Era fuggito in Belgio ed è stato arrestato dagli uomini dell'Interpol di Roma in un locale di Liegi
Liberainformazione - Da tutti, a Niscemi, era conosciuto con l'epiteto di “ucchiu di vitru”: uno dei più freddi killer a disposizione della famiglia Russo, affiliata alla stidda. Gaetano Trainito, quarantanovenne e pluripregiudicato, è stato scoperto dagli agenti della mobile di Caltanissetta, da quelli di Padova, dai poliziotti del commissariato di Niscemi e dagli uomini dell'Interpol di Roma, in un piccolo locale di Liegi, in Belgio.
Stava bevendo una birra tra i tavoli del Centro culturale italiano. Lui, però, già da qualche settimana, era ricercato in mezz'Europa: dopo la sua evasione dal carcere di Padova, le indagini sono scattate immediate. Gaetano Trainito, preciso killer di mafia nonostante la mancanza dell'occhio sinistro sostituito con uno di vetro, aveva fatto perdere le sue tracce lo scorso 11 novembre.
La direzione del penitenziario padovano gli aveva concesso un permesso premio per assistere, a Niscemi, ai funerali della madre. Dopo la sua breve visita in Sicilia, però, Trainito non fece più ritorno tra le sbarre, tutt'altro. La sua meta fu il Belgio: a Liegi, vivono la moglie e i figli. Ventidue anni fa, il niscemese sposò la figlia di un noto affiliato alla stidda di Vittoria, in provincia di Ragusa, e la sua vita continuò proprio a Liegi. Un territorio nel quale riusciva a muoversi con molta facilità. L'ex killer del clan Russo aveva già affittato un appartamento a poca distanza da quello della famiglia.
Le indagini condotte dagli inquirenti, però, hanno reso l'evasione priva di un lieto fine. Gaetano Trainito deve ancora scontare 12 anni di reclusione: una pena che si concluderà solo nell'ottobre del 2024. I giudici della corte d'assise d'appello di Milano, nel 2003, lo dichiararono colpevole dei reati di omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Il niscemese, però, aveva già sul proprio capo diverse condanne per omicidi e traffico di droga. Nel 1993, i magistrati del tribunale di Caltagirone gli fecero notificare un'ordinanza di custodia cautelare in carcere accusandolo di 14 omicidi.
Nel 2001, invece, era stato arrestato, sempre in Belgio, dopo aver cercato di evitare una condanna a tre anni di reclusione per un tentato omicidio che ebbe come scenario la frazione balneare di Scoglitti, nel territorio di Vittoria. Tutti fatti, comunque, legati all'aspra guerra scatenata, nella zona fra Gela e Niscemi, dai clan. Stando agli inquirenti che si sono occupati delle indagini, “Tanu ucchiu di vitru” aveva progettato di spostarsi in Germania: qui, avrebbe potuto sfruttare la complicità di altri esponenti del gruppo stiddaro dei Russo, da anni residenti in diverse città dell'area.
Per rimettere le manette ai polsi di Gaetano Trainito è stato necessario un mandato d'arresto europeo, firmato dal procuratore generale presso la corte d'appello di Milano Al momento del fermo, il niscemese, stando a quanto trapela, non si aspettava che dalle porte del Centro culturale italiano potessero fare ingresso i poliziotti giunti a Liegi per mettere fine alla sua latitanza. Adesso, verrà trasferito in Italia: deve finire di scontare i 12 anni ancora rimastigli e, inoltre, si troverà, per l'ennesima volta, davanti ad un giudice.
In questo caso, però, dovrà difendersi dall'accusa di evasione. Gli investigatori, inoltre, stanno vagliando la posizione di possibili complici dell'uomo che, nel corso di queste settimane, ne avrebbero coperto la latitanza.
Liberainformazione - Da tutti, a Niscemi, era conosciuto con l'epiteto di “ucchiu di vitru”: uno dei più freddi killer a disposizione della famiglia Russo, affiliata alla stidda. Gaetano Trainito, quarantanovenne e pluripregiudicato, è stato scoperto dagli agenti della mobile di Caltanissetta, da quelli di Padova, dai poliziotti del commissariato di Niscemi e dagli uomini dell'Interpol di Roma, in un piccolo locale di Liegi, in Belgio.
Stava bevendo una birra tra i tavoli del Centro culturale italiano. Lui, però, già da qualche settimana, era ricercato in mezz'Europa: dopo la sua evasione dal carcere di Padova, le indagini sono scattate immediate. Gaetano Trainito, preciso killer di mafia nonostante la mancanza dell'occhio sinistro sostituito con uno di vetro, aveva fatto perdere le sue tracce lo scorso 11 novembre.
La direzione del penitenziario padovano gli aveva concesso un permesso premio per assistere, a Niscemi, ai funerali della madre. Dopo la sua breve visita in Sicilia, però, Trainito non fece più ritorno tra le sbarre, tutt'altro. La sua meta fu il Belgio: a Liegi, vivono la moglie e i figli. Ventidue anni fa, il niscemese sposò la figlia di un noto affiliato alla stidda di Vittoria, in provincia di Ragusa, e la sua vita continuò proprio a Liegi. Un territorio nel quale riusciva a muoversi con molta facilità. L'ex killer del clan Russo aveva già affittato un appartamento a poca distanza da quello della famiglia.
Le indagini condotte dagli inquirenti, però, hanno reso l'evasione priva di un lieto fine. Gaetano Trainito deve ancora scontare 12 anni di reclusione: una pena che si concluderà solo nell'ottobre del 2024. I giudici della corte d'assise d'appello di Milano, nel 2003, lo dichiararono colpevole dei reati di omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Il niscemese, però, aveva già sul proprio capo diverse condanne per omicidi e traffico di droga. Nel 1993, i magistrati del tribunale di Caltagirone gli fecero notificare un'ordinanza di custodia cautelare in carcere accusandolo di 14 omicidi.
Nel 2001, invece, era stato arrestato, sempre in Belgio, dopo aver cercato di evitare una condanna a tre anni di reclusione per un tentato omicidio che ebbe come scenario la frazione balneare di Scoglitti, nel territorio di Vittoria. Tutti fatti, comunque, legati all'aspra guerra scatenata, nella zona fra Gela e Niscemi, dai clan. Stando agli inquirenti che si sono occupati delle indagini, “Tanu ucchiu di vitru” aveva progettato di spostarsi in Germania: qui, avrebbe potuto sfruttare la complicità di altri esponenti del gruppo stiddaro dei Russo, da anni residenti in diverse città dell'area.
Per rimettere le manette ai polsi di Gaetano Trainito è stato necessario un mandato d'arresto europeo, firmato dal procuratore generale presso la corte d'appello di Milano Al momento del fermo, il niscemese, stando a quanto trapela, non si aspettava che dalle porte del Centro culturale italiano potessero fare ingresso i poliziotti giunti a Liegi per mettere fine alla sua latitanza. Adesso, verrà trasferito in Italia: deve finire di scontare i 12 anni ancora rimastigli e, inoltre, si troverà, per l'ennesima volta, davanti ad un giudice.
In questo caso, però, dovrà difendersi dall'accusa di evasione. Gli investigatori, inoltre, stanno vagliando la posizione di possibili complici dell'uomo che, nel corso di queste settimane, ne avrebbero coperto la latitanza.
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