La violenza sembra diminuire in Siria, ma la situazione resta ancora grave. A dirlo l’inviato speciale di Onu e Laga Araba, Kofi Annan, che ammonisce: la nostra pazienza è stata testata quasi fino al limite. Oggi ancora vittime ad Hama. Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, condanna gli attacchi contro chi collabora con gli osservatori.
Radio Vaticana - La tregua vacilla e il piano di pace proposto da Onu e Lega Araba sembra sempre più lontano, per questo l’inviato speciale Kofi Annan preme sul governo siriano perché mantenga gli impegni presi dando segnali chiari come il ritiro delle truppe dalle città quindi aggiunge: "La nostra pazienza è stata testata al limite, ora bisogna lavorare per la transizione". Sotto assedio da ieri ancora la città di Hama dove si contano vittime e feriti; resta teatro di bombardamenti Douma sobborgo ribelle alla periferia di Damasco. Forte da Washinghton arriva la condanna del segretario di Stato americano Clinton: “Attaccare i cittadini che collaborano con gli osservatori è un’azione che potrebbe minare il piano di pace. Questo tipo di intimidazioni aggiunge è assolutamente deplorevole”. E mentre la comunità internazionale preme su Assad, il vice presidente iracheno si dice convinto che una caduta del regime in Siria porterebbe ad una incontrollata espansione dei talebani con conseguenze drammatiche per la sicurezza di Paesi come l’Iran, la Giordania, la Turchia.
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