domenica, aprile 01, 2012
Il ministro Balduzzi invia ispettori e chiede una relazione al Centro Nazionale Trapianti. Il 3 aprile il sopralluogo. Indagini anche della Procura.

A causa di un incidente all'impianto di azoto liquido che alimenta il servizio di criobiologia per la crioconservazione di materiale biologico nel centro di Procreazione medicalmente assistita dell'ospedale San Filippo Neri di Roma «sono andati perduti 94 embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale». La notizia arriva direttamente dall'ospedale romano posto nella zona nord della capitale. Il ministro della Salute Balduzzi ha chiesto chiarimenti e ordinato un'ispezione per il 3 aprile, mentre il direttore generale dell'azienda ospedaliera San Filippo Neri, Domenico Alessio ha presentato un esposto alla Procura di Roma, che ha avviato un'indagine. Le coppie danneggiate sono circa 40 e molte hanno manifestato l'intenzione di intraprendere vie legali per essere risarcite. «Chiudete il centro e altri simili nel Lazio» ha detto Severino Antinori, presidente dell'Associazione mondiale di Medicina della riproduzione.

L'incidente, spiega la direzione generale dell'azienda ospedaliera S.Filippo Neri, è avvenuto martedì scorso quando c'è stato «un innalzamento della temperatura con azzeramento del livello di azoto, lo svuotamento del serbatoio. Dopo i primi accertamenti la struttura responsabile del Centro di Procreazione medicalmente assistita ha avviato le procedure per informare le persone interessate assistite dal Centro».

Il Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi, ha chiesto una immediata relazione al Centro Nazionale Trapianti, che ha disposto una ispezione che avrà luogo nella giornata di martedì prossimo 3 aprile. Il Ministro ha chiesto anche un rapporto dettagliato al Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione. Nel corso della mattinata di sabato il ministro ha avuto un colloquio con il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che anche da parte sua ha disposto un invio di ispettori. Il Ministero precisa che sono state applicate tutte le norme in vigore nel caso di evento avverso grave.

«Abbiamo chiesto la chiusura di questo centro e di altri centri simili nel Lazio che non sono in regola con la normativa della legge 40, o perlomeno non sono adeguate alle esigenze di queste metodiche di fecondazione». Severino Antinori, presidente dell'Associazione mondiale di Medicina della riproduzione è stato categorico. «Al San Filippo Neri si prelevano ovuli o embrioni che vengono trasportati in centri privati per la fecondazione, e poi vengono riportati al San Filippo». «Questi fatti già conosciuti - prosegue Antinori - ci fanno sottolineare che l'intervento immediato di chiusura di questo centro e la messa sotto processo della Regione Lazio, che non ha saputo controllare questo e altri centri che nel Lazio sono più di 20, sia necessario. Riteniamo che Polverini abbia gravissime responsabilità: ha omesso di fare il controllo della qualità e della necessaria autorizzazione dei vari centri. La perdita di 92 embrioni ci fa capire - conclude il presidente dell'Associazione di Medicina della riproduzione - quanto sia importante il controllo di qualità, di tracciabilità».

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