La campagna contro l’Esercito di resistenza del Signore (Lra) di Joseph Kony e il dispiegamento di soldati americani nella regione costituiscono un ‘fiore all’occhiello’ per il governo di Kampala e al tempo stesso un’operazione ‘low cost’ ma “dagli enormi potenziali” per gli interessi strategici di Washington in Africa Orientale.
Misna - A sostenerlo è un’analisi di ‘Stratfor’, società di intelligence privata con sede in Texas tra le più influenti al mondo. A cinque mesi dal dispiegamento di 100 marines americani tra nord Uganda, Centrafrica, Congo e Sud Sudan nell’ambito di un’iniziativa approvata dallo stesso presidente americano Barack Obama, il rapporto sottolinea come “la portata delle operazioni della guerriglia di Kony in Uganda sia stata volontariamente esagerata, come pure la loro attuale minaccia per le popolazioni nel nord del paese”.
La minaccia posta dall’Lra – le cui basi si sono spostate oltrefrontiera rispetto all’Uganda – servirebbe a giustificare il rinnovato impegno militare statunitense a nord della Regione dei Grandi Laghi. Obiettivo finale di questo impegno, secondo gli analisti di Stratfor, sarebbero altri scenari di maggiore interesse strategico per gli Stati Uniti, come il Sud Sudan e la Somalia.
“Assistendo il governo alleato di Juba a contrastare l’Lra, i militari americani possono osservare da un luogo privilegiato l’escalation di tensione con Khartoum e prepararsi agli scenari futuri – sottolinea il documento – esaminando nel contempo il propagarsi dell’influenza cinese nel paese ricco di giacimenti petroliferi”.
Inoltre, attraverso un rinnovato legame con il governo di Yoweri Museveni – che fornisce la maggior parte dei militari per la missione dell’Unione Africana in Somalia (Amisom) – gli Stati Uniti “riuscirebbero ad estendere la loro influenza sul paese del Corno d’Africa, già al centro delle attenzioni di diversi attori internazionali e tuttavia privo di istituzioni solide, senza esporsi direttamente”.
Pur costituendo tuttora una grave minaccia, l’Lra ha ridotto il raggio e la portata dei suoi attacchi contro le popolazioni civili. Nel corso degli anni – concordano le fonti della MISNA – gli interessi contrapposti dei governi locali hanno di fatto impedito che una guerriglia composta di poche centinaia di individui che si nascondono nella boscaglia venisse estirpata e resa inoffensiva.
Misna - A sostenerlo è un’analisi di ‘Stratfor’, società di intelligence privata con sede in Texas tra le più influenti al mondo. A cinque mesi dal dispiegamento di 100 marines americani tra nord Uganda, Centrafrica, Congo e Sud Sudan nell’ambito di un’iniziativa approvata dallo stesso presidente americano Barack Obama, il rapporto sottolinea come “la portata delle operazioni della guerriglia di Kony in Uganda sia stata volontariamente esagerata, come pure la loro attuale minaccia per le popolazioni nel nord del paese”.
La minaccia posta dall’Lra – le cui basi si sono spostate oltrefrontiera rispetto all’Uganda – servirebbe a giustificare il rinnovato impegno militare statunitense a nord della Regione dei Grandi Laghi. Obiettivo finale di questo impegno, secondo gli analisti di Stratfor, sarebbero altri scenari di maggiore interesse strategico per gli Stati Uniti, come il Sud Sudan e la Somalia.
“Assistendo il governo alleato di Juba a contrastare l’Lra, i militari americani possono osservare da un luogo privilegiato l’escalation di tensione con Khartoum e prepararsi agli scenari futuri – sottolinea il documento – esaminando nel contempo il propagarsi dell’influenza cinese nel paese ricco di giacimenti petroliferi”.
Inoltre, attraverso un rinnovato legame con il governo di Yoweri Museveni – che fornisce la maggior parte dei militari per la missione dell’Unione Africana in Somalia (Amisom) – gli Stati Uniti “riuscirebbero ad estendere la loro influenza sul paese del Corno d’Africa, già al centro delle attenzioni di diversi attori internazionali e tuttavia privo di istituzioni solide, senza esporsi direttamente”.
Pur costituendo tuttora una grave minaccia, l’Lra ha ridotto il raggio e la portata dei suoi attacchi contro le popolazioni civili. Nel corso degli anni – concordano le fonti della MISNA – gli interessi contrapposti dei governi locali hanno di fatto impedito che una guerriglia composta di poche centinaia di individui che si nascondono nella boscaglia venisse estirpata e resa inoffensiva.
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