lunedì, aprile 30, 2012
Duecento nostalgici della Repubblica sociale si sono riuniti a Giulino di Mezzegra (Como) per ricordare Benito Mussolini e Claretta Petacci fucilati dai partigiani il 28 aprile del 1945

di Silvio Foini

Sul luogo dove si dice avvenne la fucilazione del dittatore con la sua compagna, i nostalgici hanno scoperto una lapide con le fotografie di entrambi che é stata benedetta da don Luigi Barindelli. E’ il luogo della memoria per molti italiani che ancora onorano colui che forse è stato l’uomo più odiato del secolo scorso per aver illuso l’Italia con una effimera manifestazione di grandezza. Inutile negarlo e nascondersi dietro un dito: moltissimi ci avevano creduto, trovandosi poi con un pugno di mosche in mano. La Storia non poteva ripetersi: l’aquila romana aveva smesso di volare quasi due millenni prima. Lui, un maestro di scuola elementare imbevuto della romanità e del suo mito immenso, aveva sognato di riuscire a render di nuovo grande l’Italia dei Cesari.

Rimase un sogno pagato a caro prezzo dal nostro popolo. Era finito il tempo degli imperatori e quel sogno da lui accarezzato e da molti seguito si dissolse come neve al sole cospargendo di sangue, spesso fraterno, le nostre contrade. L’uomo dal carisma trascinante, l’uomo che mostrava fiero il petto, l’uomo che mieteva il grano insieme ai contadini fece presa nell’immaginario e nel cuore di un popolo che aveva veduto la sua vittoria nella Grande Guerra poi mutilata. Il revanscismo allignava in quei lontani anni nel cuore di molti.

Fu comunque, lo si voglia o no, l’incarnazione dei nostri desideri. Fu la Storia a metterlo su quel piedistallo. Ed è questo il monito di oggi: attenzione a non spingere troppo sul pedale dell’acceleratore nel vessare un popolo che non ha colpe per ciò che lo sta travolgendo. Si faccia in modo che il sangue prezioso di quanti stanno rigettando la vita poiché allo stramo delle forze non cominci a gridare vendetta e che qualcuno si erga a nuovo Duce cavalcando l’onda di protesta che si sta sempre di più sollevando. Quando lo tsunami poi si scatena e manifesta la sua distruttiva potenza, non c’è forza al mondo in grado di fermarne il cammino...

Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

Speriamo davvero che l'ombra funesta che incombe all'orizzonte si dissolva prima di scatenare una tempesta già vissuta a caro prezzo dai nostri padri e nonni. Bisogna imparare ad attendere il nuovo giorno che verrà, altrimenti a cosa servono tanti sacrifici? Quando si rideva per il "burlesque" non c'era tempo per accorgerci del malessere che già serpeggiava, ora che ci viene messo davanti non si ha il coraggio di affrontarlo e si preferisce morire e..chi rimane si arrangi..

Anonimo ha detto...

Invece ora un bello scossone alle poltrone romane ci vorrebbe eccome! Sono dei grossi rincitrulliti.Sanno parlare solo di antifascismo ma loro fanno lo "sfascismo."
A casa ladroni!Avete sfasciato un grande paese. A CASA E DI CORSA!

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