I disoccupati sopra i 40 anni sono un milione e mezzo e fra loro 250.000 non andranno mai in pensione. E’ una massa di sofferenza e di frustrazione che nel 2009 ha prodotto 357 suicidi. Uno al giorno. “Atdal-over 40” la più combattiva delle associazioni che li rappresentano ha prodotto un video-appello composto da più voci ognuna con la sua storia (1).
“Mi sento e mi vedo vecchia, molto vecchia, inadatta, fuori luogo. Ogni cosa mi costa enorme fatica perché non so più a cosa serva. A cosa serve mangiare se non ho più alcun obiettivo? O meglio, se il mio obiettivo è irraggiungibile? Perché continuare se non serve a niente? “
Milanese, Dilva Giannelli, ha iniziato a lavorare come art director in una grossa agenzia pubblicitaria e doveva essere brava, perchè la forza con cui comunica la sua storia ha bucato l’afasia e la timidezza di milioni di italiani che hanno perso il lavoro nel corso di un memorabile battibecco su La7 con il ministro (oggi ex) Giorgia Meloni.
“Lavoravo come art director alla ‘Livraghi, Ogilvy & Mather’ –racconta – dove per 7 anni ho ricoperto, con successo e soprattutto nell’ambito TV, il ruolo di senior art director. Nel 1993, Livraghi, vende la sua quota agli americani e se ne va. Arriva un tagliatore di teste che, senza badare a esperienze, competenze e meriti, mette anche me nell’elenco degli ‘esuberi’. Dopo qualche mese di mobbing non reggo più. Ero troppo abituata a lavorare e amavo il mio lavoro, per cui accetto la proposta del tagliatore di teste (scoprirò, dopo, che mi era stato offerto poco più della liquidazione) e me ne vado, con sussidio di disoccupazione. Allora esisteva…”
Da quel giorno per Dilva finisce la “monotonia” del posto fisso e sale sulla giostra dei lavori precari per piccole e grandi agenzie che ricorrono volentieri alle paghe in nero e, quando serve, anche al mobbing. Sino al giorno in cui - anche a causa della “crisi percepita” - la sua attività da libera professionista si riduce progressivamente a zero.
”… La speranza di sentirmi “normale” sta scomparendo. Ogni giorno, sempre più, la mia ‘indefinibilità’ nel mondo lavorativo mi sta togliendo tutte le sicurezze che mi permettevano di definire anche me stessa. Intendiamoci, so che persona sono, conosco i miei pregi e difetti, il mio pensiero, la mia visione etica e sociale ma, senza un ruolo professionale, io non so più chi sono. Da tre anni ad oggi, il fatto di avere ogni anno sempre meno lavoro (il mio vecchio lavoro) fino alla mia totale insufficienza economica, sta mettendo sempre più in discussione anche le mie capacità.
Ogni settimana, lentamente, cado in un’oppressione pesantissima, uno stato che non mi permette nemmeno di parlare perché il bisogno di piangere è più forte“
Nei giorni scorsi ATDAL-OVER 40 ha pubblicato un durissimo documento indirizzato al governo Monti e a quelli che lo hanno preceduto ma anche ai sindacati. Ecco il testo :
NOI ACCUSIAMO
Nei primi giorni di gennaio 2012 altri cinque disoccupati si sono tolti la vita.
Una ricerca Eures dal titolo “Il suicidio in Italia ai tempi della crisi ”, riferita al 2009, dice che in quell’anno su 2.986 suicidi 357 erano persone disoccupate. In 85 casi si è trattato di uomini adulti espulsi dal mondo del lavoro o che non sono mai riusciti ad entrarvi.
Lei Egregio Dr. Monti, che oggi guida il Governo e Lei Professoressa Fornero, che guida il Ministero del Lavoro, potete far tutto tranne che chiamarVi fuori dalla responsabilità morale di queste morti.
Non potete farlo perché gli interventi sulla previdenza della vostra manovra, hanno gettato nello sconforto e nella disperazione migliaia di disoccupati che si pensavano prossimi alla pensione.
Non potete farlo come non lo possono fare i Premier e i Ministri del Lavoro che in tutti questi anni hanno attuato manovre che ledono i diritti dei lavoratori e stravolgono le norme previdenziali.
Manovre devastanti e indifferenti alla condizione di tante madri e padri di famiglia che privati del lavoro, aspettavano l’approdo alla pensione quale unica possibilità di sopravvivenza.
Manovre varate con leggerezza, sproloquiando sulla necessità di una riforma del welfare che non escludesse nessuno ma sapendo che in Italia – e solo in Italia - meno del 30% dei disoccupati gode di un qualche seppur vergognoso sostegno pubblico.
