“I volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa operano per organizzazioni neutrali, imparziali e indipendenti. Chiunque metta in dubbio questo o è mal informato o in cattiva fede”.
Agenzia Misna - Risponde così Saleh Dabbakeh, portavoce dell’organismo in Siria alle accuse di alcuni oppositori del regime che denunciano la ‘consegna’ dei tre feriti evacuati da Homs alle autorità siriane. In un’intervista alla MISNA, Dabbakeh conferma che finora Croce rossa e Mezzaluna rossa sono riuscite ad evacuare dal quartiere di Bab Amro, periferia di Homs, tre persone. “Una donna anziana, una donna incinta e suo marito” afferma, aggiungendo che “allo stato attuale le operazioni sono estremamente lente e difficoltose. Dobbiamo negoziare con i militari l’ingresso e coordinare con le famiglie l’evacuazione, di volta in volta”.
“Abbiamo ricoverato i tre feriti evacuati nell’ospedale di el Amin, a non più di 400 metri da Bab Amro, dove i nostri medici li hanno visitati e curati” aggiunge il portavoce chiedendo, a nome dell’organizzazione umanitaria “l’apertura di corridoi o la cessazione delle ostilità” per consentire il recupero di vittime e feriti.
Intanto, la stampa internazionale conferma la notizia dell’arrivo in Libano dei due reporter, il fotografo britannico Paul Conroy e la giornalista francese Edith Bouvier, feriti a Homs ed impossibilitati a lasciare la città fino ad oggi. “Non abbiamo informazioni, non possiamo commentare la notizia” afferma Dabbakeh, lasciando presumere che l’evacuazione dei reporter non sarebbe avvenuta tramite l’organismo internazionale.
A Ginevra, intanto, è iniziato al Consiglio Onu per i diritti umani il dibattito sulle violazioni dei diritti umani in Siria. I 47 membri dell’organismo sono chiamati a pronunciarsi su un progetto di risoluzione promosso da Turchia, Qatar, Kuwait e Arabia Saudita che condanna con forza le violazioni ed esorta le autorità di Damasco a garantire l’accesso alle organizzazioni umanitarie alle popolazioni di Homs ed altre località in cui sono in corso scontri.
Agenzia Misna - Risponde così Saleh Dabbakeh, portavoce dell’organismo in Siria alle accuse di alcuni oppositori del regime che denunciano la ‘consegna’ dei tre feriti evacuati da Homs alle autorità siriane. In un’intervista alla MISNA, Dabbakeh conferma che finora Croce rossa e Mezzaluna rossa sono riuscite ad evacuare dal quartiere di Bab Amro, periferia di Homs, tre persone. “Una donna anziana, una donna incinta e suo marito” afferma, aggiungendo che “allo stato attuale le operazioni sono estremamente lente e difficoltose. Dobbiamo negoziare con i militari l’ingresso e coordinare con le famiglie l’evacuazione, di volta in volta”.
“Abbiamo ricoverato i tre feriti evacuati nell’ospedale di el Amin, a non più di 400 metri da Bab Amro, dove i nostri medici li hanno visitati e curati” aggiunge il portavoce chiedendo, a nome dell’organizzazione umanitaria “l’apertura di corridoi o la cessazione delle ostilità” per consentire il recupero di vittime e feriti.
Intanto, la stampa internazionale conferma la notizia dell’arrivo in Libano dei due reporter, il fotografo britannico Paul Conroy e la giornalista francese Edith Bouvier, feriti a Homs ed impossibilitati a lasciare la città fino ad oggi. “Non abbiamo informazioni, non possiamo commentare la notizia” afferma Dabbakeh, lasciando presumere che l’evacuazione dei reporter non sarebbe avvenuta tramite l’organismo internazionale.
A Ginevra, intanto, è iniziato al Consiglio Onu per i diritti umani il dibattito sulle violazioni dei diritti umani in Siria. I 47 membri dell’organismo sono chiamati a pronunciarsi su un progetto di risoluzione promosso da Turchia, Qatar, Kuwait e Arabia Saudita che condanna con forza le violazioni ed esorta le autorità di Damasco a garantire l’accesso alle organizzazioni umanitarie alle popolazioni di Homs ed altre località in cui sono in corso scontri.
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Sono presenti 2 commenti
Dejà vu....
....in Iraq ed in Libia.
Stessi scenari, stesse menzogne.
Ma in Siria (ed in Iran) non c'è quello "sprovveduto" di Saddam, o quel "sognatore" di Gheddafi....
Lasciamo alla "mezzaluna rossa" il compito di aggiustare le ferite dei fratelli musulmani.
La "croce rossa" interviene sempre dovunque ci sia bisogno di medici e cure, anche in paesi musulmani.
Perchè "mezzaluna rossa" è regolarmente assente quando eventi sanguinosi si verificano in Paesi non islamici ?
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