Halil Savda, difensore dei diritti umani, è stato arrestato alle 6 di mattina del 24 febbraio durante una visita al distretto di Doğubeyazıt nella Turchia orientale.
Amnesty - Ora è in carcere e dovrà scontare 100 giorni di detenzione per una sentenza del 2008 che lo aveva condannato per aver parlato pubblicamente del suo sostegno agli obiettori di coscienza. È prigioniero di coscienza, detenuto solo per il pacifico esercizio del suo diritto alla libertà di espressione. La condanna del 2008 di Halil Savda era stata emessa in base all'articolo 318 del codice penale turco, che criminalizza "l'allontanamento del pubblico dal servizio militare". È stato condannato a 100 giorni di detenzione dopo aver sostenuto due obiettori di coscienza israeliani nel 2006. La sua condanna è stata confermata dalla Corte di cassazione nel novembre del 2010 e gli è stata comunicata nel febbraio 2011, ma finora non aveva iniziato a scontare la pena. Halil deve anche scontare altri sei mesi di carcere per violazione dell'articolo 318; la sentenza è stata emessa nel giugno 2010 ed è attualmente in Corte di Cassazione. Ci sono altre tre casi accuse nei suoi confronti, sempre in base all'articolo 318.
Halil Savda è stato più volte imprigionato come obiettore di coscienza per il suo rifiuto di prestare servizio militare, obbligatorio in Turchia. Dopo la sua dichiarazione di obiezione di coscienza nel 2004, Halil Savda ha trascorso in cinque anni 17 mesi in una prigione militare per essersi rifiutato di prestare il servizio militare. Nel 2008 è stato dichiarato 'non idoneo' al servizio militare, mettendo fine ai suoi procedimenti in quanto obiettore di coscienza.
L'articolo 318 del codice penale turco viola l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, di cui la Turchia è uno stato parte. L'articolo 10 garantisce il diritto alla libertà di espressione. Amnesty International ha ripetutamente chiesto che l'articolo venga abrogato. (firma appello)
Amnesty - Ora è in carcere e dovrà scontare 100 giorni di detenzione per una sentenza del 2008 che lo aveva condannato per aver parlato pubblicamente del suo sostegno agli obiettori di coscienza. È prigioniero di coscienza, detenuto solo per il pacifico esercizio del suo diritto alla libertà di espressione. La condanna del 2008 di Halil Savda era stata emessa in base all'articolo 318 del codice penale turco, che criminalizza "l'allontanamento del pubblico dal servizio militare". È stato condannato a 100 giorni di detenzione dopo aver sostenuto due obiettori di coscienza israeliani nel 2006. La sua condanna è stata confermata dalla Corte di cassazione nel novembre del 2010 e gli è stata comunicata nel febbraio 2011, ma finora non aveva iniziato a scontare la pena. Halil deve anche scontare altri sei mesi di carcere per violazione dell'articolo 318; la sentenza è stata emessa nel giugno 2010 ed è attualmente in Corte di Cassazione. Ci sono altre tre casi accuse nei suoi confronti, sempre in base all'articolo 318.
Halil Savda è stato più volte imprigionato come obiettore di coscienza per il suo rifiuto di prestare servizio militare, obbligatorio in Turchia. Dopo la sua dichiarazione di obiezione di coscienza nel 2004, Halil Savda ha trascorso in cinque anni 17 mesi in una prigione militare per essersi rifiutato di prestare il servizio militare. Nel 2008 è stato dichiarato 'non idoneo' al servizio militare, mettendo fine ai suoi procedimenti in quanto obiettore di coscienza.
L'articolo 318 del codice penale turco viola l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, di cui la Turchia è uno stato parte. L'articolo 10 garantisce il diritto alla libertà di espressione. Amnesty International ha ripetutamente chiesto che l'articolo venga abrogato. (firma appello)
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.