No, non è un pesce d’aprile, bensì il titolo di copertina di Le nouvel Observateur: AU SECOURS, SARKOZY REVIENT! Un grido d’allarme più che giustificato da parte del prestigioso settimanale di sinistra
E-ilmensile - In alcune settimane Sarkozy ha, stando ai sondaggi, raggiunto e superato nelle indicazioni di voto al primo turno il candidato socialista Hollande. Mentre il candidato dell’ UMP (Sarkozy) martella il rivale socialista, e a caccia dei voti del Fronte Nazionale attacca nel nome della sicurezza, immigrati nonché mussulmani promettendo sfracelli una volta eletto, il Presidente uscente ma ancora in carica (Sarkozy) manda la polizia a smantellare reti di fondamentalisti islamici presunti terroristi, probabilmente tenuti in caldo per l’occasione elettorale.
Ma non solo: il governo decreta la rivalutazione delle pensioni sulla base dell’indice di inflazione, e vagheggia, per ridurre il prezzo della benzina, l’intenzione di utilizzare le riserve dette strategiche di petrolio. Ci sono poi indizi forse più inquietanti dei sondaggi. Per esempio Libération di alcuni giorni fa ha pubblicato una foto di Hollande col viso disfatto in treno, l’immagine rimandava a un uomo palesemente in difficoltà. Per esempio Le Monde pochi giorni fa pubblicava una lunga intervista col candidato socialista tanto insipida che non ha fatto la une , come si dice qua, cioè non ha avuto la prima pagina, a mia memoria essendo la prima volta che l’intervista a un candidato di peso, cioè a un possibile futuro Presidente, non ha la prima pagina, tra l’altro su un giornale amico. A fronte l’inerzia di Hollande, sembra attonito se non inebetito. Quando Sarkozy dice a voce alta: non ha la statura, e si comincia a vedere; poi a voce più bassa, ma non tanto che i giornalisti assiepati non colgano: il est nul, è nullo, il guaio è che anche molti elettori di sinistra cominciano a pensarlo. Il est nul, lapidario. E dopo il candidato UPM, ha inanellato un insulto dopo l’altro, irridendo a ogni piè sospinto il suo avversario, che non reagisce. Si limita Hollande a ripetere qualche punto in qua e in là del suo programma, che data di sei mesi fa, e chi se lo ricorda! In meeting stanchi e senza nerbo. Da quando sono arrivato in Francia a metà marzo, Hollande non mi pare aver mai fatto la une, salvo che su Le Figarò, il giornale vicino al Presidente uscente, ovviamente per essere criticato e attaccato. Risalta questo suo grigiore se visto in controluce rispetto ai meeting di Jean-Luc Mélenchon, il candidato del Fronte di Sinistra, sempre strapieni e densi di entusiasmo. A Lille, la città di Martine Aubry che chiamò Hollande “ esponente della gauche molle”, erano presenti in quindicimila dentro la sala e cinquemila fuori, ben più degli elettori del Fronte della Sinistra, neonati compresi. Ovvero moltissimi, uno su tre se non uno su due, erano militanti/elettori del PS (Partito Socialista). Perché Hollande soffre di una emorragia a sinistra, senza per altro riuscire a sedurre il centro. Una emorragia a sinistra che potrebbe diventare un frana, anche per l’ostinata arroganza del candidato socialista e dei suoi che per esempio hanno detto: sul programma di governo in caso d’elezione non c’è niente da discutere, o prendere o lasciare, talchè Mélenchon ha avuto gioco facile rispondendo: se così è, noi lasciamo. E gli uomini del suo entourage cominciano a fare polemica invocando il “voto utile”, che è come ammettere di non avere nessun argomento nel merito, di essere se non alla canna del gas, molto prossimi.
