Prosegue in questi giorni a Marsiglia il Forum Mondiale dell’Acqua, cui partecipa anche una delegazione della Santa Sede.
Radio Vaticana - In particolare, il Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace” ha pubblicato per l’occasione il documento “Acqua, un elemento essenziale per la vita” nel quale viene ribadita la necessità di una migliore gestione delle risorse idriche, ipotizzando anche un’“eventuale tassazione sulle transazioni finanziarie” da reinvestire in favore dei Paesi in via di sviluppo. Sul tema dell’accesso all’acqua e dell’uso corretto delle risorse naturali, Benedetto XVI è intervenuto in più occasioni. Ricordiamo alcuni suoi pronunciamenti nel servizio di Alessandro Gisotti:
È necessaria una “coscienza solidale” che consideri “l'accesso all'acqua” come diritto universale di tutti gli esseri umani, “senza distinzioni né discriminazioni”. Benedetto XVI sottolinea con forza questo principio nell’Enciclica Caritas in Veritate, testo in cui una parte importante è dedicata proprio all’equilibrato accesso alle risorse naturali. E non dimentica, parlando nel gennaio del 2010 al Corpo diplomatico, che oggi in molte aree del mondo la “lotta per l’accesso alle risorse naturali è una delle cause di vari conflitti”. Alla base di questa situazione, denuncia il Papa, ci sono le speculazioni e un’iniqua distribuzione delle risorse della terra:
“Fenomeni di speculazione dannosa si verificano anche con riferimento alle derrate alimentari, all’acqua, alla terra, finendo per impoverire ancor di più coloro che già vivono in situazioni di gravi precarietà”. (Discorso per il 50.mo della Mater et Magistra, 16 maggio 2011)
Non solo crisi finanziaria, avverte dunque il Pontefice, che mette in guardia anche dal rischio che i Paesi sviluppati possano “allearsi” a danno dei popoli già afflitti dalla povertà:
“Nell’attuale situazione economica, la tentazione per le economie più dinamiche è quella di rincorrere alleanza vantaggiose che, tuttavia, possono risultare gravose per altri Stati più poveri (…) Inoltre, malgrado la crisi, consta ancora che in Paesi di antica industrializzazione si incentivino stili di vita improntati ad un consumo insostenibile che risultano anche dannosi per l’ambiente e per i poveri”. (Angelus, 14 novembre 2010)
Già nel 2008, del resto, in un messaggio all’Expo di Saragozza, proprio incentrato su “Acqua e sviluppo sostenibile”, il Papa aveva evidenziato che il diritto all’acqua “ha il proprio fondamento nella dignità della persona umana”. In questa prospettiva, scriveva il Papa, l’uso dell’acqua deve “essere razionale e solidale, frutto di un’equilibrata sinergia fra il settore pubblico e quello privato”. Un dovere, ribadisce Benedetto XVI, che abbiamo sia nei confronti dei popoli in difficoltà che delle generazioni future:
“I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra” (Udienza generale, 26 agosto 2009)
E un segno di speranza, nella direzione auspicata dal Papa, è la notizia di questi giorni che sull’accesso all’acqua è stato raggiunto l’Obiettivo di sviluppo del Millennio. Tra il 1990 e il 2010, infatti, oltre due miliardi di persone hanno avuto accesso all’acqua potabile. “Un grande traguardo per tutte le persone del mondo”, ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, “specialmente per i bambini”.
Radio Vaticana - In particolare, il Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace” ha pubblicato per l’occasione il documento “Acqua, un elemento essenziale per la vita” nel quale viene ribadita la necessità di una migliore gestione delle risorse idriche, ipotizzando anche un’“eventuale tassazione sulle transazioni finanziarie” da reinvestire in favore dei Paesi in via di sviluppo. Sul tema dell’accesso all’acqua e dell’uso corretto delle risorse naturali, Benedetto XVI è intervenuto in più occasioni. Ricordiamo alcuni suoi pronunciamenti nel servizio di Alessandro Gisotti:
È necessaria una “coscienza solidale” che consideri “l'accesso all'acqua” come diritto universale di tutti gli esseri umani, “senza distinzioni né discriminazioni”. Benedetto XVI sottolinea con forza questo principio nell’Enciclica Caritas in Veritate, testo in cui una parte importante è dedicata proprio all’equilibrato accesso alle risorse naturali. E non dimentica, parlando nel gennaio del 2010 al Corpo diplomatico, che oggi in molte aree del mondo la “lotta per l’accesso alle risorse naturali è una delle cause di vari conflitti”. Alla base di questa situazione, denuncia il Papa, ci sono le speculazioni e un’iniqua distribuzione delle risorse della terra:
“Fenomeni di speculazione dannosa si verificano anche con riferimento alle derrate alimentari, all’acqua, alla terra, finendo per impoverire ancor di più coloro che già vivono in situazioni di gravi precarietà”. (Discorso per il 50.mo della Mater et Magistra, 16 maggio 2011)
Non solo crisi finanziaria, avverte dunque il Pontefice, che mette in guardia anche dal rischio che i Paesi sviluppati possano “allearsi” a danno dei popoli già afflitti dalla povertà:
“Nell’attuale situazione economica, la tentazione per le economie più dinamiche è quella di rincorrere alleanza vantaggiose che, tuttavia, possono risultare gravose per altri Stati più poveri (…) Inoltre, malgrado la crisi, consta ancora che in Paesi di antica industrializzazione si incentivino stili di vita improntati ad un consumo insostenibile che risultano anche dannosi per l’ambiente e per i poveri”. (Angelus, 14 novembre 2010)
Già nel 2008, del resto, in un messaggio all’Expo di Saragozza, proprio incentrato su “Acqua e sviluppo sostenibile”, il Papa aveva evidenziato che il diritto all’acqua “ha il proprio fondamento nella dignità della persona umana”. In questa prospettiva, scriveva il Papa, l’uso dell’acqua deve “essere razionale e solidale, frutto di un’equilibrata sinergia fra il settore pubblico e quello privato”. Un dovere, ribadisce Benedetto XVI, che abbiamo sia nei confronti dei popoli in difficoltà che delle generazioni future:
“I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra” (Udienza generale, 26 agosto 2009)
E un segno di speranza, nella direzione auspicata dal Papa, è la notizia di questi giorni che sull’accesso all’acqua è stato raggiunto l’Obiettivo di sviluppo del Millennio. Tra il 1990 e il 2010, infatti, oltre due miliardi di persone hanno avuto accesso all’acqua potabile. “Un grande traguardo per tutte le persone del mondo”, ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, “specialmente per i bambini”.
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