mercoledì, marzo 28, 2012
I lavoratori sardi dello stabilimento di Portovesme (Carbonia-Iglesias) rimasti in sospeso da quando l’Alcoa, il gigante Usa dell’alluminio ha deciso di lasciare l’Italia per una guerra sulle tariffe energetiche imposte da Enel, possono finalmente tirare un breve sospiro di sollievo.

E-ilmensile - Le 500 lettere di mobilità che l’azienda aveva già preparato per inviarle il 5 aprile verranno buttate nel cestino. Dopo dodici ore di trattative al ministero dello Sviluppo economico, infatti, è stato deciso che la fabbrica resterà aperta fino alla fine dell’anno e che nel frattempo si valuterà chi potrà subentrare agli statunitensi. Ci sono, infatti, già quattro o cinque manifestazioni d’interesse, due delle quali considerate serie. È una corsa contro il tempo per evitare che 1500 persone (compresi lavoratori dell’indotto) finiscano sul lastrico.

“Siamo soddisfatti. Ora la parola passa ai lavoratori in assemblea” dichiara il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini. “E’ un’intesa sofferta che non scongiura l’abbandono del sito di Portovesme da parte di Alcoa, ma che mette le basi per il proseguimento della produzione dell’alluminio primario nel nostro Paese”, commentano il segretario nazionale Fiom Laura Spezia e il coordinatore nazionale siderurgia della Fiom Vittorio Barbi. “Grande soddisfazione per il raggiungimento di un’intesa fino a poche ore fa impensabile” per la Fim-Cisl, il cui segretario nazionale, Marco Bentivogli, parla di “accordo storico”.

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