venerdì, marzo 23, 2012
Finisce la latitanza del boss di Cisternino ritenuto dagli inquirenti vicino alla Sacra Corona Unita

Liberainformazione - È finita la latitanza di Domenico Gentile, 51 anni di Cisternino (Br), ritenuto dagli inquirenti vicino alla Sacra Corona Unita. Il cinquantunenne cistranese era stato già raggiunto, in un primo momento, da un’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Brindisi, e, successivamente, da un ordine di esecuzione emesso dalla Corte di Cassazione (a seguito di condanna definitiva a sei anni e otto mesi di carcere). Gentile si era rifugiato sui colli di Fasano (BR) dove trascorreva la sua latitanza in una lussuosa villa immersa nel verde, sulla Selva.


Il latitante aveva adottato molte misure di protezione: videosorveglianza e persino una strumentazione per bonificare gli ambienti da eventuali cimici. Era consapevole di essere ricercato dalle forze dell’ ordine e temeva di essere intercettato anche nel suo fortino. Timori tutt’ altro che infondati. Infatti, le forze dell’ ordine da un paio di settimane avevano focalizzato la loro attenzione sulla campagna fasanese. Diversi indizi avevano indotto gli investigatori a pensare che Gentile potesse nascondersi in qualche villa della Selva. Per non fallire l’ obiettivo hanno sorvegliato a lungo la zona, registrando movimenti, spostamenti, visite e contatti. Relazioni del boss che permetteranno agli agenti di approfondire ulteriormente le indagini. L’ operazione è stata organizzata dal Commissariato di Ostuni (Br) e dalla Squadra Mobile di Brindisi, coordinati dal Vice Questore Francesco Angiuli e dal capo della Squadra Mobile di Brindisi, Francesco Barnaba.

Gli agenti hanno agito alle prime luci dell’ alba circondando la villa e preparandosi all’ irruzione avvenuta attorno alle 8 del mattino. Gentile era solo in casa, disteso sul letto. Sotto le lenzuola nascondeva pistola e munizioni. Gli agenti lo hanno subito bloccato e portato in commissariato dopo aver perquisito e perlustrato la villa di campagna. Un bunker dotato di palestra e ogni confort per rendere sicura e comoda la latitanza. Il padrone di casa, un fasanese residente al nord, verrà ascoltato nei prossimi giorni per capire se abbia favorito volontariamente la latitanza del boss.

Sul posto, a dirigere il blitz, il sostituto commissario Claudio Antonaci, responsabile della polizia giudiziaria del Commissariato di Ostuni e il sostituto commissario Domenico Conte, vice dirigente della Squadra Mobile di Brindisi. Il cinquantunenne ha solo abbozzato un tentativo di reazione prima di lasciarsi catturare senza opporre ulteriore resistenza.
Durante l’ operazione, concordata con il Procuratore Capo Marco Dinapoli e con il sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, i poliziotti hanno sequestrato una pistola Beretta calibro 6.35, una sessantina di proiettili dello stesso calibro, oltre a munizioni (palla singola e pallettoni) per fucili da caccia. Ritrovati anche diversi documenti falsificati: patente di guida, tessera sanitaria, carta d’ identità. Gentile durante la latitanza era diventato Andreino Dell’ Orto, residente a Carate Brianza, classe 1958. Questa era la sua falsa identità.

Gli agenti, nei giorni precedenti al blitz, avevano documentato attorno alla villa strani movimenti. Gentile, quale referente sul territorio di affiliati alla Scu, avrebbe avuto contatti, perfino, con esponenti della criminalità internazionale. Rapporti curati anche durante la latitanza, non tutta trascorsa, evidentemente, sulla Selva di Fasano. Gli inquirenti, infatti, avrebbero accertato trasferte all’ estero (Belgio e Svizzera, con particolare frequenza). Gentile ora dovrà scontare una pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione e pagare una multa di 2.200 euro per i reati di estorsioni continuate ai danni di alcuni imprenditori.

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