“Nella realtà odierna nessuno può pensare di preservare automaticamente delle rendite di posizione”. Nella prolusione del Consiglio episcopale permanente, che si è aperto a Roma, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, invita a non avere paura del futuro. Dunque, in questo momento di passaggio per l’Italia, i vescovi chiedono di tenere assieme “equità e rigore”. Ascolta Guarasci.
Radio Vaticana - Il confronto non può essere rimandato. Per il cardinale Bagnasco “bisogna sapersi misurare con le mutazioni incalzanti che costringono ad un pensare nuovo”. Servono nuovi stili di vita, ovvero: uscire dall’immobilismo, fare manutenzione del territorio, combattere l’evasione fiscale, semplificare la pubblica amministrazione. Ma questo sia un periodo anche di rinnovamento per i partiti, se vogliono “riassumere direttamente nelle loro mani la guida del Paese”: non hanno alternativa. L’obiettivo deve essere ricreare “opportunità di impiego”, rilanciare gli investimenti, dare più fiducia ai giovani, perché “i padri, lottando, hanno ottenuto garanzie che oggi appaiono sproporzionate rispetto alle disponibilità riconosciute ai loro figli". Il cardinale Bagnasco mette in luce come i giovani “nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza, non possono rinunciare a costruirsi come persone stabili, interiormente solide, capaci di idealità e dunque resistenti alle sfide”. E poi attenzione all’invidualismo. Dunque sì alla tutela della famiglia fondata dall’unione tra uomo e donna, perche "prima e più dei diritti veri o presunti degli adulti, ci sono - ricorda - i diritti dei bambini: avere un padre e una madre certi, dunque una famiglia caratterizzata non da confini precari e da tempi incerti". No invece all’aborto, all’eutanasia, al suicidio assistito, al divorzio breve. E c’è chi vorrebbe addirittura proporre l’infanticidio, definito dal cardinale “aberrante, mostruoso”. Preoccupa anche la tesi "apparsa pure in sede scientifica internazionale", secondo la quale "la nutrizione e l'idratazione dovrebbero essere sospese a tutti i pazienti in stato vegetativo permanente, salvo che non ci sia l'evidenza di una volontà esplicita del soggetto gravemente ammalato". Inoltre, difesa della domenica, quale giorno dedicato al Signore, giorno che non può essere sacrificato “per ragioni economiche”, altrimenti il rischio è che la società diventi “meno coesa e forse solamente più agiata”. Infine soddisfazione per la soluzione trovata sulla questione del pagamento dell'Imu da parte della strutture commerciali della Chiesa.
Radio Vaticana - Il confronto non può essere rimandato. Per il cardinale Bagnasco “bisogna sapersi misurare con le mutazioni incalzanti che costringono ad un pensare nuovo”. Servono nuovi stili di vita, ovvero: uscire dall’immobilismo, fare manutenzione del territorio, combattere l’evasione fiscale, semplificare la pubblica amministrazione. Ma questo sia un periodo anche di rinnovamento per i partiti, se vogliono “riassumere direttamente nelle loro mani la guida del Paese”: non hanno alternativa. L’obiettivo deve essere ricreare “opportunità di impiego”, rilanciare gli investimenti, dare più fiducia ai giovani, perché “i padri, lottando, hanno ottenuto garanzie che oggi appaiono sproporzionate rispetto alle disponibilità riconosciute ai loro figli". Il cardinale Bagnasco mette in luce come i giovani “nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza, non possono rinunciare a costruirsi come persone stabili, interiormente solide, capaci di idealità e dunque resistenti alle sfide”. E poi attenzione all’invidualismo. Dunque sì alla tutela della famiglia fondata dall’unione tra uomo e donna, perche "prima e più dei diritti veri o presunti degli adulti, ci sono - ricorda - i diritti dei bambini: avere un padre e una madre certi, dunque una famiglia caratterizzata non da confini precari e da tempi incerti". No invece all’aborto, all’eutanasia, al suicidio assistito, al divorzio breve. E c’è chi vorrebbe addirittura proporre l’infanticidio, definito dal cardinale “aberrante, mostruoso”. Preoccupa anche la tesi "apparsa pure in sede scientifica internazionale", secondo la quale "la nutrizione e l'idratazione dovrebbero essere sospese a tutti i pazienti in stato vegetativo permanente, salvo che non ci sia l'evidenza di una volontà esplicita del soggetto gravemente ammalato". Inoltre, difesa della domenica, quale giorno dedicato al Signore, giorno che non può essere sacrificato “per ragioni economiche”, altrimenti il rischio è che la società diventi “meno coesa e forse solamente più agiata”. Infine soddisfazione per la soluzione trovata sulla questione del pagamento dell'Imu da parte della strutture commerciali della Chiesa.
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