizzate dalla neve, si è assistito al paradosso di non poter utilizzare a fini energetici i rami degli alberi pericolosi presenti nei propri giardini o parchi cittadini perché considerati rifiuti non pericolosi…Questa misura finalmente riconosce il valore economico dell’uso dei sottoprodotti legnosi e incentiva le filiere virtuose”. Continua:” Manca ancora il passaggio in Gazzetta Ufficiale….Ma gli operatori si stanno già attivando per ridefinire i contratti interrotti 2 anni fa!"

Redazione Qualenergia.it

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