Maggioranza divisa nella valutazione della riforma del lavoro, approvata venerdì dal Consiglio dei ministri e che nelle prossime settimane approderà all’esame del Parlamento. La Cgil conferma le dure critiche e lo sciopero generale
Radio Vaticana - Per la prima volta dalla nascita del Governo Monti, l’equilibrio all’interno della inedita maggioranza rischia davvero di spezzarsi. Da una parte il Pdl per il quale la riforma del lavoro così come approvata dal Governo non si deve toccare. Dall’altra il Pd, che annuncia battaglia in Parlamento sul disegno di legge. In mezzo l’Udc di Casini che ricorda come l’emergenza economica non è ancora finita e mettere in crisi il Governo sarebbe un atto di irresponsabilità. Ci sono poi i partiti di opposizione, Italia dei valori e Lega, che rilanciano gli attacchi contro l’Esecutivo.
Nel merito il motivo del contendere è come al solito l’articolo 18: in particolare la norma sui licenziamenti economici, per i quali la riforma prevede che il giudice possa solo decidere l’indennizzo e non anche il reintegro. Come avrebbe voluto il sindacato. Il leader della Cgil Camusso è preoccupata anche per la parte della riforma relativa agli ammortizzatori sociali e fa sapere che lo sciopero generale ci sarà entro maggio. Sciopero non condiviso dalla Cisl di Bonanni che vede una riforma stretta tra opposti estremismi e sollecita piuttosto il Governo ad aprire il discorso sulla crescita.
Radio Vaticana - Per la prima volta dalla nascita del Governo Monti, l’equilibrio all’interno della inedita maggioranza rischia davvero di spezzarsi. Da una parte il Pdl per il quale la riforma del lavoro così come approvata dal Governo non si deve toccare. Dall’altra il Pd, che annuncia battaglia in Parlamento sul disegno di legge. In mezzo l’Udc di Casini che ricorda come l’emergenza economica non è ancora finita e mettere in crisi il Governo sarebbe un atto di irresponsabilità. Ci sono poi i partiti di opposizione, Italia dei valori e Lega, che rilanciano gli attacchi contro l’Esecutivo.
Nel merito il motivo del contendere è come al solito l’articolo 18: in particolare la norma sui licenziamenti economici, per i quali la riforma prevede che il giudice possa solo decidere l’indennizzo e non anche il reintegro. Come avrebbe voluto il sindacato. Il leader della Cgil Camusso è preoccupata anche per la parte della riforma relativa agli ammortizzatori sociali e fa sapere che lo sciopero generale ci sarà entro maggio. Sciopero non condiviso dalla Cisl di Bonanni che vede una riforma stretta tra opposti estremismi e sollecita piuttosto il Governo ad aprire il discorso sulla crescita.
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