Un insegnante iraniano che è stato giudicato colpevole di moharebeh (inimicizia con Dio) e condannato a morte ha visto respinta la sua richiesta di grazia. Si trova in imminente pericolo di esecuzione.
Amensty - L'insegnante, Abdolreza Ghanbari, è stato arrestato sul suo posto di lavoro dopo le manifestazioni anti-governative svoltesi il 27 dicembre 2009 in occasione delle commemorazioni religiose dell'Ashura, al culmine di sei mesi di proteste seguite alle contestate elezioni presidenziali del 2009. E' stato rinchiuso fin dal giorno del suo arresto nel carcere di Evin, dove presumibilmente ha subito torture o altri maltrattamenti e gli è stato negato l'accesso a un avvocato. Abdolreza Ghanbari ha subito un processo iniquo davanti alla Sezione 15 del Tribunale rivoluzionario di Teheran il 30 gennaio 2010 ed è stato condannato a morte per moharebeh a causa di presunti legami con un gruppo illegale di opposizione, l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (Pmoi). La sentenza è stata confermata in appello e la sua domanda di grazia alla Comissione amnistia e clemenza è stata respinta alla fine di febbraio 2012. Una volta che sarà stata approvata dal capo della magistratura, la condanna a morte verrà inoltrata per l'applicazione della sentenza. (firma l'appello)
La condanna a morte di altri due prigionieri giudicati colpevoli di "inimicizia contro Dio" per presunti legami con il Pmoi è stata commutata in pena detentiva. La condanna contro Farah (anche conosciuta come Elmira) Vazehan è stata revocata il 19 gennaio 2011 e il suo caso è stato rinviato alla Sezione 28 del Tribunale rivoluzionario che ha commutato la pena di morte in 17 anni di carcere da scontare nella prigione di Reja'i Shahr. La condanna contro Javad Lari è stata revocata dalla Sezione 32 della Corte Suprema. Una corte di grado inferiore lo ha riprocessato condannandolo a due anni di carcere. E' stato da allora rilasciato. Amnesty International non ha ulteriori informazioni su Ahmad e Mohsen Daneshpour Moghaddam, che si ritiene siano rimasti in attesa di esecuzione. Tutti sono stati processati in modo iniquo.
Amensty - L'insegnante, Abdolreza Ghanbari, è stato arrestato sul suo posto di lavoro dopo le manifestazioni anti-governative svoltesi il 27 dicembre 2009 in occasione delle commemorazioni religiose dell'Ashura, al culmine di sei mesi di proteste seguite alle contestate elezioni presidenziali del 2009. E' stato rinchiuso fin dal giorno del suo arresto nel carcere di Evin, dove presumibilmente ha subito torture o altri maltrattamenti e gli è stato negato l'accesso a un avvocato. Abdolreza Ghanbari ha subito un processo iniquo davanti alla Sezione 15 del Tribunale rivoluzionario di Teheran il 30 gennaio 2010 ed è stato condannato a morte per moharebeh a causa di presunti legami con un gruppo illegale di opposizione, l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (Pmoi). La sentenza è stata confermata in appello e la sua domanda di grazia alla Comissione amnistia e clemenza è stata respinta alla fine di febbraio 2012. Una volta che sarà stata approvata dal capo della magistratura, la condanna a morte verrà inoltrata per l'applicazione della sentenza. (firma l'appello)
La condanna a morte di altri due prigionieri giudicati colpevoli di "inimicizia contro Dio" per presunti legami con il Pmoi è stata commutata in pena detentiva. La condanna contro Farah (anche conosciuta come Elmira) Vazehan è stata revocata il 19 gennaio 2011 e il suo caso è stato rinviato alla Sezione 28 del Tribunale rivoluzionario che ha commutato la pena di morte in 17 anni di carcere da scontare nella prigione di Reja'i Shahr. La condanna contro Javad Lari è stata revocata dalla Sezione 32 della Corte Suprema. Una corte di grado inferiore lo ha riprocessato condannandolo a due anni di carcere. E' stato da allora rilasciato. Amnesty International non ha ulteriori informazioni su Ahmad e Mohsen Daneshpour Moghaddam, che si ritiene siano rimasti in attesa di esecuzione. Tutti sono stati processati in modo iniquo.
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