La richiesta di sequestro del libro sull'onorevole Nicola Cosentino è un atto che mette in pericolo la libertà e la democrazia nel nostro Paese.
Liberainformazione - Perché gli avvocati della famiglia Cosentino, ci hanno onorato della loro presenza durante la conferenza stampa alla FNSI per denunciare proprio la richiesta di sequestrare il libro “Il Casalese”, dagli stessi avvocati presentata al Tribunale di Napoli? Beninteso, ognuno può sempre entrare ed uscire dalla sede della Federazione Italiana della Stampa,in occasione di iniziative pubbliche come una conferenza stampa: quella di Corso Vittorio Emanuele a Roma, è la vera Casa della Libertà in Italia. Ha chiuso la sua porta solo quando la censura fascista l’ha serrata d’autorità: quella stessa censura di regime che aveva ordinato di sequestrare libri e giornali per un ventennio. E che gli avvocati della famiglia Cosentino, oggi, chiedono di applicare, mutate mutandis, con l’ex articolo 700 c.d.p , per impedire che un libro - inchiesta scritta a più mani da diversi giornalisti campani e napoletani possa circolare nelle librerie, nelle trasmissioni tv, nelle radio,nelle case degli italiani. Perché gli avvocati si sono presentati alla FNSI e non sono invece intervenuti a Palazzo San Macuto, nella sede della Camera dei Deputati, quando lo stesso libro è stato presentato due mesi fa? Forse perché in quella occasione, nella sede più istituzionale delle istituzioni, la Biblioteca storica del Parlamento, a presentare quel libro c’erano alcuni deputati, dell’ allora maggioranza e dell’allora opposizione, particolarmente “noti” all’onorevole Nicola Cosentino: il deputato del FLI, Bocchino ed il senatore Paniz del PdL , ad esempio, oltre a deputati del Partito Democratico. Sia l’on. Bocchino che il sen.Paniz avevano polemizzato, anche tra di loro, ma avevano letto e apprezzato il libro, in particolare l’on. Bocchino,che di Cosentino conosce tutta l’ascesa politica, i suoi rapporti con l’ambiente dei Casalesi, il suo ruolo nella PdL della Campania. Insomma tutto quello che la magistratura ha scritto, inviato alla Camera quando si è votata l’autorizzazione all’arresto di Nicola Cosentino, poi bocciata in aula per una manciata di voti. L’on.Cosentino, dopo quella conferenza stampa, aveva, come si dice, furoreggiato e glissato: poi ha capito che con la politica ci si può anche salvare in Parlamento, ma con la stampa, no; quella non si può fermare. Ed allora ha mandato avanti il fratello Giovanni. Che le inchieste, i libri, può solo chiedere di ritirarli da commercio,vale a dire “bruciarli”, come nei roghi nazisti degli anni ’30 ricordati dall’on. Barbato, usando il reato di diffamazione che non a caso si richiama all’”ex articolo 700” del codice procedura penale. Ed ecco dunque l’arroganza,la sfrontatezza di presentarsi alla FNSI con le minacce; le stesse delle lettere inviate dagli stessi legali (e sta avvenendo in tutta Italia) a chi osa presentare il libro “Il Casalese” nella propria libreria o sede istituzionale che sia. Riproponiamo, proprio per far capire cos’è l’arroganza del Casalese Giovanni Cosentino, il testo della lettera minacciosa che i suoi avvocati stanno mandando a queste librerie o altri luoghi privati di cultura. Testualmente: “Le scriviamo in nome e per conto di Giovanni Cosentino, per rendervi noto che nei confronti del libro Il Casalese, che apprendiamo verra' presentato presso la sede della Vostra….., e' stata gia' depositata presso il Tribunale di Napoli, sezione proprieta' industriale ed intellettuale, una richiesta ex articolo 700 c.p.c. di sequestro del manoscritto, date le numerose false informazioni gravemente diffamatorie in esso contenute e riguardanti la onorabilita' e professionalita' del nostro assistito, in particolare per quanto concerne false parentale attribuite con alcuni membri della famiglia del boss Schiavone.Tanto vi dovevamo ai soli fini di una corretta e completa informazione non solo di coloro che parteciparanno in qualita' di ospiti alla presentazione ma anche di tutto il pubblico presente in sala. Cordiali Saluti” Seguono le firme : il senso della lettera è