Dopo aver abbracciato la gente del Messico con i suoi colori, la sua musica, la sua danza, la sua grande voglia di vivere e annunciare la sua propria fede, Benedetto XVI ha incontrato i vescovi del paese e i presidenti delle 22 conferenze episcopali dell’America Latina, nel complesso 130 presuli.
Misna - L’incontro – l’ultimo ufficiale della visita del Papa in Messico – è avvenuto ieri sera nella splendida cornice della Basilica-Cattedrale di León, in stile barocco e neoclassico del secolo XVIII, dedicata a Nostra Signora della Luce. A dare il benvenuto al Papa è stato monsignor Carlos Aguiar Retes, l’arcivescovo di Tlalnepantla, Presidente della Conferenza episcopale messicana e del Consiglio episcopale latinoamericano.
Monsignor Aguiar ha ricordato lo storico incontro di Aparecida, in Brasile, nel 2007, durante la V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e del Caribe: “Abbiamo seguito la sua indicazione quando ad Aparecida ci ha detto che dobbiamo fondare il nostro compromesso missionario e tutta la nostra vita sulla roccia della Parola di Dio. Ricordiamo quando ci ha avvertito: le strutture giuste sono una condizione indispensabile per una società giusta ma non nascono né funzionano senza un consenso morale della società sui valori fondamentali e sulla necessità di vivere questi valori con le necessarie rinunce, addirittura contro l’interesse personale”.
Il presidente dei vescovi ha sottolineato che “nella marcia della Missione continentale che il compromesso missionario dei credenti ottiene forza e vigore dalla scoperta cristiana dell’amore di Cristo. Anche oggi abbiamo fiducia sul fatto che con l’aiuto divino possiamo superare i nuovi e complessi problemi che ci affliggono”.
Monsignor Aguiar ha continuato: “La Chiesa si deve mettere in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita nella sua pienezza”.
A queste parole il Papa ha risposto: “Attendevo con grande desiderio questo incontro con voi, Pastori della Chiesa di Cristo che peregrina in Messico e nei diversi Paesi di questo grande continente. La situazione attuale delle vostre diocesi presenta certamente sfide e difficoltà di origine molto diversa. Ma, sapendo che il Signore è risorto, possiamo proseguire fiduciosi, con la convinzione che il male non ha l’ultima parola della storia, e che Dio è capace di aprire nuovi spazi ad una speranza che non delude”.
Il Papa continua: “Vedendo nei vostri volti il riflesso delle preoccupazioni del gregge di cui avete cura, mi vengono alla mente le Assemblee del Sinodo dei Vescovi, nelle quali i partecipanti applaudono quando intervengono coloro che esercitano il loro ministero in situazioni particolarmente dolorose per la vita e la missione della Chiesa. La fede cattolica ha segnato in modo significativo la vita, i costumi e la storia di questo Continente, nel quale molte delle sue nazioni stanno commemorando il bicentenario della propria indipendenza. E’ un momento storico nel quale ha continuato a splendere il nome di Cristo, arrivato qui per opera di insigni e generosi missionari che lo proclamarono con coraggio e con sapienza. Essi donarono tutto per Cristo, mostrando che l’uomo trova in Lui la propria consistenza e la forza necessaria per vivere in pienezza ed edificare una società degna dell’essere umano, come il suo Creatore l’ha voluto”.
Benedetto XVI ha poi invitato i vescovi a“essere sentinelle che proclamano giorno e notte la gloria di Dio, che è la vita dell’uomo”. Il Papa è molto chiaro nel suo messaggio per la chiesa in America Latina: “Siate dalla parte di coloro che sono emarginati dalla violenza, dal potere o da una ricchezza che ignora coloro ai quali manca quasi tutto. La Chiesa non può separare la lode a Dio dal servizio agli uomini. L’unico Dio Padre e Creatore è quello che ci ha costituiti fratelli: essere uomo è essere fratello e custode del prossimo. In questo cammino, unita a tutta l’umanità, la Chiesa deve rivivere e attualizzare quello che è stato Gesù: il Buon Samaritano, che venendo da lontano si è inserito nella storia degli uomini, ci ha sollevati e si è prodigato per la nostra guarigione. La Chiesa in America Latina, che molte volte si è unita a Gesù Cristo nella sua passione, deve continuare a essere seme di speranza, che permetta a tutti di vedere come i frutti della Risurrezione raggiungono e arricchiscono queste terre”.
