domenica, febbraio 26, 2012
L’allarme viene lanciato dal Centro studi e indagine sullo sviluppo e l’assistenza sociale (Ceidas) del Messico: circa 12 milioni di messicani non hanno i mezzi sufficienti per sopravvivere e, quindi, le loro vite sono a rischio a causa della malnutrizione, ma anche per le malattie ad essa collegate.

Radio Vaticana - Il rapporto presentato dal Ceidas, di cui riferisce l’agenzia Misna, parla di oltre 85mila vittime tra il 2001 e il 2010, contro i 49mila morti legati alla violenza dei narcotrafficanti, stando ai dati ufficiali forniti dall’Istituto nazionale di statistica e geografia (Inegia), la Procura generale e la Camera dei deputati. I decessi per fame, quindi, hanno superato anche quelli della faida tra i cartelli della droga, fenomeno che si è molto acuito dal 2006, con l’arrivo alla presidenza di Felipe Calderón. “La povertà non è solo un problema passeggero, purtroppo – sono state le parole del presidente del Ceidas, Mario Luis Fuentes, alla presentazione del rapporto – ma una realtà consolidata in almeno 339 Comuni del Paese”. Il direttore ha, poi, evidenziato come il problema si allarghi dalla mancanza di cibo alla mancanza d’acqua in appezzamenti di terra non irrigati, dalla quale deriva l’incapacità di molti capi famiglia di provvedere ai loro figli. L’auspicio è quello di una profonda revisione della politica sociale al fine di elaborare una proposta che crei equità e un nuovo patto sociale a garanzia del rispetto dei diritto della popolazione. (R.B.)

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