Eppure Hollande avrebbe la possibilità di tamponare la falla sulla sua sinistra, annunciando pubblicamente che, in caso di elezione, egli chiamerebbe Martine Aubry come Primo Ministro. Ma par difficile. Non solo egli non ha le physique du rôle, cosa non trascurabile in una elezione presidenziale, ma per la sua impostazione moderata, e spaventata perfin dalla propria ombra, non può rivendicare i cardini della politica socialista di governo, dalla cittadinanza francese concessa a milioni di giovani immigrati, voluta e propiziata da Mitterand, i beurs che oggi tanto fanno paura ai buoni franco francesi, alla riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali targata Aubry, che Sarkozy e il padronato attaccano a ogni piè sospinto, accusandola, contro ogni evidente verità, di essere la causa dell’attuale crisi economica francese (a proposito di debito, quello francese ammonta a 1717 miliardi di euro, quasi quanto quello italiano). Anche sul fianco destro, Hollande che stava meditando qualche velata avance a Bayrou, il candidato del centro, è stato preso in contropiede dall’entourage di Sarkozy, che in scioltezza ha cominciato a far circolare il nome di Bayrou come possibile Primo Ministro in caso di vittoria. Questo nome dovrebbe servire a tranquillizzare quella parte di borghesia urbana e delle professioni pur di destra o centrodestra, che di fronte allo spostamento eccessivo del candidato dell’UMP fino a concetti, idee, posizioni e proposte proprie a una destra xenofoba, razzista, e sciovinista, potrebbe volgersi verso Hollande. Questa borghesia infatti non ne vuol sapere di uno scontro sociale e politico duro aperto e potenzialmente esplosivo fino alla soglia di una guerra civile strisciante, qua la chiamano “larvale”, quale le parole oggi già rischiano di innescare, e ancor più se domani, una volta Sarkozy eletto, seguissero i fatti. Ma allora la sinistra si appresta a perdere le elezioni, nonostante il discredito che Sarkozy ha accumulato nel peggiore quinquennato della V Repubblica? Non è detto, sebbene Sarkozy sia un redoutable animale politico da battaglia e usi lo spazio pubblico come un ring dove sale per colpire l’avversario al corpo, alla testa, anche sotto la cintura se serve, fino a demolirlo, una azione lucidamente studiata, programmata, praticata e perseguita che i suoi chiamano con un certo orgoglio: la tecnica del boxeur. Hollande potrebbe avere un colpo d’ala, non si sa mai, la speranza è l’ultima a morire, finendo in testa al primo turno, come tutti pronosticavano fino a un paio di settimane fa. Purtroppo uno dei suoi migliori consiglieri Julien Dray, capace di dire pane al pane e vino al vino nonché di invenzione e fantasia, ha avuto un infarto, il che indebolisce ulteriormente il candidato socialista persino sul piano della sfortuna, e Dio solo sa quanto la politica sia scaramantica.
Comunque molto dipenderà dalla distanza tra i due candidati al primo turno, se Sarkozy dovesse andare oltre il 30% e Hollande scendere sotto il 25, al secondo turno si farebbe molto dura (escludo l’ipotesi sciagurata ma possibile, che Hollande non passi al secondo turno). Altro parametro di valutazione sarà a chi toccherà il terzo posto. Se il Fronte di Sinistra batterà il FN, allora le cose saranno più facili, se invece il FN starà lì sui tacchi di Hollande, ancora una volta la strada per il candidato socialista sarà in aspra salita. Infine quasi tutto si giocherà se una gran parte dell’elettorato di sinistra, dall’estrema al Fronte di Mélenchon con molti socialisti che votarono Aubry alle primarie e non sopportano Hollande, sapranno turarsi il naso votandolo Hollande come male minore. Tra l’altro, e chiudo, la posta di queste elezioni è anche la nascita di un nuovo soggetto politico per l’alternativa al capitalismo liberista, che vada oltre il 10%, soggetto oggi incarnato dal Fronte di Sinistra, ma saprà andare oltre l’alleanza elettorale?
PS. Una consolazione in tempo di sondaggi, in uno dei tanti si misura l’attività sessuale. Ebbene pare che a sinistra si faccia molto più l’amore e in modi più maliziosi, che a destra.
