Un altro giorno di fuoco mentre la gente chiede il dialogo e la pace. La violenza, i cantieri, le proteste stanno mettendo a rischio turismo e lavoro. La politica non retrocede.
Cittanuova - La Val di Susa è allo stremo delle forze. Non ne può più: di violenza, di cantieri, di essere messa in prima pagina ma non per lo sci, l’ospitalità, il turismo, ma per scene di guerriglia quotidiana. Dopo gli incidenti di lunedì, la sfiorata tragedia di Luca Abbà, folgorato dopo essere salito su un traliccio (ricoverato al Cto di Torino le sue condizioni migliorano), i disordini sono continuati, così come gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il video girato dalla troupe di H24, che ha ripreso in diretta la protesta in Valsusa per Corriere Tv, con un manifestante che ha provocato un giovane carabiniere in tenuta antisommossa chiamandolo «pecorella», ha fatto il giro del mondo sul web ed è stato una sorta di boomerang per gli attivisti. Così mercoledì gli scontri sono stati sempre più forti. Intorno a mezzogiorno, a Chianocco, la stessa troupe televisiva è stata aggredita da una quarantina di ragazzi che hanno circondato i tre operatori, li hanno fatti scendere dall’auto di servizio, minacciati, e si sono fatti consegnare le chiavi del loro furgone dove avevano il materiale per fare le riprese.
Durante il giorno ci sono stati scontri, in particolare mercoledì sera, che hanno causato tredici feriti tra le forze dell’ordine, sei sono poliziotti e sette carabinieri, e diversi manifestanti. Nella notte le forze dell’ordine sono riuscite a riaprire al traffico l’autostrada Torino-Bardonecchia in entrambe le direzioni, dopo il blitz della sera delle forze dell’ordine al presidio No Tav. Alle ore 00.45 è stata riaperta la corsia in direzione di Torino, mentre alle ore 2.30 è stata riaperta anche la corsia in direzione Frejus. Cinque le persone fermate nella tarda serata di ieri, quattro rilasciate dopo essere state identificate, mentre un uomo di 32 anni è stato arrestato per i reati di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Ma questa mattina, al risveglio, è ancora una volta la gente della valle a non poterne più. Gli albergatori e i gestori degli impianti sciistici sono preoccupati per un turismo che da primo motore economico della valle è diventato marginale. E la Sitaf, la società che gestisce l’autostrada Torino-Bardonecchia, ha annunciato proprio ieri le ferie forzate di 150 dipendenti, la maggior parte casellanti e controllori del traffico. Le continue chiusure dell’autostrada causano un danno economico ingente e soprattutto generano incertezza tra gli autotrasportatori che scelgono strade alternative, anche più lunghe e più costose. La Sitaf ha dichiarato di perdere 300 mila euro di pedaggi al giorno per i blocchi. Per 150 dipendenti scattano le ferie e poi la cassa integrazione, e la Sitaf non è sicuramente una società in crisi.
La politica non fa passi indietro. Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, spiega: «L’opera è di tale importanza che non può essere messa in discussione. C’è massima attenzione, siamo pronti ad ascoltare tutte le esigenze ma senza mettere in discussione l’opera. L’impegno che abbiamo assunto è un impegno che non è pensabile porti a un ripensamento di nessun genere». E così la pensano regione, provincia e comune di Torino.
Ma i timori restano per la brutta aria che tira. Un timore che si sia entrati in una spirale di violenza da cui sarà difficile uscire se non si coltiva la strada del dialogo, del confronto e delle manifestazioni pacifiche, come quella di sabato scorso dove sessantamila persone avevano invaso la piccola Susa senza creare problemi di ordine pubblico.
Ma sui siti del movimento un’altra azione di blocco è annunciata per oggi, giovedì primo marzo, alle 18,00. Una decisione presa nella notte, dopo lo sgombero al termine dell’assemblea tenuta a Bussoleno. Centinaia di manifestanti, appena allontanati dalle forze dell’ordine dall’autostrada a Chianocco, si sono ritrovati nel salone del centro polivalente della cittadina della Val Susa e hanno progettato le prossime iniziative di protesta, annunciando una serie di blocchi a sorpresa.
