La recensione per Lpl del libro di Giuseppe Acconcia a cura di Mariangela Laviano
“La Primavera egiziana e le Rivoluzioni in Medio Oriente.” è il titolo del libro di Giuseppe Acconcia, edito da Infinito, con introduzione di Massimo Cirri e postfazione di Vincenzo Nigro. Ci troviamo di fronte ad un libro suggestivo, scritto da un autore dinamico, attivo ed esperto di Iran e Medioriente che osserva lo svolgersi della primavera araba dall’orizzonte delle contestazioni sorte in Iran nel 2009 e scaturite dalla contestata proclamazione del presidente Ahmadinejad. L’autore affronta efficacemente l’argomento raccontando del suo lungo viaggio in più tappe iniziato nel 2009 quando, dopo aver raggiunto Damasco, con vari mezzi attraversa prima il Kurdistan e poi Teheran. Nella capitale iraniana, Acconcia ha modo di visitare luoghi "la cui bellezza è più intensa della loro povertà" e scoprire senza filtri le dinamiche del movimento rivoluzionario denominato “Rivoluzione verde” o “Onda verde”, guidata dal giornalista e attivista Mohsen Sazgara. L’autore racconta, con dovizia di particolari, lo svolgersi della quotidianità durante la sua permanenza in Iran, attraverso lo scambio di riflessioni con i veri protagonisti della protesta, donne, uomini, blogger e attivisti, gente comune, leader politici, grazie ai quali gli è stato possibile studiare “i riflessi del confronto politico”.
L’Iran diventa il luogo di origine ma anche di propulsione delle rivoluzioni in Nord Africa e Medio Oriente. L’autore, tornando al Cairo, già percepisce il medesimo malcontento sperimentato nel suo trascorso a Teheran provocato dalle enormi disuguaglianze sociali perpetrate dal regime di Hosni Mubarak. Anche qui la nuova generazione di internauti, amanti delle nuove tecnologie, da anni cerca di far crollare il regime, attaccandolo laddove esso è più debole, nella “rete”. Attraverso la narrazione della vita quotidiana l’autore fa un excursus delle ondate di protesta in Egitto, della storia politica egiziana, dei partiti politici e della Fratellanza musulmana. Si fa portavoce delle storie di coloro che sono stati i diretti protagonisti di piazza Tahrir durante i diciotto giorni della rivoluzione del 2011. Racconta di donne con e senza velo, che sono scese in piazza, nelle prime file dei cortei, e di copti e musulmani uniti verso un unico obiettivo: far crollare la dittatura.
Acconcia è un autore che vive i luoghi di cui scrive, i suoi occhi sono la lente attraverso cui il lettore potrà conoscere la gente del posto, le ragioni della rivoluzione, la sofferenza e il coraggio dei manifestanti, gli scontri avvenuti in Egitto e negli altri Paesi, con tutti i loro risvolti umani e politici. Il libro di Acconcia è non solo una raccolta di testimonianze di chi ha vissuto la rivoluzione, ma anche un ottimo strumento di analisi per meglio comprendere il faticoso percorso che alcuni Paesi arabi stanno affrontando per arrivare alla tanto agognata democrazia.
“La Primavera egiziana e le Rivoluzioni in Medio Oriente.” è il titolo del libro di Giuseppe Acconcia, edito da Infinito, con introduzione di Massimo Cirri e postfazione di Vincenzo Nigro. Ci troviamo di fronte ad un libro suggestivo, scritto da un autore dinamico, attivo ed esperto di Iran e Medioriente che osserva lo svolgersi della primavera araba dall’orizzonte delle contestazioni sorte in Iran nel 2009 e scaturite dalla contestata proclamazione del presidente Ahmadinejad. L’autore affronta efficacemente l’argomento raccontando del suo lungo viaggio in più tappe iniziato nel 2009 quando, dopo aver raggiunto Damasco, con vari mezzi attraversa prima il Kurdistan e poi Teheran. Nella capitale iraniana, Acconcia ha modo di visitare luoghi "la cui bellezza è più intensa della loro povertà" e scoprire senza filtri le dinamiche del movimento rivoluzionario denominato “Rivoluzione verde” o “Onda verde”, guidata dal giornalista e attivista Mohsen Sazgara. L’autore racconta, con dovizia di particolari, lo svolgersi della quotidianità durante la sua permanenza in Iran, attraverso lo scambio di riflessioni con i veri protagonisti della protesta, donne, uomini, blogger e attivisti, gente comune, leader politici, grazie ai quali gli è stato possibile studiare “i riflessi del confronto politico”.
L’Iran diventa il luogo di origine ma anche di propulsione delle rivoluzioni in Nord Africa e Medio Oriente. L’autore, tornando al Cairo, già percepisce il medesimo malcontento sperimentato nel suo trascorso a Teheran provocato dalle enormi disuguaglianze sociali perpetrate dal regime di Hosni Mubarak. Anche qui la nuova generazione di internauti, amanti delle nuove tecnologie, da anni cerca di far crollare il regime, attaccandolo laddove esso è più debole, nella “rete”. Attraverso la narrazione della vita quotidiana l’autore fa un excursus delle ondate di protesta in Egitto, della storia politica egiziana, dei partiti politici e della Fratellanza musulmana. Si fa portavoce delle storie di coloro che sono stati i diretti protagonisti di piazza Tahrir durante i diciotto giorni della rivoluzione del 2011. Racconta di donne con e senza velo, che sono scese in piazza, nelle prime file dei cortei, e di copti e musulmani uniti verso un unico obiettivo: far crollare la dittatura.
Acconcia è un autore che vive i luoghi di cui scrive, i suoi occhi sono la lente attraverso cui il lettore potrà conoscere la gente del posto, le ragioni della rivoluzione, la sofferenza e il coraggio dei manifestanti, gli scontri avvenuti in Egitto e negli altri Paesi, con tutti i loro risvolti umani e politici. Il libro di Acconcia è non solo una raccolta di testimonianze di chi ha vissuto la rivoluzione, ma anche un ottimo strumento di analisi per meglio comprendere il faticoso percorso che alcuni Paesi arabi stanno affrontando per arrivare alla tanto agognata democrazia.
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Sono presenti 2 commenti
Sicuramente il popolo arabo arriverà a raggiungere la democrazia ma, secondo me, ci vorrà ancora molto tempo. Vi è qualche cosa che gli impedisce un sollecito inserimento nel mondo che noi chiamiamo democratico; in realtà questo nostro mondo non è la perfezione ed il loro Credo è ancora molto distante dal nostro. Ciao
Proprio per questo loro saranno sempre loro e noi saremo sempre noi. Il diavolo e l'acqua santa.
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