Con 137 voti a favore, 12 contrari e 17 astensioni l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione in cui condanna “la prosecuzione di violazioni generalizzate e sistematiche dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali da parte delle autorità siriane”.
Misna - Il documento esorta il governo siriano “a mettere immediatamente fine a tutte le violazioni dei diritti umani e agli attacchi contro i civili, a proteggere la sua popolazione, a rispettare pienamente gli obblighi che gli impone il diritto internazionale”. Chiedendo a Damasco di autorizzare l’accesso degli aiuti umanitari “a tutti coloro che ne hanno bisogno”, la risoluzione esige anche che l’esecutivo di Bashar Al Assad “liberi tutte le persone che sono state detenute arbitrariamente in relazione ai recenti incidenti ; ritiri tutte le forze armate e i militari siriani da città e insediamenti e li faccia tornare e le caserme di provenienza; garantisca la libertà di manifestare pacificamente”. L’Assemblea dell’Onu chiede inoltre che sia avviato “un processo politico senza esclusione che sia guidato dai siriani e si svolga in un clima privo di violenza, paura, intimidazione ed estremismo, allo scopo di rispondere concretamente alle aspirazioni e alle preoccupazioni legittime della popolazione siriana”.
La risoluzione sostiene senza riserve “la decisione presa dalla Lega degli Stati arabi il 22 gennaio 2012, mirata a facilitare una transizione politica diretta dai siriani verso un sistema politico democratico e pluralista”. Invita quindi il segretario generale Ban Ki-moon e gli organi competenti a contribuire “agli sforzi della Lega Araba per missioni di buoni uffici” volte a “raggiungere una soluzione pacifica della crisi” e a nominare un inviato speciale. L’Assemblea esprime anche “il suo impegno costante per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale della Repubblica araba siriana”.
Da Vienna, dove ha incontrato il ministro degli Esteri russo, Serguei Lavrov, e il capo della diplomazia francese Alain Juppé, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha salutato “il messaggio tanto atteso” giunto dal Palazzo di Vetro. Prima del voto Ban aveva fatto riferimento al veto posto da Russia e Cina il 4 febbraio al Consiglio di sicurezza su un progetto di risoluzione che chiedeva la fine della repressione in Siria promosso dalla Lega Araba, affermando che “l’assenza di un accordo al Consiglio non è un’autorizzazione data al governo siriano per continuare il suo assalto contro il suo stesso popolo”. “E’ essenziale per il mondo parlare con la stessa voce per mettere fine allo spargimento di sangue e raddoppiare gli sforzi per risolvere questa crisi pacificamente” ha detto il segretario Onu.
Misna - Il documento esorta il governo siriano “a mettere immediatamente fine a tutte le violazioni dei diritti umani e agli attacchi contro i civili, a proteggere la sua popolazione, a rispettare pienamente gli obblighi che gli impone il diritto internazionale”. Chiedendo a Damasco di autorizzare l’accesso degli aiuti umanitari “a tutti coloro che ne hanno bisogno”, la risoluzione esige anche che l’esecutivo di Bashar Al Assad “liberi tutte le persone che sono state detenute arbitrariamente in relazione ai recenti incidenti ; ritiri tutte le forze armate e i militari siriani da città e insediamenti e li faccia tornare e le caserme di provenienza; garantisca la libertà di manifestare pacificamente”. L’Assemblea dell’Onu chiede inoltre che sia avviato “un processo politico senza esclusione che sia guidato dai siriani e si svolga in un clima privo di violenza, paura, intimidazione ed estremismo, allo scopo di rispondere concretamente alle aspirazioni e alle preoccupazioni legittime della popolazione siriana”.
La risoluzione sostiene senza riserve “la decisione presa dalla Lega degli Stati arabi il 22 gennaio 2012, mirata a facilitare una transizione politica diretta dai siriani verso un sistema politico democratico e pluralista”. Invita quindi il segretario generale Ban Ki-moon e gli organi competenti a contribuire “agli sforzi della Lega Araba per missioni di buoni uffici” volte a “raggiungere una soluzione pacifica della crisi” e a nominare un inviato speciale. L’Assemblea esprime anche “il suo impegno costante per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale della Repubblica araba siriana”.
Da Vienna, dove ha incontrato il ministro degli Esteri russo, Serguei Lavrov, e il capo della diplomazia francese Alain Juppé, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha salutato “il messaggio tanto atteso” giunto dal Palazzo di Vetro. Prima del voto Ban aveva fatto riferimento al veto posto da Russia e Cina il 4 febbraio al Consiglio di sicurezza su un progetto di risoluzione che chiedeva la fine della repressione in Siria promosso dalla Lega Araba, affermando che “l’assenza di un accordo al Consiglio non è un’autorizzazione data al governo siriano per continuare il suo assalto contro il suo stesso popolo”. “E’ essenziale per il mondo parlare con la stessa voce per mettere fine allo spargimento di sangue e raddoppiare gli sforzi per risolvere questa crisi pacificamente” ha detto il segretario Onu.
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