mercoledì, marzo 07, 2012
Un’indagine conoscitiva per stabilire i reali costi relativi alla partecipazione italiana al progetto Joint Strike Fighter per il caccia d’attacco F35: l’ hanno chiesta ieri i rappresentanti della campagna ‘Taglia le ali alle armi’ in audizione alla Commissione difesa della Camera dei deputati.

Misna - “E’ un progetto con molte incongruenze e che, soprattutto in Italia, manca di trasparenza nei dati informativi” ha detto alla MISNA Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo, una delle organizzazioni che promuove la campagna. “Al di là dei motivi ideali che pure noi abbiamo per dire no all’acquisto di questi aerei – ha aggiunto Vignarca – ci sono dei motivi fattuali che rendono la partecipazione a questo progetto per nulla utile al paese, senza alcun beneficio nemmeno sul fronte occupazionale, e rappresentano solo una spesa per i contribuenti, tra l’altro in un momento di crisi economica”.

Ai deputati della Commissione difesa, è stato chiesto di studiare numeri e fatti collegati a un progetto su cui, ha sottolineato Vignarca, negli anni passati non c’è stato alcun controllo reale della politica e degli organismi di governo che pure avrebbero dovuto farlo. “Abbiamo semplicemente chiesto ai deputati di fare il loro lavoro e di verificare i numeri forniti dal ministero della Difesa che non coincidono per esempio con quelli forniti dagli Stati Uniti, primi ispiratori del progetto. Ciò che abbiamo chiesto una risposta ai nostri rappresentanti in parlamento è un chiarimento su alcuni punti: per esempio, perché mai – in riferimento al primo lotto di velivoli – gli Stati Uniti hanno stanziato 140 milioni di euro per aereo, mentre il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha parlato di una spesa prevista di 80 milioni di euro per aereo”.

In una nota diffusa ieri, Giulio Marcon – portavoce della Campagna Sbilanciamoci!, anch’essa impegnata contro l’acquisto degli F35 – davanti alla Commissione difesa ha sottolineato: “Noi non siamo venuti qui solo come esponenti del mondo del disarmo e della Pace ma anche come rappresentanti dei contribuenti che non vedono di buon occhio questa enorme spesa per un programma aeronautico che ha inoltre dimostrato le proprie debolezze tecnologiche ed economiche. Siamo consci che si debba realizzare una politica di difesa per l’Italia, solo ci domandiamo perché debba essere prevalentemente militare e non possa invece essere costruita sulla tutela della vita dei cittadini italiani”.

Alla MISNA Vignarca ha anche anticipato che il prossimo obiettivo è quello di ottenere un’audizione al Senato e di incontrare il governo: “Spero anzi – ha concluso – che si possa trattare della questione, dati e fatti alla mano, direttamente con il ministro della Difesa Di Paola”.

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