martedì, marzo 27, 2012
Omicidi, torture, privazioni illegali della libertà: per questi “crimini contro l’umanità” perpetrati durante l’ultima dittatura (1976-1983) un tribunale di Rosario, a nord-ovest di Buenos Aires, ha condannato al carcere a vita l’ex ministro della Pianificazione ed ex comandante dell’esercito Ramón Genaro Díaz Bessone.

Misna - Per gli stessi crimini sono stati inflitte pene fra i dieci e i 25 anni di carcere anche all’ex ufficiale di polizia José Rubén Lo Fiego e ad altri tre esponenti delle forze dell’ordine. Tutti, hanno stabilito i giudici, sconteranno la condanna “in carceri comuni”. Le violenze furono commesse nella sede del servizio di intelligence dell’ex comando della polizia di Rosario, un centro di detenzione clandestino dove transitarono almeno 2000 oppositori del regime, di cui 300 risultano ‘desaparecidos’.

Già comandante del II Corpo dell’esercito, Díaz Bessone, 86 anni, è stato riconosciuto colpevole di 13 omicidi, decine di arresti arbitrari e torture: il quotidiano ‘La Nación’ lo ricorda come una delle “figure emblematiche della repressione illegale”, nonché esponente di spicco del regime dell’ex dittatore Jorge Rafael Videla, anch’egli condannato per crimini contro l’umanità.

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