Lo sciopero delle bisarche sta “fortemente danneggiando le attività del settore automotive italiano” secondo il comunicato diffuso dalla Fiat .
E-ilmensile - La casa torinese ha aggiunto che “le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre un mese. Lunghi e numerosi ritardi nelle consegne del prodotto ai concessionari e ai clienti, comportano pesanti conseguenze sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia e all’estero”. Fiat Group a causa dello sciopero ha fermato il lavoro in alcuni stabilimenti “con rilevanti perdite economiche per l’azienda e per i lavoratori”. Fermi di produzione che sono stati previsti anche per alcuni giorni delle prossime settimane, come a Cassino che fermerà le macchine dal 27 al 29 marzo.
Nel frattempo, la protesta sta degenerando. “Autovetture incendiate, lanci di sassi dai cavalcavia, autisti aggrediti e minacciati, presidi di blocco che costringono anche chi vuole lavorare a fermarsi. Episodi che non possono certo definirsi pacifici, come dichiarano i promotori della protesta”. Lo denuncia in una nota d el presidente di Anita, Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici, Eleuterio Arcese.
La protesta in corso da settimane vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle liberalizzazioni volute da Monti in materia di trasporti, che a dire delle organizzazioni di settore non porterebbero alcun miglioramento “della pessima situazione in cui versa il settore del trasporto su gomma”
AG
E-ilmensile - La casa torinese ha aggiunto che “le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre un mese. Lunghi e numerosi ritardi nelle consegne del prodotto ai concessionari e ai clienti, comportano pesanti conseguenze sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia e all’estero”. Fiat Group a causa dello sciopero ha fermato il lavoro in alcuni stabilimenti “con rilevanti perdite economiche per l’azienda e per i lavoratori”. Fermi di produzione che sono stati previsti anche per alcuni giorni delle prossime settimane, come a Cassino che fermerà le macchine dal 27 al 29 marzo.
Nel frattempo, la protesta sta degenerando. “Autovetture incendiate, lanci di sassi dai cavalcavia, autisti aggrediti e minacciati, presidi di blocco che costringono anche chi vuole lavorare a fermarsi. Episodi che non possono certo definirsi pacifici, come dichiarano i promotori della protesta”. Lo denuncia in una nota d el presidente di Anita, Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici, Eleuterio Arcese.
La protesta in corso da settimane vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle liberalizzazioni volute da Monti in materia di trasporti, che a dire delle organizzazioni di settore non porterebbero alcun miglioramento “della pessima situazione in cui versa il settore del trasporto su gomma”
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