Ad affermarlo in una nota è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, rispetto agli ultimi tragici episodi di suicidio da parte di imprenditori.
di Silvio Foini
“La lista degli imprenditori suicidi si allunga tristemente con nuove storie disperate ed estreme. Si conferma così, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che le piccole imprese, soprattutto quelle che vivono di domanda interna, attraversano una situazione di forte sofferenza, e molte hanno già chiuso”. Storie che nel loro insieme, sottolinea Sangalli, “dicono drammaticamente della durezza del lavoro di queste aziende sempre più strette nella morsa di una pressione fiscale crescente, del ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e dal persistere di difficoltà di accesso al credito”.
Prima di impiccarsi, il falegname sessantenne di Noventa di Piave nel veneziano ha lasciato una lettera in azienda: sembra che la decisione sia riconducibile a motivazioni economiche. Ancora problemi di natura economica sarebbero alla base del tragico gesto di un commerciante di 60 anni di Ginosa, in provincia di Taranto, che durante la notte si è tolto la vita impiccandosi in contrada 'Ciaurro', nella Marina della cittadina jonica.
Sgomenti di fronte a queste notizie tragiche che la dicono lunga sulla condizione di chi tutti i giorni fatica per guadagnarsi da vivere, sorgono forti dubbi su quanto stia facendo questo governo dei cosiddetti tecnici. Nessun provvedimento contro chi acquista e poi non onora il debito verso chi ha fornito le merci. Inutili i ricorsi ai legali che si trovano poi impotenti nel perseguire i debitori che se la ridono, considerando i secolari tempi della giustizia. Gli imprenditori, sempre più colpiti da nuove tasse e balzelli vari, vedono andare in fumo il sacrificio del proprio lavoro. Da nord a sud della penisola la musica è la stessa, ed è una musica di morte sia fisica che imprenditoriale.
Consideriamo il settore edile: le Banche, pur avendo incassato sostanziosi foraggiamenti, seguitano a tesorizzarli in proprio senza allentare la stretta creditizia. Le giovani coppie che pur fra tante difficoltà vorrebbero metter su famiglia non hanno accesso ai mutui, a meno di fidejussioni di genitori o nonni. L’impresa edile vede bloccata la possibilità di costruire, tanto poi non venderebbe e così tutto un indotto si arresta: marmisti, falegnami, idraulici, elettricisti, mobilieri e altri artigiani restano desolati a far girare i pollici. Però poi, puntuali come orologi atomici, arrivano le tasse, sempre più alte e accompagnate da nuove trovate. E’ così che si risana il paese?
Intanto si viene a sapere che deputati, senatori e commessi che s’aggirano famelici per il Parlamento possono godere di tassi agevolati al 2% per accendere mutui. Altro scaldaletto cui dovremmo essere abituati. Ma quando si superano i limiti poi scoppia l’ira. Intanto ci stiamo armando con i super-caccia. Scusate, ma contro chi dovremmo fare la guerra?
Riforme vere? Per ora miraggi! Davvero non rimane che andare a rifugiarsi nell’aldilà. Ora l’“odiato cavaliere” se ne è andato e non ci sono più scuse per nessuno. Al di là dei sorrisi che regalava, resta la tristezza di queste facce serie, da arcigni professori che pontificano alla grande. Intanto la gente muore… Quando, con assurdi sacrifici, arriveremo (forse) al pareggio di bilancio, ci troveremo con le natiche per terra: se non si fanno investimenti veri sul lavoro e non si smette di imporre tasse sempre maggiori, saremo punto e a capo. Non me ne vogliano i signori economisti. Io sono solo un cittadino italiano che non vede un roseo orizzonte e non si fa più illusioni. Povera Italia che non lascia altre soluzioni a chi lavora se non quella di togliersi la vita!
di Silvio Foini
“La lista degli imprenditori suicidi si allunga tristemente con nuove storie disperate ed estreme. Si conferma così, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che le piccole imprese, soprattutto quelle che vivono di domanda interna, attraversano una situazione di forte sofferenza, e molte hanno già chiuso”. Storie che nel loro insieme, sottolinea Sangalli, “dicono drammaticamente della durezza del lavoro di queste aziende sempre più strette nella morsa di una pressione fiscale crescente, del ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e dal persistere di difficoltà di accesso al credito”.