E-ilmensile - In alcune settimane Sarkozy ha, stando ai sondaggi, raggiunto e superato nelle indicazioni di voto al primo turno il candidato socialista Hollande. Mentre il candidato dell’ UMP (Sarkozy) martella il rivale socialista, e a caccia dei voti del Fronte Nazionale attacca nel nome della sicurezza, immigrati nonché mussulmani promettendo sfracelli una volta eletto, il Presidente uscente ma ancora in carica (Sarkozy) manda la polizia a smantellare reti di fondamentalisti islamici presunti terroristi, probabilmente tenuti in caldo per l’occasione elettorale.
Ma non solo: il governo decreta la rivalutazione delle pensioni sulla base dell’indice di inflazione, e vagheggia, per ridurre il prezzo della benzina, l’intenzione di utilizzare le riserve dette strategiche di petrolio. Ci sono poi indizi forse più inquietanti dei sondaggi. Per esempio Libération di alcuni giorni fa ha pubblicato una foto di Hollande col viso disfatto in treno, l’immagine rimandava a un uomo palesemente in difficoltà. Per esempio Le Monde pochi giorni fa pubblicava una lunga intervista col candidato socialista tanto insipida che non ha fatto la une , come si dice qua, cioè non ha avuto la prima pagina, a mia memoria essendo la prima volta che l’intervista a un candidato di peso, cioè a un possibile futuro Presidente, non ha la prima pagina, tra l’altro su un giornale amico. A fronte l’inerzia di Hollande, sembra attonito se non inebetito. Quando Sarkozy dice a voce alta: non ha la statura, e si comincia a vedere; poi a voce più bassa, ma non tanto che i giornalisti assiepati non colgano: il est nul, è nullo, il guaio è che anche molti elettori di sinistra cominciano a pensarlo. Il est nul, lapidario. E dopo il candidato UPM, ha inanellato un insulto dopo l’altro, irridendo a ogni piè sospinto il suo avversario, che non reagisce. Si limita Hollande a ripetere qualche punto in qua e in là del suo programma, che data di sei mesi fa, e chi se lo ricorda! In meeting stanchi e senza nerbo. Da quando sono arrivato in Francia a metà marzo, Hollande non mi pare aver mai fatto la une, salvo che su Le Figarò, il giornale vicino al Presidente uscente, ovviamente per essere criticato e attaccato. Risalta questo suo grigiore se visto in controluce rispetto ai meeting di Jean-Luc Mélenchon, il candidato del Fronte di Sinistra, sempre strapieni e densi di entusiasmo. A Lille, la città di Martine Aubry che chiamò Hollande “ esponente della gauche molle”, erano presenti in quindicimila dentro la sala e cinquemila fuori, ben più degli elettori del Fronte della Sinistra, neonati compresi. Ovvero moltissimi, uno su tre se non uno su due, erano militanti/elettori del PS (Partito Socialista). Perché Hollande soffre di una emorragia a sinistra, senza per altro riuscire a sedurre il centro. Una emorragia a sinistra che potrebbe diventare un frana, anche per l’ostinata arroganza del candidato socialista e dei suoi che per esempio hanno detto: sul programma di governo in caso d’elezione non c’è niente da discutere, o prendere o lasciare, talchè Mélenchon ha avuto gioco facile rispondendo: se così è, noi lasciamo. E gli uomini del suo entourage cominciano a fare polemica invocando il “voto utile”, che è come ammettere di non avere nessun argomento nel merito, di essere se non alla canna del gas, molto prossimi.
