martedì, aprile 24, 2012
La presidenza palestinese ha condannato con forza la decisione del governo israeliano di autorizzare tre insediamenti illegali in Cisgiordania.

Misna - La mossa del governo diretto da Benjamin Netanyahu giunge a tre giorni di distanza dall’invio di una lettera in cui il presidente Mahmoud Abbas chiedeva il congelamento della costruzione di colonie come precondizione alla ripresa di colloqui di pace. Le due parti – secondo quanto riferito dai portavoce – avevano concordato che il premier avrebbe risposto alle richieste di Abbas entro un limite di due settimane. A sorpresa, oggi, il gabinetto del primo ministro ha ufficializzato il riconoscimento dell’insediamento di Bruchin (350 abitanti), Rechelim (240) e Sansana (240). La questione relativa allo sgombero e alla demolizione degli avamposti “selvaggi” in Cisgiordania, negli ultimi giorni, ha messo a dura prova la coalizione dell’esecutivo, che ha annunciato la costituzione di un comitato ristretto incaricato di occuparsi della faccenda. Del comitato oltre a Netanyahu fanno parte il ministro della Difesa Ehud Barak, favorevole allo sgombero e alle demolizioni ordinate dalla Corte suprema d’Israele, il vicepremier e ministro degli Affari Strategici Moshe Yaalon, del partito nazionalista Likud, e l’altro vicepremier Benny Begin, vicino al movimento dei coloni. Israele considera illegale la costruzione di colonie senza previa autorizzazione delle autorità competenti. Tutte le colonie costruite in territorio palestinese, riconosciute o meno da Tel Aviv, sono illegali in base al diritto internazionale.

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