lunedì, marzo 26, 2012
Chianti in Trentino, Aglianico e Falanghina sempre più difficili da coltivare e vendemmie anticipate dall'Oltrepò Pavese alla Toscana. Sono solo alcuni degli effetti possibili o già in atto dei cambiamenti climatici sulla produzione vitivinicola italiana.

GreenPeace - In occasione di Vinitaly 2012 presentiamo "Quale futuro per il vino italiano?", un documento che accende l'attenzione sull'influenza che il climate change esercita sui vini di casa nostra. Sono tanti i produttori italiani che hanno dovuto reagire al fenomeno anticipando il calendario delle raccolte e intervenendo nella fase di produzione. Con quali risultati?

Se vogliamo difendere il vino è necessario mantenere l'aumento globale delle temperature al di sotto dei 2°C rispetto all'epoca industriale. Chiediamo quindi ai Governi di impegnarsi subito a invertire l'andamento delle emissioni globali di gas serra entro il 2015 e a raggiungere riduzioni globali dell'ottanta per cento delle emissioni di gas serra entro il 2050 rispetto al 1990, intervenendo per i tre quarti con azioni a livello nazionale.

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