venerdì, febbraio 03, 2012
La Cassazione ha incredibilmente esteso per i casi di violenza sessuale di gruppo la possibilità di concedere agli indagati misure cautelari alla carcerazione

di Silvio Foini

C’è da rimanere esterrefatti: se una donna viene aggredita e stuprata da un gruppo di “spostati”, non è poi un reato così grave. Se l’aggressore è uno solo, evidentemente la faccenda è molto più seria. Siamo al paradosso o allo sfacelo? Certo, si sa, le donne son fatte solo per far divertire gli uomini secondo alcuni, e secondo gli esempi che ci sono piovuti addosso recentemente, anche da molto in alto. Non è importante l’esempio, mentre lo è invece il degrado morale dilagante che impera.

Leggiamo i giornali e rendiamoci conto dove stiamo andando a finire: corruzione a piene mani, spesso giudicata con troppa leggerezza, quando non velatamente giustificata; fatali distrazioni su un ponte di comando di una nave con a bordo più di 4mila passeggeri perché il grande comandante sta valutando altre rotte da percorre gaudente; palazzi acquistati e rivenduti in giornata con plusvalenze da favola; milioni di euro alle ortiche (quelli versati a partiti che nemmeno esistono più); presidenti del consiglio che sparano barzellette sul lavoro fisso dei giovani disoccupati. Così non si va da nessuna parte… si avvicina solo la fine di una civiltà. Sarebbe opportuno, da parte di molti papaveri che intervistati non sanno nemmeno cosa sia la Tobin Tax pur sedendo in Parlamento, andarsi a rileggere la Storia per capire le ragioni che portarono al declino di grandi civiltà. Una su tutte? Il comportamento odierno!

Meno male che alcune donne (Mara Carfagna, Barbara Pollastrini, la senatrice Ombretta Colli e la deputata Barbara Saltamartini) sono insorte indignate davanti alla sentenza della Cassazione. E bene sottolinea Donata Lenzi del PD che la sentenza darà una spinta ulteriore al silenzio delle povere donne che subiranno violenza. Come si suol dire, oltre al danno, la beffa. Solo che questa sarà avvilente ed amarissima.

Sono presenti 10 commenti

Anonimo ha detto...

Che sfacelo questa nostra società!! Nell'articolo è ben descritto il degrado morale dal quale sarà difficile uscire. Ci sarà una via? Forse si, se Gesù tornasse sulla terra!Sono ottimista per natura , ma ogni volta che leggo notizie come quelle sopra riportate , penso che davvero simo arrivati al capolinea del mondo.Però spero che non sia così, non sono più giovane ma ho ancora qualche progetto da realizzare.

Anonimo ha detto...

Se non scomodiamo il Signore ma se ci impegneremo a fare pulizia della feccia che sta intorno ce la faremo certamente.Ho a mia volta dei bei progettini e spero di realizzarli prima che finsca tutto a p.........

Anonimo ha detto...

Scusa, di quali "Progettini" parli?

Anonimo ha detto...

Magari di riuscire a andare in pensione fra 10anni!

Anonimo ha detto...

Allora te lo auguro.

Anonimo ha detto...

grazie ma la vedo grigina

Anonimo ha detto...

Mi pare che su questa sentenza della Cassazione si sia speculato più del dovuto. Nel nostro sistema vige il principio della presunzione di innocenza: l'indagato di stupro, come di qualunque altro reato, è considerato innocente fino alla condanna definitiva. Le misure cautelari, a meno che non le si voglia trasformare in una forma di pena anticipata, devono rispondere a talune esigenze, appunto "cautelari", individuate tassativamente dal legislatore (ossia prevenire il pericolo di fuga o di inquinamento probatorio o di commissione di nuovi reati)e applicate secondo un principio di gradualità, per cui, se il giudice ritiene che le suddette esigenze possano essere soddisfatte con misure meno gravi ma egualmente efficaci (es. arresti domiciliari invece che carcere), queste vanno preferite, dovendo considerarsi la custodia cautelare in carcere come l'extrema ratio. La cassazione nella sua pronuncia non ha fatto altro che ribadire questo principio, applicandolo anche a reati gravi come lo stupro di gruppo. L'indignazione forse nasce nell'opinione pubblica dall'incapacità di distinguere tra misure cautelari ed esecuzione della pena. Ma in uno stato di diritto, piaccia o no, le pene si scontano dopo la condanna definitiva e non prima!

Anonimo ha detto...

Giusta affermazione. Ma se i rei sono confessi?
Certo, anche i domiciliari sono efficaci ma la donna violentata vede dare troppo poca importanza
a ciò che ha subito. La condanna dovrebbe essere alla fine più pesante ed esemplare.

Anonimo ha detto...

Ricordate il vecchio film Il giustiziere della notte con Charles Bronson? La giustizia ai porci violentatori la si fa così! Troppo lassismo e leggi inadeguate. Io sono torinese e non di Palermo ma non esiterei un attimo a tagliargli gli attributi ai degradati che compiano violenza sulle donne. Altro che avvocati difensori!!!!!!!

Anonimo ha detto...

La pena non serve a dare soddisfazione alle vittime, bensì a distogliere altri dal commettere reati (prevenzione generale), ad impedire che il condannato, rimanendo a piede libero, possa fare altre vittime (prevenzione speciale)e a favorire il recupero e la rieducazione del condannato (funzione rieducativa). P. s.: io sono siciliano! che credete che in Sicilia siamo dei trogloditi? In qualche caso sappiamo essere più civili di certa gente "civilizzata" del Nord.

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