domenica, aprile 01, 2012
Il segreto della vera gioia è affidarsi a Dio: è quanto scrive Benedetto XVI in un messaggio in occasione dell’Anno Clariano, che celebra l'ottavo centenario della conversione di Santa Chiara. Il messaggio del Papa è stato letto ieri sera, nella cattedrale di San Rufino ad Assisi, dal vescovo locale, mons. Domenico Sorrentino, durante la celebrazione dei Primi Vespri della Domenica delle Palme. Il servizio di Alessandro Gisotti: ascolta

Radio Vaticana -San Francesco e Santa Chiara parlano ancora oggi al cuore dei giovani: è quanto sottolinea Benedetto XVI nel suo messaggio per l’Anno Clariano in cui mette l’accento sull’attualità del messaggio francescano. “Come non proporre Chiara, al pari di Francesco, all’attenzione dei giovani d’oggi?”, si chiede il Papa. “Il tempo che ci separa dalla vicenda di questi due Santi – sottolinea – non ha sminuito il loro fascino”. Al contrario, rileva, “se ne può vedere l’attualità al confronto con le illusioni e le delusioni che spesso segnano l’odierna condizione giovanile”. Mai, avverte, “un tempo ha fatto sognare tanto i giovani, con le mille attrattive di una vita in cui tutto sembra possibile e lecito” . Eppure, è il suo richiamo, “quanta insoddisfazione è presente, quante volte la ricerca di felicità, di realizzazione finisce per imboccare strade che portano a paradisi artificiali, come quelli della droga e della sensualità sfrenata”.

Il Papa si sofferma anche sulla “situazione attuale con la difficoltà di trovare un lavoro dignitoso e di formare una famiglia unita e felice, aggiunge nubi all’orizzonte”. Tuttavia, afferma con speranza, “non mancano” giovani che, “anche ai nostri giorni, raccolgono l’invito ad affidarsi a Cristo e ad affrontare con coraggio, responsabilità e speranza il cammino della vita, anche operando la scelta di lasciare tutto per seguirlo nel totale servizio a Lui e ai fratelli”. Ecco allora, si legge nel messaggio, che la storia di Chiara e Francesco, “è un invito a riflettere sul senso dell’esistenza e a cercare in Dio il segreto della vera gioia”. E’, soggiunge, “una prova concreta che chi compie la volontà del Signore e confida in Lui non solo non perde nulla, ma trova il vero tesoro capace di dare senso a tutto”. Il Papa ribadisce dunque che la “conversione” di Chiara, avvenuta proprio nei giorni che precedono la Pasqua, è una “conversione del cuore”. Come Francesco, rammenta, “ella non avrà più gli abiti raffinati della nobiltà di Assisi, ma l’eleganza di un’anima che si spende nella lode di Dio e nel dono di sé”. Chiara si fa dunque “sicura interprete dell’ideale francescano” implorando il “privilegio della povertà” che “lasciò a lungo perplesso lo stesso Sommo Pontefice, il quale alla fine si arrese all’eroismo della sua santità”.

Il messaggio ricorda inoltre il “tratto ecclesiale” della vicenda di Chiara e Francesco, aiutati dal vescovo di Assisi, nonostante in molti osteggiassero la loro scelta. “Istituzione e carisma – annota Benedetto XVI – interagiscono stupendamente. L’amore e l’obbedienza alla Chiesa, tanto rimarcati nella spiritualità francescana-clariana affondano le radici in questa bella esperienza della comunità cristiana di Assisi”, che accompagnò sulla via della santità Chiara e Francesco. Il Papa conclude il suo messaggio con un pensiero alle Clarisse, che “mostrano quotidianamente la bellezza e la fecondità della vita contemplativa, a sostegno del cammino di tutto il Popolo di Dio”, e ai francescani di tutto il mondo come “a tanti giovani in ricerca e bisognosi di luce”. L’auspicio infine che i ragazzi di oggi possano “riscoprire sempre di più queste due luminose figure del firmamento della Chiesa”.

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