E non possono chiamarsi fuori dalla responsabilità morale neppure molti esponenti dei principali sindacati, indifferenti alle condizioni di chi perde il posto di lavoro a livello individuale, ma molto attivi nel difendere ammortizzatori sociali che privilegiano i lavoratori delle grandi e medie imprese con problemi di esuberi.
E infine non possono chiamarsi fuori gli imprenditori che da anni predicano e impongono l’aumento dell’età pensionabile e della flessibilità e nel contempo attuano la strategia dello “svecchiamento” espellendo quei lavoratori che hanno superato la fatidica soglia dei 40 anni.
Vi siete riempiti la bocca di impegni per il rilancio dell’occupazione giovanile, proprio di quei giovani ai quali, in nome della flessibilità, avete regalato una vita precaria e senza futuro nello stesso momento in cui fate finta di ignorare quei padri e quelle madri che con la perdita del lavoro devono rinunciare a sostenere i figli.
Vi siete inventati una inesistente guerra tra padri e figli per meglio colpire gli uni e gli altri. Accecati dalle vostre statistiche, non riuscite più nemmeno a vedere gli esseri umani di cui decidete il destino.
‘Seppur vi credete assolti siete lo stesso coinvolti’ (Faber).”
Nei giorni scorsi due morti premture hanno allungato un ‘altra lista nera : quella degli imprenditori suicidi.
Tutto questo avveniva mentre dei fondi pubblici - i rimborsi elettorali - venivano dilapidati con un disinvoltura sudamericana.
Mentre Maurizio Trivellin si impiccava a un trave perchè non riusciva più a pagare i suoi operai , il signor Luigi Lusi , cassiere della Margherita si comprava un palazzo da 5 milioni di euro .
Mentre Vincenzo Di Tinco, si impiccava a un albero perchè la banca gli aveva negato un fido di 1300 euro , il sig. Lusi ne spendeva 80.000 per una settimana alle Maldive ...
Considerato che tutti i partiti nessuno escluso spendono molto meno di quello che incassano , lancio questa proposta sperando che qualche politico la raccolga: non si potrebbe destinare la differenza fra le spese elettorali effettivamente sostenute e i rimborsi ricevuti a un fondo di emergenza per evitare che qualcuno si tolga la vita per 1300 euro?
Credo che se la “casta” facesse questo gesto salverebbe molte vite umane e forse quel che resta della sua reputazione.
(1) “Non siamo scarti” realizzato da Monica Castellano e Stefano De Felici (fotografia di Paolo Negro)
“Mi sento e mi vedo vecchia, molto vecchia, inadatta, fuori luogo. Ogni cosa mi costa enorme fatica perché non so più a cosa serva. A cosa serve mangiare se non ho più alcun obiettivo? O meglio, se il mio obiettivo è irraggiungibile? Perché continuare se non serve a niente? “
Milanese, Dilva Giannelli, ha iniziato a lavorare come art director in una grossa agenzia pubblicitaria e doveva essere brava, perchè la forza con cui comunica la sua storia ha bucato l’afasia e la timidezza di milioni di italiani che hanno perso il lavoro nel corso di un memorabile battibecco su La7 con il ministro (oggi ex) Giorgia Meloni.
“Lavoravo come art director alla ‘Livraghi, Ogilvy & Mather’ –racconta – dove per 7 anni ho ricoperto, con successo e soprattutto nell’ambito TV, il ruolo di senior art director. Nel 1993, Livraghi, vende la sua quota agli americani e se ne va. Arriva un tagliatore di teste che, senza badare a esperienze, competenze e meriti, mette anche me nell’elenco degli ‘esuberi’. Dopo qualche mese di mobbing non reggo più. Ero troppo abituata a lavorare e amavo il mio lavoro, per cui accetto la proposta del tagliatore di teste (scoprirò, dopo, che mi era stato offerto poco più della liquidazione) e me ne vado, con sussidio di disoccupazione. Allora esisteva…”
Da quel giorno per Dilva finisce la “monotonia” del posto fisso e sale sulla giostra dei lavori precari per piccole e grandi agenzie che ricorrono volentieri alle paghe in nero e, quando serve, anche al mobbing. Sino al giorno in cui - anche a causa della “crisi percepita” - la sua attività da libera professionista si riduce progressivamente a zero.
”… La speranza di sentirmi “normale” sta scomparendo. Ogni giorno, sempre più, la mia ‘indefinibilità’ nel mondo lavorativo mi sta togliendo tutte le sicurezze che mi permettevano di definire anche me stessa. Intendiamoci, so che persona sono, conosco i miei pregi e difetti, il mio pensiero, la mia visione etica e sociale ma, senza un ruolo professionale, io non so più chi sono. Da tre anni ad oggi, il fatto di avere ogni anno sempre meno lavoro (il mio vecchio lavoro) fino alla mia totale insufficienza economica, sta mettendo sempre più in discussione anche le mie capacità.