Cittanuova - La Val di Susa è allo stremo delle forze. Non ne può più: di violenza, di cantieri, di essere messa in prima pagina ma non per lo sci, l’ospitalità, il turismo, ma per scene di guerriglia quotidiana. Dopo gli incidenti di lunedì, la sfiorata tragedia di Luca Abbà, folgorato dopo essere salito su un traliccio (ricoverato al Cto di Torino le sue condizioni migliorano), i disordini sono continuati, così come gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il video girato dalla troupe di H24, che ha ripreso in diretta la protesta in Valsusa per Corriere Tv, con un manifestante che ha provocato un giovane carabiniere in tenuta antisommossa chiamandolo «pecorella», ha fatto il giro del mondo sul web ed è stato una sorta di boomerang per gli attivisti. Così mercoledì gli scontri sono stati sempre più forti. Intorno a mezzogiorno, a Chianocco, la stessa troupe televisiva è stata aggredita da una quarantina di ragazzi che hanno circondato i tre operatori, li hanno fatti scendere dall’auto di servizio, minacciati, e si sono fatti consegnare le chiavi del loro furgone dove avevano il materiale per fare le riprese.
Durante il giorno ci sono stati scontri, in particolare mercoledì sera, che hanno causato tredici feriti tra le forze dell’ordine, sei sono poliziotti e sette carabinieri, e diversi manifestanti. Nella notte le forze dell’ordine sono riuscite a riaprire al traffico l’autostrada Torino-Bardonecchia in entrambe le direzioni, dopo il blitz della sera delle forze dell’ordine al presidio No Tav. Alle ore 00.45 è stata riaperta la corsia in direzione di Torino, mentre alle ore 2.30 è stata riaperta anche la corsia in direzione Frejus. Cinque le persone fermate nella tarda serata di ieri, quattro rilasciate dopo essere state identificate, mentre un uomo di 32 anni è stato arrestato per i reati di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Ma questa mattina, al risveglio, è ancora una volta la gente della valle a non poterne più. Gli albergatori e i gestori degli impianti sciistici sono preoccupati per un turismo che da primo motore economico della valle è diventato marginale. E la Sitaf, la società che gestisce l’autostrada Torino-Bardonecchia, ha annunciato proprio ieri le ferie forzate di 150 dipendenti, la maggior parte casellanti e controllori del traffico. Le continue chiusure dell’autostrada causano un danno economico ingente e soprattutto generano incertezza tra gli autotrasportatori che scelgono strade alternative, anche più lunghe e più costose. La Sitaf ha dichiarato di perdere 300 mila euro di pedaggi al giorno per i blocchi. Per 150 dipendenti scattano le ferie e poi la cassa integrazione, e la Sitaf non è sicuramente una società in crisi.
La politica non fa passi indietro. Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, spiega: «L’opera è di tale importanza che non può essere messa in discussione. C’è massima attenzione, siamo pronti ad ascoltare tutte le esigenze ma senza mettere in discussione l’opera. L’impegno che abbiamo assunto è un impegno che non è pensabile porti a un ripensamento di nessun genere». E così la pensano regione, provincia e comune di Torino.
Ma i timori restano per la brutta aria che tira. Un timore che si sia entrati in una spirale di violenza da cui sarà difficile uscire se non si coltiva la strada del dialogo, del confronto e delle manifestazioni pacifiche, come quella di sabato scorso dove sessantamila persone avevano invaso la piccola Susa senza creare problemi di ordine pubblico.
Ma sui siti del movimento un’altra azione di blocco è annunciata per oggi, giovedì primo marzo, alle 18,00. Una decisione presa nella notte, dopo lo sgombero al termine dell’assemblea tenuta a Bussoleno. Centinaia di manifestanti, appena allontanati dalle forze dell’ordine dall’autostrada a Chianocco, si sono ritrovati nel salone del centro polivalente della cittadina della Val Susa e hanno progettato le prossime iniziative di protesta, annunciando una serie di blocchi a sorpresa.
di Tobia Di Giacomo
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È presente 1 commento
Se si facessero pagare ai manifestanti tutti i danni provocati dalle loro insensate proteste forse la finirebbero, penso non siano persone da dialogo!!
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