lunedì, aprile 16, 2012
Padre Lombardi: gratitudine per la sua fede, forza e gentilezza

Radio Vaticana - La Chiesa celebra con gioia oggi l’85.mo compleanno di Benedetto XVI. Messaggi di auguri stanno giungendo in queste ore da tutto il mondo. Un felice avvenimento che precede di tre giorni il settimo anniversario dell’elezione di Joseph Ratzinger alla Cattedra di Pietro, il 19 aprile del 2005. Al microfono di Alessandro Gisotti, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, confida i suoi sentimenti per questa doppia ricorrenza: ascolta.

R. – Direi principalmente due sentimenti. Uno è la gratitudine al Signore per questo Papa che ci guida con grande forza, gentilezza e fede e che, quindi, è un dono di Dio. L’altro è l’ammirazione: pur avendo cominciato questo ministero per la Chiesa universale in età piuttosto avanzata, si tratta comunque di un Pontificato molto ricco ed intenso, con tanti viaggi ed eventi molto importanti, con un Magistero intenso e molteplice. Dobbiamo perciò dire che ciò che il Papa è riuscito a fare in questi sette anni è una cosa ammirevole.

D. – Personalmente, cosa la colpisce del tratto umano, del carattere dell’uomo Joseph Ratzinger?

R. – La cosa che mi colpisce di più è la sua gentilezza e la sua attenzione. Il rapporto ravvicinato con qualcuno egli lo vive molto intensamente: ascolta davvero quello che il suo interlocutore ha da dire, e lo fa con grandissima attenzione e rispetto. Ha, inoltre, una lucidità ed una chiarezza di pensiero e di espressione, una densità di contenuto che comunica – oltre alla sua gentilezza ed alla sua attenzione - che colpisce in un modo veramente profondo.

D. – E’ difficile, per non dire impossibile, tracciare un bilancio di sette anni di Pontificato in una sola risposta. Se dovesse però dire qual è la dimensione che più ha contraddistinto questi anni quale sottolineerebbe?

R. – Direi che, in questo Pontificato, la Chiesa si è concentrata sull’essenziale della sua missione, cioè la priorità dell’attenzione a Dio, al rapporto dell’uomo con Dio, alla dimensione trascendente della vita, alla personalità di Gesù Cristo come il rivelatore del vero Volto di Dio. Ecco, questa dimensione religiosa del ministero della Chiesa, in un tempo in cui aspetti di carattere e di ‘potere’ della Chiesa diventano sempre più secondari, mi sembra essere una caratteristica di questo Pontificato. Il Papa Benedetto XVI guida la Chiesa verso il centro della sua missione.

D. – In questi ultimi tempi il Papa è stato addolorato da vicende interne al Vaticano, come le fughe di notizie. Un sentimento, questo, di cui recentemente ha parlato anche mons. Becciu. Eppure il Papa testimonia serenità e gioia…

R. – Questo mi sembra un episodio transitorio. I problemi che il Papa sente sono quelli della secolarizzazione, dell’oblio di Dio, del relativismo e della perdita di riferimento dell’orientamento di tante persone nell’epoca moderna. Per quanto riguarda la Chiesa, ha certamente sofferto per gli aspetti di incoerenza e di infedeltà alla missione ed alla sua dignità. In questi anni abbiamo vissuto anche, con molta sofferenza, tutto il dibattito a proposito degli abusi. Mi sembrano queste le cose di cui il Papa può soffrire più che dei pettegolezzi interni.

D. – Ma questo elemento della gioia e della serenità, che incoraggia nonostante queste preoccupazioni, è bello per il fedele che guarda il Papa…

R. – Certamente. Il Papa è un uomo di fede, è un vero credente. E’ colui che può aiutare e servire la Chiesa come roccia della fede proprio perché egli per primo crede. E, in questo senso, la fede è fonte di una serenità e di una gioia profonda che nessuno può togliere. La radice della serenità dell’anima di Papa Benedetto è la fede stessa, e quindi la speranza che ne deriva.

D. – Di norma, a chi compie gli anni, si fa un regalo. Qual è, invece, il dono più grande che lei sente di aver ricevuto, in questi anni, da Benedetto XVI?

R. – Personalmente, ho apprezzato tantissimo il libro su Gesù: mi è sembrato uno sforzo personale che il Papa ha fatto, al di là di quelli che erano gli aspetti del ministero che ci si potevano aspettare da lui, come Papa, per manifestare - con la sua preparazione teologica ma anche con la sua spiritualità - il suo rapporto personale con Cristo. Questo, per ognuno di noi e per ogni credente e cristiano, è un qualcosa di estremamente fondamentale. Il Papa mi sembra ci abbia fatto dono della sua ricerca personale del Volto di Cristo, e questo lo ritengo il dono più grande che ho ricevuto da lui.

D. – Quale augurio si sente di rivolgere al Santo Padre?

R. – Sento molto lo scambio dell’incoraggiamento che il Papa vive. Il Papa, cioè, dice spesso: io sono venuto per confermarvi nella fede e per incoraggiarvi, però sono grato dell’incoraggiamento che mi date quando mi rispondete con gratitudine e con affetto, quando mi accogliete con animo aperto e con calore. Il mio augurio, quindi, è proprio questo: continuare a sentire questo scambio, per cui sia anch’egli incoraggiato, dalla Chiesa e da tante persone, nello svolgere il suo ministero.

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