Il 23 marzo esce nelle sale italiane "The Lady", il film di Luc Besson col patrocinio della Sezione Italiana di Amnesty International.
Amnesty - "The Lady" racconta la vicenda umana e politica della leader birmana e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, la figlia del padre dell'indipendenza della Birmania, leader della Lega nazionale per la democrazia e premio Nobel per la pace nel 1991.
La situazione dei diritti umani in Myanmar
Il 13 novembre 2010, Aung San Suu Kyi è tornata in libertà e all'impegno politico, dopo aver trascorso 15 dei 21 anni precedenti agli arresti domiciliari: dal 1989 al 1995, dal 2000 al 2002 e dal 2003 al 2010. Aung San Suu Kyi faceva parte di un totale di oltre 2200 prigionieri politici, in maggioranza prigionieri di coscienza, arrestati prevalentemente durante la cosiddetta "rivoluzione zafferano" del 2007. Centinaia di questi, alla data del rilascio di Aung San Suu Kyi, erano stati trasferiti in carceri lontane rendendo ancora più difficili le visite di medici, avvocati e parenti e numerose erano le denunce di tortura.
Il 12 ottobre 2011, a seguito di un'amnistia sono tornati in libertà 120 prigionieri di coscienza, tra cui Zaw Htet Ko Ko, esponente del Gruppo studentesco Generazione 88, in carcere dall'ottobre 2007 e l'attore, comico e autore di commedie Zarganar, imprigionato nel giugno 2008 per aver portato i soccorsi alle popolazioni colpite dal ciclone Nargis.
Per Zarganar si era mobilitato anche il mondo del cinema italiano. Dal 12 al 21 luglio 2011, nell'ambito della 41ma edizione del Giffoni Film Festival, il caso di Zarganar è stato proposto alla vastissima platea dei giurati che popolano la manifestazione internazionale di Giffoni Valle Piana. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, hanno partecipato con grande entusiasmo all'azione in suo favore attraverso una fotopetizione che li ritraeva con un ciak per chiederne la liberazione immediata. Anche Valentina Lodovini, Matteo Branciamore e Maurizio Casagrande, testimonial di Amnesty International durante il Festival, hanno sostenuto a gran voce il rilascio del celebre comico birmano.
Il 13 gennaio 2012, c'è stata la quarta e ultima, finora, amnistia da parte dell'attuale governo. Sono stati rilasciati 130 prigionieri politici tra i quali i noti dissidenti Htay Kywe e U Gambira, tra i leader della "rivoluzione zafferano", U Khun Htun Oo (presidente della Lega nazionale per la democrazia dello stato di Shan) e il leader studentesco Min Ko Naing.
Queste quattro amnistie sono dei passi importanti, ma occorre fare molto altro!
Restano in carcere 1000 prigionieri di coscienza, condannati sulla base di norme vaghe, utilizzate sovente dalle autorità birmane per criminalizzare il dissenso politico e detenuti in condizioni agghiaccianti, con cibo e servizi igienici inadeguati e senza cure mediche. Inoltre, da decenni, le autorità di Myanmar ricorrono alla detenzione per ridurre al silenzio ogni forma di opposizione, cercando di blandire la comunità internazionale mediante riduzioni di pena e limitate amnistie periodiche.
Amnesty - "The Lady" racconta la vicenda umana e politica della leader birmana e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, la figlia del padre dell'indipendenza della Birmania, leader della Lega nazionale per la democrazia e premio Nobel per la pace nel 1991.
La situazione dei diritti umani in Myanmar
Il 13 novembre 2010, Aung San Suu Kyi è tornata in libertà e all'impegno politico, dopo aver trascorso 15 dei 21 anni precedenti agli arresti domiciliari: dal 1989 al 1995, dal 2000 al 2002 e dal 2003 al 2010. Aung San Suu Kyi faceva parte di un totale di oltre 2200 prigionieri politici, in maggioranza prigionieri di coscienza, arrestati prevalentemente durante la cosiddetta "rivoluzione zafferano" del 2007. Centinaia di questi, alla data del rilascio di Aung San Suu Kyi, erano stati trasferiti in carceri lontane rendendo ancora più difficili le visite di medici, avvocati e parenti e numerose erano le denunce di tortura.
Il 12 ottobre 2011, a seguito di un'amnistia sono tornati in libertà 120 prigionieri di coscienza, tra cui Zaw Htet Ko Ko, esponente del Gruppo studentesco Generazione 88, in carcere dall'ottobre 2007 e l'attore, comico e autore di commedie Zarganar, imprigionato nel giugno 2008 per aver portato i soccorsi alle popolazioni colpite dal ciclone Nargis.
Per Zarganar si era mobilitato anche il mondo del cinema italiano. Dal 12 al 21 luglio 2011, nell'ambito della 41ma edizione del Giffoni Film Festival, il caso di Zarganar è stato proposto alla vastissima platea dei giurati che popolano la manifestazione internazionale di Giffoni Valle Piana. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, hanno partecipato con grande entusiasmo all'azione in suo favore attraverso una fotopetizione che li ritraeva con un ciak per chiederne la liberazione immediata. Anche Valentina Lodovini, Matteo Branciamore e Maurizio Casagrande, testimonial di Amnesty International durante il Festival, hanno sostenuto a gran voce il rilascio del celebre comico birmano.
Il 13 gennaio 2012, c'è stata la quarta e ultima, finora, amnistia da parte dell'attuale governo. Sono stati rilasciati 130 prigionieri politici tra i quali i noti dissidenti Htay Kywe e U Gambira, tra i leader della "rivoluzione zafferano", U Khun Htun Oo (presidente della Lega nazionale per la democrazia dello stato di Shan) e il leader studentesco Min Ko Naing.
Queste quattro amnistie sono dei passi importanti, ma occorre fare molto altro!
Restano in carcere 1000 prigionieri di coscienza, condannati sulla base di norme vaghe, utilizzate sovente dalle autorità birmane per criminalizzare il dissenso politico e detenuti in condizioni agghiaccianti, con cibo e servizi igienici inadeguati e senza cure mediche. Inoltre, da decenni, le autorità di Myanmar ricorrono alla detenzione per ridurre al silenzio ogni forma di opposizione, cercando di blandire la comunità internazionale mediante riduzioni di pena e limitate amnistie periodiche.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.