martedì, aprile 24, 2012
La questione morale e il bene comune non possono attendere 


di Alberto Giannino, Presidente Ass. Docenti Cattolici

Rosi Mauro, la pasionaria della Lega Nord, continua a presiedere le riunioni del Senato, anche se si è dimessa da VicePresidente Vicario, perché "non sfiduciabile", come dice l'avvocato Schifani. Sia ben chiaro, nessun tribunale l’ha condannata, ma ragioni di opportunità istituzionale richiedono le sua rinuncia definitiva a dirigere i lavori al Senato in cui sono rappresentati tutti i Gruppi parlamentari del Paese. E la signora Mauro dovrebbe avere un minimo di sensibilità istituzionale verso gli elettori: il Senato è la casa degli italiani, non è il salotto di Schifani e della sua ex vice presidente vicaria. E non bastano le sue lacrime per far dimenticare agli italiani quanto è successo. Se Rosi Mauro è davvero pentita, eviti le lacrime ma dia un segnale forte in cui prende le distanze da tutto, spiega cosa è successo e chiede scusa.

Secondo i Pm di Milano, Rosi Mauro avrebbe due case di proprietà, una a Gemonio (VA), dove è nato ed abita il capo storico della Lega Umberto Bossi, e l’altra ad Arzachena (Olbia-Tempio Pausania) in Sardegna, sul mare, nella Gallura; infine avrebbe acquistato, a suo dire, centomila euro in diamanti purissimi. I PM ribadiscono che il suo stipendio mensile di senatrice non le consentirebbe di fare tutti questi acquisti cosi onerosi, così la Mauro dovrà spiegare ai suoi ex elettori e ai magistrati dove ha preso i soldi, dal momento che i parlamentari leghisti versano buona parte dello stipendio al partito.

Rosi Mauro, 50 anni, un diploma in Ragioneria, originaria della provincia di Brindisi, è una donna forte, sempre vicina al capo prima e dopo la sua malattia, guadagnando la stima e la fiducia del conducator della Lega. Lei ha capito una cosa elementare: che nei partiti in cui esiste solo un leader assoluto con un potere e un controllo totale dello stesso, bisogna obbedire ciecamente senza dissensi interni e senza rubare la scena al capo. In questo modo la Mauro è stata premiata e ha fondato, d'intesa con Bossi, il Sin.pa (Sindacato padano). Non è dato sapere quanti soldi abbia gestito tale sindacato, ma qualcuno dice che la sua gestione economica era fuori controllo e che la Mauro rispondeva solo al capo.

Per ragioni di opportunità, dicevamo, la Mauro dovrebbe fare non un passo indietro, ma due. Da un punto vista politico la sua carriera è finita: espulsa dal partito, dove il potere sembra ora essere passato nella mani di Bobo Maroni, alle prossime elezioni non sarà ricandidata né dalla Lega né da altri partiti. Ora apprendiamo che anche il suo caposcorta, l'agente di P.S. Pier Mosca, “famoso” per la vendita dei suoi noiosi cd alle feste padane e a Radio Padana, avrebbe una casa nello stesso residence di Arzachena, e poi che starebbe studiando per conseguire o la laurea o il diploma, o tutti e due insieme. Con quali soldi?

Ci sono troppi lati oscuri nella vicenda della pasionaria di Brindisi arrivata, grazie al conductor della Lega, alla seconda carica del Senato. A questo punto, colpevole o no, dovrebbe dare un segnale agli italiani, perché il Senato è di tutti, non di questo o quel partito e sicuramente non di Rosi Mauro: la questione morale non può essere elusa. La Mauro si dimetta anche perché è già stata “dimessa” dalla Lega Nord e dagli italiani. Resistere come fa non le giova e alimenta nei suoi confronti un odio dell’antipolitica e una avversione degli italiani onesti. Tutti noi vogliamo persone che gestiscano la cosa pubblica nell’interesse esclusivo dei cittadini. E promuovano il bene comune nell’esercizio delle loro funzioni.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Se davvero volessero fare pulizia dovrebbero sparire tutti...

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