Prima di impiccarsi, il falegname sessantenne di Noventa di Piave nel veneziano ha lasciato una lettera in azienda: sembra che la decisione sia riconducibile a motivazioni economiche. Ancora problemi di natura economica sarebbero alla base del tragico gesto di un commerciante di 60 anni di Ginosa, in provincia di Taranto, che durante la notte si è tolto la vita impiccandosi in contrada 'Ciaurro', nella Marina della cittadina jonica.
Sgomenti di fronte a queste notizie tragiche che la dicono lunga sulla condizione di chi tutti i giorni fatica per guadagnarsi da vivere, sorgono forti dubbi su quanto stia facendo questo governo dei cosiddetti tecnici. Nessun provvedimento contro chi acquista e poi non onora il debito verso chi ha fornito le merci. Inutili i ricorsi ai legali che si trovano poi impotenti nel perseguire i debitori che se la ridono, considerando i secolari tempi della giustizia. Gli imprenditori, sempre più colpiti da nuove tasse e balzelli vari, vedono andare in fumo il sacrificio del proprio lavoro. Da nord a sud della penisola la musica è la stessa, ed è una musica di morte sia fisica che imprenditoriale.
Consideriamo il settore edile: le Banche, pur avendo incassato sostanziosi foraggiamenti, seguitano a tesorizzarli in proprio senza allentare la stretta creditizia. Le giovani coppie che pur fra tante difficoltà vorrebbero metter su famiglia non hanno accesso ai mutui, a meno di fidejussioni di genitori o nonni. L’impresa edile vede bloccata la possibilità di costruire, tanto poi non venderebbe e così tutto un indotto si arresta: marmisti, falegnami, idraulici, elettricisti, mobilieri e altri artigiani restano desolati a far girare i pollici. Però poi, puntuali come orologi atomici, arrivano le tasse, sempre più alte e accompagnate da nuove trovate. E’ così che si risana il paese?
Intanto si viene a sapere che deputati, senatori e commessi che s’aggirano famelici per il Parlamento possono godere di tassi agevolati al 2% per accendere mutui. Altro scaldaletto cui dovremmo essere abituati. Ma quando si superano i limiti poi scoppia l’ira. Intanto ci stiamo armando con i super-caccia. Scusate, ma contro chi dovremmo fare la guerra?
Riforme vere? Per ora miraggi! Davvero non rimane che andare a rifugiarsi nell’aldilà. Ora l’“odiato cavaliere” se ne è andato e non ci sono più scuse per nessuno. Al di là dei sorrisi che regalava, resta la tristezza di queste facce serie, da arcigni professori che pontificano alla grande. Intanto la gente muore… Quando, con assurdi sacrifici, arriveremo (forse) al pareggio di bilancio, ci troveremo con le natiche per terra: se non si fanno investimenti veri sul lavoro e non si smette di imporre tasse sempre maggiori, saremo punto e a capo. Non me ne vogliano i signori economisti. Io sono solo un cittadino italiano che non vede un roseo orizzonte e non si fa più illusioni. Povera Italia che non lascia altre soluzioni a chi lavora se non quella di togliersi la vita!
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Sono presenti 4 commenti
Ci vuole una classe politica tutta nuova. Quella attuale mira solo ai casi suoi. Ci vuole nuova gente che non faccia altre professioni ma solo politica e sia seria per davvero. In caso di corruzione, via per sempre.
solo in italia si tollera tutto tanto ai nostri cari onorevoli con stipendi milionari non importa nulla bisognerebbe metterli tutti al muro e fucilarli compresi i cosidetti tecnici.
la pena di morte é bandita dalla Costituzione ma un bel taglio della mano ai ladroni creerebbe molti posti di lavoro nelle ditte che fanno protesi per amputati. Sai quanti monchi vedremmo girare a Roma?
Ha detto giusto ALfano. O con il popolo o ci avranno contro. Se così farà per quei farabutti di banche la vedo brutta. Ci succhiano il sangue e le risorse. Fategliela finire.
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