intimidatorio più di una richiesta di censura preventiva; ed è minaccioso e pericolosamente infido quando spende il nome del boss camorrista Schiavone …Buttato lì in 10 righe di lettera , in pratica dice a queste librerie, se osate presentarlo rischiate molto più di una querela… Quel che non dicono gli avvocati è che il sequestro del libro è affiancato da una richiesta di danni pari a 1 milione e 200mila euro agli autori ed alla casa editrice. Come dire, chi tocca la famiglia Cosentino muore, perché una piccola casa editrice potrebbe morire seppellita dai debiti se tale incredibile richiesta fosse mai accolta. Quel che succede al libro “Il Casalese” è l’esempio non solo dell’arroganza del potere e della protervia politica della intera famiglia del personaggio in questione: è il sintomo di una pericolosa deriva della libertà di stampa nel nostro paese. Usata come un’arma per ferire e colpire, per il metodo Boffo e la macchina del fango, ben conosciuta dall’on. Cosentino (come sa l’attuale presidente della Regione Campania): ma vista come una libertà da imbrigliare se osa toccare,investigare sul ricco e potente uomo politico amico degli amici. Il Casalese, appunto. Brutti tempi se si chiede di eliminare un libro, se se ne colpiscono gli autori: brutti tempi contro i quali è necessario muoversi in tutte le sedi, giudiziarie, di stampa, politiche. Sono in gioco la libertà e la democrazia in questo paese. Per noi e con noi, i colleghi giornalisti che hanno scritto il libro, troveranno lo "Sportello Morrione contro le Querele temerarie": con gli avvocati e gli studi legali dello Sportello pronti a contrastare in tutte le sedi queste intimidazioni pesanti come le armi dei mafiosi e dei camorristi. E su Libera Informazione, i colleghi che hanno scritto “Il Casalese” potranno scrivere e rilanciare la loro inchiesta: come e quando vorranno. Potranno, se lo riterranno opportuno, rilanciare in rete le parti che considerano importanti, presentare in pubblico il libro nelle occasioni che sarà necessario organizzare. Aspettando la prossima lettera dei legali della famiglia dell’on. Cosentino
Liberainformazione - Perché gli avvocati della famiglia Cosentino, ci hanno onorato della loro presenza durante la conferenza stampa alla FNSI per denunciare proprio la richiesta di sequestrare il libro “Il Casalese”, dagli stessi avvocati presentata al Tribunale di Napoli? Beninteso, ognuno può sempre entrare ed uscire dalla sede della Federazione Italiana della Stampa,in occasione di iniziative pubbliche come una conferenza stampa: quella di Corso Vittorio Emanuele a Roma, è la vera Casa della Libertà in Italia. Ha chiuso la sua porta solo quando la censura fascista l’ha serrata d’autorità: quella stessa censura di regime che aveva ordinato di sequestrare libri e giornali per un ventennio. E che gli avvocati della famiglia Cosentino, oggi, chiedono di applicare, mutate mutandis, con l’ex articolo 700 c.d.p , per impedire che un libro - inchiesta scritta a più mani da diversi giornalisti campani e napoletani possa circolare nelle librerie, nelle trasmissioni tv, nelle radio,nelle case degli italiani. Perché gli avvocati si sono presentati alla FNSI e non sono invece intervenuti a Palazzo San Macuto, nella sede della Camera dei Deputati, quando lo stesso libro è stato presentato due mesi fa? Forse perché in quella occasione, nella sede più istituzionale delle istituzioni, la Biblioteca storica del Parlamento, a presentare quel libro c’erano alcuni deputati, dell’ allora maggioranza e dell’allora opposizione, particolarmente “noti” all’onorevole Nicola Cosentino: il deputato del FLI, Bocchino ed il senatore Paniz del PdL , ad esempio, oltre a deputati del Partito Democratico. Sia l’on. Bocchino che il sen.Paniz avevano polemizzato, anche tra di loro, ma avevano letto e apprezzato il libro, in particolare l’on. Bocchino,che di Cosentino conosce tutta l’ascesa politica, i suoi rapporti con l’ambiente dei Casalesi, il suo ruolo nella PdL della Campania. Insomma tutto quello che la magistratura ha scritto, inviato alla Camera quando si è votata l’autorizzazione all’arresto di Nicola