Eppure Hollande avrebbe la possibilità di tamponare la falla sulla sua sinistra, annunciando pubblicamente che, in caso di elezione, egli chiamerebbe Martine Aubry come Primo Ministro. Ma par difficile. Non solo egli non ha le physique du rôle, cosa non trascurabile in una elezione presidenziale, ma per la sua impostazione moderata, e spaventata perfin dalla propria ombra, non può rivendicare i cardini della politica socialista di governo, dalla cittadinanza francese concessa a milioni di giovani immigrati, voluta e propiziata da Mitterand, i beurs che oggi tanto fanno paura ai buoni franco francesi, alla riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali targata Aubry, che Sarkozy e il padronato attaccano a ogni piè sospinto, accusandola, contro ogni evidente verità, di essere la causa dell’attuale crisi economica francese (a proposito di debito, quello francese ammonta a 1717 miliardi di euro, quasi quanto quello italiano). Anche sul fianco destro, Hollande che stava meditando qualche velata avance a Bayrou, il candidato del centro, è stato preso in contropiede dall’entourage di Sarkozy, che in scioltezza ha cominciato a far circolare il nome di Bayrou come possibile Primo Ministro in caso di vittoria. Questo nome dovrebbe servire a tranquillizzare quella parte di borghesia urbana e delle professioni pur di destra o centrodestra, che di fronte allo spostamento eccessivo del candidato dell’UMP fino a concetti, idee, posizioni e proposte proprie a una destra xenofoba, razzista, e sciovinista, potrebbe volgersi verso Hollande. Questa borghesia infatti non ne vuol sapere di uno scontro sociale e politico duro aperto e potenzialmente esplosivo fino alla soglia di una guerra civile strisciante, qua la chiamano “larvale”, quale le parole oggi già rischiano di innescare, e ancor più se domani, una volta Sarkozy eletto, seguissero i fatti. Ma allora la sinistra si appresta a perdere le elezioni, nonostante il discredito che Sarkozy ha accumulato nel peggiore quinquennato della V Repubblica? Non è detto, sebbene Sarkozy sia un redoutable animale politico da battaglia e usi lo spazio pubblico come un ring dove sale per colpire l’avversario al corpo, alla testa, anche sotto la cintura se serve, fino a demolirlo, una azione lucidamente studiata, programmata, praticata e perseguita che i suoi chiamano con un certo orgoglio: la tecnica del boxeur. Hollande potrebbe avere un colpo d’ala, non si sa mai, la speranza è l’ultima a morire, finendo in testa al primo turno, come tutti pronosticavano fino a un paio di settimane fa. Purtroppo uno dei suoi migliori consiglieri Julien Dray, capace di dire pane al pane e vino al vino nonché di invenzione e fantasia, ha avuto un infarto, il che indebolisce ulteriormente il candidato socialista persino sul piano della sfortuna, e Dio solo sa quanto la politica sia scaramantica.
Comunque molto dipenderà dalla distanza tra i due candidati al primo turno, se Sarkozy dovesse andare oltre il 30% e Hollande scendere sotto il 25, al secondo turno si farebbe molto dura (escludo l’ipotesi sciagurata ma possibile, che Hollande non passi al secondo turno). Altro parametro di valutazione sarà a chi toccherà il terzo posto. Se il Fronte di Sinistra batterà il FN, allora le cose saranno più facili, se invece il FN starà lì sui tacchi di Hollande, ancora una volta la strada per il candidato socialista sarà in aspra salita. Infine quasi tutto si giocherà se una gran parte dell’elettorato di sinistra, dall’estrema al Fronte di Mélenchon con molti socialisti che votarono Aubry alle primarie e non sopportano Hollande, sapranno turarsi il naso votandolo Hollande come male minore. Tra l’altro, e chiudo, la posta di queste elezioni è anche la nascita di un nuovo soggetto politico per l’alternativa al capitalismo liberista, che vada oltre il 10%, soggetto oggi incarnato dal Fronte di Sinistra, ma saprà andare oltre l’alleanza elettorale?
PS. Una consolazione in tempo di sondaggi, in uno dei tanti si misura l’attività sessuale. Ebbene pare che a sinistra si faccia molto più l’amore e in modi più maliziosi, che a destra.
di Bruno Giorgini
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