In una dichiarazione ministeriale approvata in serata, 130 paesi si sono formalmente impegnati a garantire maggiore tutela del diritto universale e accelerare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.
Misna - Il testo è stato presentato dagli organizzatori del VI Forum mondiale dell’acqua, “Il tempo delle soluzioni”, in corso a Marsiglia fino a sabato, come “un passo avanti significativo” se si considera che al precedente appuntamento di Istanbul (2009) alcune delegazioni non riconoscevano nemmeno l’accesso all’acqua come un diritto universale, sancito come tale dalle Nazioni Unite nel luglio 2010. Il documento è stato stilato sulla base delle conclusioni raggiunte da 12 conferenze ministeriali che si sono svolte in giornata con la partecipazione di esponenti governativi ed esperti del settore, su diversi temi cruciali tra cui acqua e sicurezza alimentare, ma anche sul confronto non esente da polemiche tra servizio pubblico e società private. Alle sessioni di lavoro di oggi sono intervenuti esponenti della società civile e rappresentanti dei giovani di tutto il mondo.
I dirigenti governativi hanno inoltre riconosciuto le “interconnessioni tra acqua, sicurezza alimentare e energia”, sottolineando la necessità di adottare “politiche coerenti tese allo sviluppo dell’economia verde e alla tutela degli ecosistemi, generatrici di una crescita sostenibile e di occupazione”. In un’epoca segnata da rapidi processi di urbanizzazione, la dichiarazione ministeriale insiste anche sull’urgenza di “proteggere il pianeta blu” inserendo la questione nell’acqua nelle strategie di lotta ai cambiamenti climatici e alla desertificazione e per la tutela della biodiversità, guardando già all’appuntamento di giugno ‘Rio+20’. Infine il testo insiste sulla centralità del buon governo per una “gestione democratica ed equa” delle risorse idriche e sull’importanza della cooperazione internazionale in vista dell’Anno internazionale della cooperazione per l’acqua del 2013.
Non mancano, però, anche voci critiche voce critiche. “Assieme ad altri paesi come l’Ecuador - ha detto Felipe Quispe Quenta, ministro dell’Ambiente della Bolivia - abbiamo espresso il nostro disaccordo sul contenuto della dichiarazione ma non siamo stati ascoltati. In realtà il documento non è stato adottato all’unanimità ma è il frutto di un consenso”.
Misna - Il testo è stato presentato dagli organizzatori del VI Forum mondiale dell’acqua, “Il tempo delle soluzioni”, in corso a Marsiglia fino a sabato, come “un passo avanti significativo” se si considera che al precedente appuntamento di Istanbul (2009) alcune delegazioni non riconoscevano nemmeno l’accesso all’acqua come un diritto universale, sancito come tale dalle Nazioni Unite nel luglio 2010. Il documento è stato stilato sulla base delle conclusioni raggiunte da 12 conferenze ministeriali che si sono svolte in giornata con la partecipazione di esponenti governativi ed esperti del settore, su diversi temi cruciali tra cui acqua e sicurezza alimentare, ma anche sul confronto non esente da polemiche tra servizio pubblico e società private. Alle sessioni di lavoro di oggi sono intervenuti esponenti della società civile e rappresentanti dei giovani di tutto il mondo.
I dirigenti governativi hanno inoltre riconosciuto le “interconnessioni tra acqua, sicurezza alimentare e energia”, sottolineando la necessità di adottare “politiche coerenti tese allo sviluppo dell’economia verde e alla tutela degli ecosistemi, generatrici di una crescita sostenibile e di occupazione”. In un’epoca segnata da rapidi processi di urbanizzazione, la dichiarazione ministeriale insiste anche sull’urgenza di “proteggere il pianeta blu” inserendo la questione nell’acqua nelle strategie di lotta ai cambiamenti climatici e alla desertificazione e per la tutela della biodiversità, guardando già all’appuntamento di giugno ‘Rio+20’. Infine il testo insiste sulla centralità del buon governo per una “gestione democratica ed equa” delle risorse idriche e sull’importanza della cooperazione internazionale in vista dell’Anno internazionale della cooperazione per l’acqua del 2013.
Non mancano, però, anche voci critiche voce critiche. “Assieme ad altri paesi come l’Ecuador - ha detto Felipe Quispe Quenta, ministro dell’Ambiente della Bolivia - abbiamo espresso il nostro disaccordo sul contenuto della dichiarazione ma non siamo stati ascoltati. In realtà il documento non è stato adottato all’unanimità ma è il frutto di un consenso”.
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