Ogni settimana, lentamente, cado in un’oppressione pesantissima, uno stato che non mi permette nemmeno di parlare perché il bisogno di piangere è più forte“
Nei giorni scorsi ATDAL-OVER 40 ha pubblicato un durissimo documento indirizzato al governo Monti e a quelli che lo hanno preceduto ma anche ai sindacati. Ecco il testo :
NOI ACCUSIAMO
Nei primi giorni di gennaio 2012 altri cinque disoccupati si sono tolti la vita.
Una ricerca Eures dal titolo “Il suicidio in Italia ai tempi della crisi ”, riferita al 2009, dice che in quell’anno su 2.986 suicidi 357 erano persone disoccupate. In 85 casi si è trattato di uomini adulti espulsi dal mondo del lavoro o che non sono mai riusciti ad entrarvi.
Lei Egregio Dr. Monti, che oggi guida il Governo e Lei Professoressa Fornero, che guida il Ministero del Lavoro, potete far tutto tranne che chiamarVi fuori dalla responsabilità morale di queste morti.
Non potete farlo perché gli interventi sulla previdenza della vostra manovra, hanno gettato nello sconforto e nella disperazione migliaia di disoccupati che si pensavano prossimi alla pensione.
Non potete farlo come non lo possono fare i Premier e i Ministri del Lavoro che in tutti questi anni hanno attuato manovre che ledono i diritti dei lavoratori e stravolgono le norme previdenziali.
Manovre devastanti e indifferenti alla condizione di tante madri e padri di famiglia che privati del lavoro, aspettavano l’approdo alla pensione quale unica possibilità di sopravvivenza.
Manovre varate con leggerezza, sproloquiando sulla necessità di una riforma del welfare che non escludesse nessuno ma sapendo che in Italia – e solo in Italia - meno del 30% dei disoccupati gode di un qualche seppur vergognoso sostegno pubblico.
E non possono chiamarsi fuori dalla responsabilità morale neppure molti esponenti dei principali sindacati, indifferenti alle condizioni di chi perde il posto di lavoro a livello individuale, ma molto attivi nel difendere ammortizzatori sociali che privilegiano i lavoratori delle grandi e medie imprese con problemi di esuberi.
E infine non possono chiamarsi fuori gli imprenditori che da anni predicano e impongono l’aumento dell’età pensionabile e della flessibilità e nel contempo attuano la strategia dello “svecchiamento” espellendo quei lavoratori che hanno superato la fatidica soglia dei 40 anni.
Vi siete riempiti la bocca di impegni per il rilancio dell’occupazione giovanile, proprio di quei giovani ai quali, in nome della flessibilità, avete regalato una vita precaria e senza futuro nello stesso momento in cui fate finta di ignorare quei padri e quelle madri che con la perdita del lavoro devono rinunciare a sostenere i figli.
Vi siete inventati una inesistente guerra tra padri e figli per meglio colpire gli uni e gli altri. Accecati dalle vostre statistiche, non riuscite più nemmeno a vedere gli esseri umani di cui decidete il destino.
‘Seppur vi credete assolti siete lo stesso coinvolti’ (Faber).”
Nei giorni scorsi due morti premture hanno allungato un ‘altra lista nera : quella degli imprenditori suicidi.
Tutto questo avveniva mentre dei fondi pubblici - i rimborsi elettorali - venivano dilapidati con un disinvoltura sudamericana.
Mentre Maurizio Trivellin si impiccava a un trave perchè non riusciva più a pagare i suoi operai , il signor Luigi Lusi , cassiere della Margherita si comprava un palazzo da 5 milioni di euro .
Mentre Vincenzo Di Tinco, si impiccava a un albero perchè la banca gli aveva negato un fido di 1300 euro , il sig. Lusi ne spendeva 80.000 per una settimana alle Maldive ...
Considerato che tutti i partiti nessuno escluso spendono molto meno di quello che incassano , lancio questa proposta sperando che qualche politico la raccolga: non si potrebbe destinare la differenza fra le spese elettorali effettivamente sostenute e i rimborsi ricevuti a un fondo di emergenza per evitare che qualcuno si tolga la vita per 1300 euro?
Credo che se la “casta” facesse questo gesto salverebbe molte vite umane e forse quel che resta della sua reputazione.
(1) “Non siamo scarti” realizzato da Monica Castellano e Stefano De Felici (fotografia di Paolo Negro)
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