Cosentino, poi bocciata in aula per una manciata di voti. L’on.Cosentino, dopo quella conferenza stampa, aveva, come si dice, furoreggiato e glissato: poi ha capito che con la politica ci si può anche salvare in Parlamento, ma con la stampa, no; quella non si può fermare. Ed allora ha mandato avanti il fratello Giovanni. Che le inchieste, i libri, può solo chiedere di ritirarli da commercio,vale a dire “bruciarli”, come nei roghi nazisti degli anni ’30 ricordati dall’on. Barbato, usando il reato di diffamazione che non a caso si richiama all’”ex articolo 700” del codice procedura penale. Ed ecco dunque l’arroganza,la sfrontatezza di presentarsi alla FNSI con le minacce; le stesse delle lettere inviate dagli stessi legali (e sta avvenendo in tutta Italia) a chi osa presentare il libro “Il Casalese” nella propria libreria o sede istituzionale che sia. Riproponiamo, proprio per far capire cos’è l’arroganza del Casalese Giovanni Cosentino, il testo della lettera minacciosa che i suoi avvocati stanno mandando a queste librerie o altri luoghi privati di cultura. Testualmente: “Le scriviamo in nome e per conto di Giovanni Cosentino, per rendervi noto che nei confronti del libro Il Casalese, che apprendiamo verra' presentato presso la sede della Vostra….., e' stata gia' depositata presso il Tribunale di Napoli, sezione proprieta' industriale ed intellettuale, una richiesta ex articolo 700 c.p.c. di sequestro del manoscritto, date le numerose false informazioni gravemente diffamatorie in esso contenute e riguardanti la onorabilita' e professionalita' del nostro assistito, in particolare per quanto concerne false parentale attribuite con alcuni membri della famiglia del boss Schiavone.Tanto vi dovevamo ai soli fini di una corretta e completa informazione non solo di coloro che parteciparanno in qualita' di ospiti alla presentazione ma anche di tutto il pubblico presente in sala. Cordiali Saluti” Seguono le firme : il senso della lettera è intimidatorio più di una richiesta di censura preventiva; ed è minaccioso e pericolosamente infido quando spende il nome del boss camorrista Schiavone …Buttato lì in 10 righe di lettera , in pratica dice a queste librerie, se osate presentarlo rischiate molto più di una querela… Quel che non dicono gli avvocati è che il sequestro del libro è affiancato da una richiesta di danni pari a 1 milione e 200mila euro agli autori ed alla casa editrice. Come dire, chi tocca la famiglia Cosentino muore, perché una piccola casa editrice potrebbe morire seppellita dai debiti se tale incredibile richiesta fosse mai accolta. Quel che succede al libro “Il Casalese” è l’esempio non solo dell’arroganza del potere e della protervia politica della intera famiglia del personaggio in questione: è il sintomo di una pericolosa deriva della libertà di stampa nel nostro paese. Usata come un’arma per ferire e colpire, per il metodo Boffo e la macchina del fango, ben conosciuta dall’on. Cosentino (come sa l’attuale presidente della Regione Campania): ma vista come una libertà da imbrigliare se osa toccare,investigare sul ricco e potente uomo politico amico degli amici. Il Casalese, appunto. Brutti tempi se si chiede di eliminare un libro, se se ne colpiscono gli autori: brutti tempi contro i quali è necessario muoversi in tutte le sedi, giudiziarie, di stampa, politiche. Sono in gioco la libertà e la democrazia in questo paese. Per noi e con noi, i colleghi giornalisti che hanno scritto il libro, troveranno lo "Sportello Morrione contro le Querele temerarie": con gli avvocati e gli studi legali dello Sportello pronti a contrastare in tutte le sedi queste intimidazioni pesanti come le armi dei mafiosi e dei camorristi. E su Libera Informazione, i colleghi che hanno scritto “Il Casalese” potranno scrivere e rilanciare la loro inchiesta: come e quando vorranno. Potranno, se lo riterranno opportuno, rilanciare in rete le parti che considerano importanti, presentare in pubblico il libro nelle occasioni che sarà necessario organizzare. Aspettando la prossima lettera dei legali della famiglia dell’on. Cosentino
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