mercoledì, marzo 28, 2012
Aya Homsi intervista per Lpl un giovane siriano che assieme ai suoi coetanei combatte il regime sanguinario di Bashar al-Assad. Per proteggere il nostro testimone non citeremo il suo nome.

intervista di Aya Homsi

D - Raccontami cosa ne pensi del referendum e cosa ne pensano i siriani.

R - Io, come quasi tutti ragazzi che conosco, non sono andato a votare perché non vogliamo perdere tempo con le prese in giro del governo. Il nuovo codice civile non ha portato niente di nuovo e non ha senso farne un altro migliore se il regime non rispetta i diritti del uomo, anche perche questo codice darebbe poteri immensi al presidente.

D - Dimmi cosa è cambiato nei siriani da un anno a questa parte: cosa vi augurate?

R - E’ cambiato il fatto che si sono aperti al mondo nel vero senso della parola... all'inizio la libertà non era un valore conosciuto, la paura riuniva tutta la gente sotto l'ala del regime, ma ora le cose sono cambiate e il popolo ha un obbiettivo finalmente e vuole migliorare il suo stile di vita e le condizioni del paese che ormai sono allo stremo. Ci auguriamo che le vite dei martiri che si sono sacrificati per i bambini e per le generazioni future possano dare i loro frutti, liberandoci da questa nube nera. Ci auguriamo che l'inizio della nuova Siria possa cominciare con la fine del regime di Assad, che ormai, inevitabilmente, farà una brutta fine, e la storia ci insegna questo. Noi ragazzi siamo pronti sempre a ricostruire e abbiamo sempre un morale alto, specialmente chi ha distrutto la barriera della paura e comincia ad esprimere le sue idee e le sue ambizioni. Vogliamo un paese forte economicamente e politicamente, anche perché abbiamo le basi per esserlo.

D - Sperate in un intervento dall’esterno?

R - Su questo siamo divisi...Alcuni reclamano un intervento simile a quello in Libia, ma molti temono che il paese venga distrutto più di quanto lo è già adesso. Altri vorrebbero un intervento militare su tutti i livelli ma si ha paura di conseguenze come quelle in Iraq. Altri come me credono che la soluzione migliore sia un intervento arabo sostenuto dalla Turchia su tutti i fronti della Siria. Ma attualmente le vie umanitarie sono una cosa molto importante da compiere.

D - I siriani che non si espongono sono pro-regime davvero?

R - I siriani che si espongono hanno quasi tutti paura e non sono pro-regime. I pro-regime non hanno paura a dire la loro, perche sanno che la nostra rivolta è pacifica e che si basa sulla democrazia e del diritto di parola, quindi non ci perdono niente a stare con il regime; fortunatamente sono pochi. Noi ragazzi cerchiamo sempre di incitarci a vicenda e rompere le barriere di paura dei nostri amici che non vogliono entrare nel campo minato della libertà di parola.

D - C’è chi ha ancora paura?

R - Vorrei che si sappia che il livello di paura dei siriani prima della rivolta era al massimo e Hafez, insieme a suo figlio, darebbe lezioni di dittatura a Stalin e Mussolini. In Siria vengono arrestati (e spesso fanno una brutta fine) non solo coloro che non sostengono la politica governativa, ma anche le persone che cercano di migliorare il paese indipendentemente dai loro ideali politici...Chi è stato in Siria sa che qualunque progetto economico o sociale veniva sempre chiuso o non veniva terminato... il regime non vuole infatti che le condizioni migliorino, perché migliorare le classi sociali significa aprirle al mondo, il che è pericolo perche può indurle a cominciare e pensare...

D - Raccontami cosa vuoi che si sappia...e che non ti hanno mai chiesto.

R - Vorrei che si sappia che purtroppo le ferite dell’’82 sono ancora aperte e che ci sono ancora dei detenuti nelle profonde prigioni di Tadmur. Vorrei che si sappia che Aleppo è saldamente controllata dagli apparati di sicurezza e dalle spie e dai shabbea che riempiono tutte le strade, la città è soffocata. Vorrei che si sappia che la rivolta egiziana ha vinto perche l'esercito si è schierato con il popolo, cosa che non successe ad Aleppo, anche perché in Siria è l'esercito che comanda, anche se non apertamente. Infine vorrei che si sappia che la rivolta ha già vinto introducendo il valore della libertà e il sacrificio per il paese, che riempiono di speranze le generazione future.

Sono presenti 6 commenti

Anonimo ha detto...

le interviste della Signorina Homsi sono ormai monotone, non ci rappresentano (sono Siriano). Lei appoggia l'opposizione siriana formata dai fratelli musulmani (leggete la loro storia) che si proclamano ora paladini della democrazia (!!!)...tanto bramata dalla Homsi e che forse tra cent'anni potrà instaurarsi in Siria dove, se dovesse cadere 'il regime' si passerà dalla padella alla brace.

fabietto ha detto...

Raccomandiamo a tutti i lettori di mantenere un tono educato e rispetto nei commenti, previa la cancellazione degli stessi. Grazie e continuate a commentare e discutere intorno ai nostri articoli: il confronto dialettico non può che portare ricchezza.

Fabio Vitucci, caporedattore di Lpl

Anonimo ha detto...

Gentile Signor Fabio, ha detto bene 'il confronto dialettico non puo' che portare ricchezza'...ma nel Suo sito vedo solo una informazione a senso unico. Perchè non dà voce 'all'altra campana' che non si riconosce nelle ormai famose (e approvo 'monotone' di un precedente commento)parole di Aya Homsi? Se è vero che il vostro sito è di ispirazione cattolica si documenti da chi è formata l'opposizione siriana e allora si che sareste 'la perfetta letizia'! ne avrei di link da inviarle...

fabietto ha detto...

Noi privilegiamo testimonianze dirette e siamo aperti ad ogni posizione. Se vuole inviarci un suo articolo, una sua intervista o qualsiasi contributo diretto (naturalmente firmandosi), saremo ben lieti di pubblicarlo e ampliare l'orizzonte informativo sulla questione siriana.

Anonimo ha detto...

Ci sono in giro tante interviste dirette a esponenti del mondo cattolico siriano...di tutt'altro tenore in verità.

Paolo ha detto...

Allo stato attuale l'unica è accettare il piano di Annan e che tacciano da tutte e due le parti le armi.

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