Misna - L’incontro – l’ultimo ufficiale della visita del Papa in Messico – è avvenuto ieri sera nella splendida cornice della Basilica-Cattedrale di León, in stile barocco e neoclassico del secolo XVIII, dedicata a Nostra Signora della Luce. A dare il benvenuto al Papa è stato monsignor Carlos Aguiar Retes, l’arcivescovo di Tlalnepantla, Presidente della Conferenza episcopale messicana e del Consiglio episcopale latinoamericano.
Monsignor Aguiar ha ricordato lo storico incontro di Aparecida, in Brasile, nel 2007, durante la V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e del Caribe: “Abbiamo seguito la sua indicazione quando ad Aparecida ci ha detto che dobbiamo fondare il nostro compromesso missionario e tutta la nostra vita sulla roccia della Parola di Dio. Ricordiamo quando ci ha avvertito: le strutture giuste sono una condizione indispensabile per una società giusta ma non nascono né funzionano senza un consenso morale della società sui valori fondamentali e sulla necessità di vivere questi valori con le necessarie rinunce, addirittura contro l’interesse personale”.
Il presidente dei vescovi ha sottolineato che “nella marcia della Missione continentale che il compromesso missionario dei credenti ottiene forza e vigore dalla scoperta cristiana dell’amore di Cristo. Anche oggi abbiamo fiducia sul fatto che con l’aiuto divino possiamo superare i nuovi e complessi problemi che ci affliggono”.
Monsignor Aguiar ha continuato: “La Chiesa si deve mettere in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita nella sua pienezza”.
A queste parole il Papa ha risposto: “Attendevo con grande desiderio questo incontro con voi, Pastori della Chiesa di Cristo che peregrina in Messico e nei diversi Paesi di questo grande continente. La situazione attuale delle vostre diocesi presenta certamente sfide e difficoltà di origine molto diversa. Ma, sapendo che il Signore è risorto, possiamo proseguire fiduciosi, con la convinzione che il male non ha l’ultima parola della storia, e che Dio è capace di aprire nuovi spazi ad una speranza che non delude”.
Il Papa continua: “Vedendo nei vostri volti il riflesso delle preoccupazioni del gregge di cui avete cura, mi vengono alla mente le Assemblee del Sinodo dei Vescovi, nelle quali i partecipanti applaudono quando intervengono coloro che esercitano il loro ministero in situazioni particolarmente dolorose per la vita e la missione della Chiesa. La fede cattolica ha segnato in modo significativo la vita, i costumi e la storia di questo Continente, nel quale molte delle sue nazioni stanno commemorando il bicentenario della propria indipendenza. E’ un momento storico nel quale ha continuato a splendere il nome di Cristo, arrivato qui per opera di insigni e generosi missionari che lo proclamarono con coraggio e con sapienza. Essi donarono tutto per Cristo, mostrando che l’uomo trova in Lui la propria consistenza e la forza necessaria per vivere in pienezza ed edificare una società degna dell’essere umano, come il suo Creatore l’ha voluto”.
Benedetto XVI ha poi invitato i vescovi a“essere sentinelle che proclamano giorno e notte la gloria di Dio, che è la vita dell’uomo”. Il Papa è molto chiaro nel suo messaggio per la chiesa in America Latina: “Siate dalla parte di coloro che sono emarginati dalla violenza, dal potere o da una ricchezza che ignora coloro ai quali manca quasi tutto. La Chiesa non può separare la lode a Dio dal servizio agli uomini. L’unico Dio Padre e Creatore è quello che ci ha costituiti fratelli: essere uomo è essere fratello e custode del prossimo. In questo cammino, unita a tutta l’umanità, la Chiesa deve rivivere e attualizzare quello che è stato Gesù: il Buon Samaritano, che venendo da lontano si è inserito nella storia degli uomini, ci ha sollevati e si è prodigato per la nostra guarigione. La Chiesa in America Latina, che molte volte si è unita a Gesù Cristo nella sua passione, deve continuare a essere seme di speranza, che permetta a tutti di vedere come i frutti della Risurrezione raggiungono e arricchiscono queste terre”.
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