Nonostante le precarie connessioni internet, il vescovo di Ambanja, mons. Rosario Vella, è riuscito a mettersi in contatto con l’agenzia Fides comunicando alcune informazioni sul ciclone Giovanna che il 13 febbraio è entrato dalla zona est del Madagascar.
Radio Vaticana - “La prima città che ha incontrato è stata Vatomandry, poi Brickaville e Moramanga” riferisce il vescovo. “In queste tre città ci sono stati i danni principali. Il vento è stato molto forte e una pioggia intensa si è abbattuta su tutta la regione. Le notizie per ora non sono molte: i telefoni sono bloccati e le comunicazioni sono molto difficili. Ho cercato di mettermi in contatto con mons. Gaetano Di Pierro, vescovo di Moramanga, ma ancora non ci sono riuscito. Le notizie ufficiali parlano di tre morti e di un numero non ben determinato di senza tetto. Il danno principale invece è certamente quello alle coltivazioni. Le risaie sono inondate e non è sicuro che il riso darà il suo raccoltomore. Anche altre colture, come mais, manioca, fagioli, legumi, sono state fortemente danneggiate. Il pericolo della carestia in queste zone è sempre in agguato. Il ciclone ha poi proseguito la sua traiettoria: Tananarive, Antsirabe, Morondava. La città di Tanà non ha avuto elettricità per quasi tutta la giornata. Molti alberi sono caduti in mezzo alle strade bloccando la circolazione. Così pure i pali dell'elettricità, cadendo, hanno bloccato il traffico. La zona di Ambanja non è stata per nulla toccata: abbiamo avuto un pò di pioggia ma niente di speciale”, conclude mons. Vella. (R.P.)
Radio Vaticana - “La prima città che ha incontrato è stata Vatomandry, poi Brickaville e Moramanga” riferisce il vescovo. “In queste tre città ci sono stati i danni principali. Il vento è stato molto forte e una pioggia intensa si è abbattuta su tutta la regione. Le notizie per ora non sono molte: i telefoni sono bloccati e le comunicazioni sono molto difficili. Ho cercato di mettermi in contatto con mons. Gaetano Di Pierro, vescovo di Moramanga, ma ancora non ci sono riuscito. Le notizie ufficiali parlano di tre morti e di un numero non ben determinato di senza tetto. Il danno principale invece è certamente quello alle coltivazioni. Le risaie sono inondate e non è sicuro che il riso darà il suo raccoltomore. Anche altre colture, come mais, manioca, fagioli, legumi, sono state fortemente danneggiate. Il pericolo della carestia in queste zone è sempre in agguato. Il ciclone ha poi proseguito la sua traiettoria: Tananarive, Antsirabe, Morondava. La città di Tanà non ha avuto elettricità per quasi tutta la giornata. Molti alberi sono caduti in mezzo alle strade bloccando la circolazione. Così pure i pali dell'elettricità, cadendo, hanno bloccato il traffico. La zona di Ambanja non è stata per nulla toccata: abbiamo avuto un pò di pioggia ma niente di speciale”, conclude mons. Vella. (R.P.)
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