martedì, febbraio 21, 2012
Per la prima volta nella storia del paese il Carnevale nazionale, un evento molto radicato nella cultura e nella tradizione haitiana, non si tiene nella capitale Port-au-Prince ma 200 chilometri più a sud, a Les Cayes, la terza città del paese.

Haiti (Misna) - Il presidente Michel Martelly, che a Les Cayes aveva ottenuto un forte appoggio elettorale, ha partecipato in prima persona, domenica, al primo dei tre giorni di sfilate e festeggiamenti che si concluderanno oggi, martedì grasso. Abituato al palcoscenico e ai contatti con la folla, l’ex cantautore eletto nel 2011 ha preso in mano il microfono e si è mischiato alla folla intonando canti e slogan a partire dal tema scelto per quest’anno, il “Decollo di Haiti”.

Dopo il devastante terremoto nel 2010 e le tensioni seguite alle elezioni nel 2011, è la prima volta in tre anni che il Carnevale si festeggia di nuovo ufficialmente. Tre giorni festivi sono stati concessi a tutti gli abitanti di uno dei paesi più poveri al mondo.

Una tregua – sottolineano fonti della MISNA sentite a Port-au-Prince – che spezza un clima politico rovente, segnato da tensioni, sospetti e disaccordi tra i dirigenti del paese su più livelli. Al già noto braccio di ferro tra il presidente Martelly e il Parlamento, dominato dall’opposizione, si è innescata una crisi di fiducia tra lo stesso presidente e il primo ministro, Garry Conille, sul dossier della nazionalità degli eletti.

Lo scorso 16 febbraio, alla convocazione dei ministri e dei segretari di Stato da parte della Commissione senatoriale per la verifica della nazionalità, si è presentato soltanto Conille, in aperto contrasto con il suo esecutivo e con il presidente, fautori di una risoluzione che consente ai membri del governo di non rispondere alle richieste del Senato. Il periodo è cruciale anche in vista delle elezioni senatoriali parziali previste a maggio.

Attivo comunicatore, promotore di una “diplomazia degli affari”, il presidente Martelly ha annunciato l’avvio di numerosi progetti per lo sviluppo del paese, tra cui la scuola gratuita per oltre 700.000 bambini, il ricollocamento degli sfollati del terremoto. Secondo fonti della MISNA nel paese, però, sono sforzi minimi in un oceano di bisogni in cui un intero popolo lotta per non annegare.

[CC]

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