sabato, febbraio 18, 2012
Il capo della diplomazia della Ue soddisfatta per l'apertura di Teheran. Per Hillary Clinton, la recente lettera è "quanto ci aspettavamo". Ma il ministro degli Esteri inglese teme una "guerra fredda" in Medio oriente. Navi da guerra iraniane nel Mediterraneo, mentre Ahmadinejad parla di legami fra nazioni su questioni etiche e umanitarie.

Asianews - Stati Uniti e Unione europea esprimo cauto ottimismo in merito all'apertura di Teheran, disponibile a riprendere il tavolo dei colloqui sul programma nucleare iraniano. Tuttavia, il ministro inglese degli Esteri William Hague avverte che le ambizioni atomiche degli ayatollah potrebbero far precipitare il Medio oriente in "una nuova Guerra fredda", perché "altre nazioni" nell'area "vorranno dotarsi" della stessa tecnologiamore. Ad alzare il livello di tensione contribuisce la notizia, diffusa oggi, di un ingresso nel Mediterraneo di navi da guerra iraniane>.

L'agenzie ufficiale Irna rilancia l'annuncio dell'ammiraglio Habibollah Sayyari, comandante della marina iraniana, secondo cui un incrociatore e una nave cisterna hanno passato - per la seconda volta in un anno - lo Stretto di Suez e sono entrate nel Mediterraneo. Le navi da guerra sarebbero dirette verso le coste siriane per "mostrare la potenza della Repubblica islamica" e, al tempo stesso, "portare un messaggio di pace e amicizia" nella Regione.

Sul fronte nucleare, intanto, Stati Uniti e Unione europea accolgono con favore la disponibilità iraniana alla ripresa dei colloqui. Per Hillary Clinton, segretario di Stato Usa, la lettera inviata da Teheran - in risposta a una missiva del capo della diplomazia europea Catherine Ashton dell'ottobre scorso - è "quanto ci aspettavamo" da tempo. La Ashton conferma la "cautela" ma non nasconde "ottimismo" per una ripresa dei dialoghi.

Intanto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è rientrato a Teheran a conclusione del vertice trilaterale con Pakistan e Afghanistan. A margine del summit egli ha parlato di nucleare, sottolineando che "la bomba atomica andrebbe esclusa dai vincoli politici" mondiali, perché "non ha mai reso nessuno più forte di altri e non potrà mai essere utilizzata". E la Repubblica islamica, ha aggiunto, crea legami con le altre nazioni "andando oltre le questioni economiche e le bombe", ma concentrandosi su "questioni umanitarie, storiche e culturali".

Il tavolo dei negoziati a Sei sul nucleare iraniano - che riguarda Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania - si è interrotto lo scorso anno. Teheran vuole allargare il tavolo delle discussioni ad altre tematiche e insiste che il proprio programma è di natura "pacifica" e non è volto alla costruzione della bomba atomica. Un sospetto, invece, nutrito dagli Stati Uniti e dall'Occidente, che hanno promosso sanzioni economiche, mentre Israele insiste sulla necessità di un attacco per sventare la "minaccia" iraniana.

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